Recensione: Ecliptica – Revisited:15th Anniversary Edition

Di Luca Montini - 10 Novembre 2014 - 18:00
Ecliptica – Revisited
Etichetta:
Genere: Power 
Anno: 2014
Nazione:
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55

A pochi mesi dal controverso e discusso “Pariah’s Child” i finlandesi Sonata Arctica tornano in scena con una nuova release dal titolo assai eloquente: “Ecliptica – Revisited: 15th Anniversary Edition”. Quindici anni ci separano infatti dal debut “Ecliptica”, qui riproposto e risuonato per l’occasione: un album che nel bene e nel male rappresenta un momento di grande prosperità nella storia del power metal scandinavo, in quella seconda metà degli anni ’90 in cui il genere ha visto nascere vere e proprie perle dal valore inestimabile.
È qui necessaria (e probabilmente anche sufficiente) ai fini della valutazione una doverosa premessa metodologica.
Sovente viene attribuito ai metallari un forte conservatorismo musicale. In tutti i sensi. Dal pessimo rapporto con le contaminazioni esterne al nostro genere preferito all’odio atavico verso le release di millemila live e best-of , sino al rifiuto di veder violentato il gaudioso passato riproponendo in forma più o meno dissimile dall’originale i grandi classici. Gli esempi si sprecano. La conclusione è che il recensore stronca sovente il disco bollando l’operazione come “commerciale”, “inappropriata” ed “inutile”.
Per quanto sia innegabile un certo conservatorismo in seno al verbo del metallo, è altresì vero che basta avere un minimo di senso storico per giungere logicamente a siffatte, nefaste conclusioni.
La recensioni sono infatti indissolubilmente legate ad una storicità della musica: un disco power oggi discreto probabilmente sarebbe stato valutato in tutt’altro modo negli anni ’80… di sicuro sarebbe stato unico nel proprio genere. Tra dieci anni sarà il miliardesimo, noiosissimo disco power, e sarà sempre più difficile emergere tra le varie istanze e repliche, alla ricerca della propria raison d’être, di qualcosa da comunicare al mondo che non sia già stato detto o comunicato.
Del resto il bravo recensore (categoria alla quale non mi autoincludo, beninteso) è tale perché ha alle spalle una storia di ascolti, ed è nel rapporto con essi e col proprio vissuto musicale che può cercare di elevarsi al di là della pura soggettività, chiaramente non riuscendovi mai completamente – e questo è il bello del gioco.
In questo dipanarsi del flusso della storia, “Ecliptica – Revisited: 15th Anniversary Edition” si prefigura come una release certamente più interessante di un semplice best-of di brani già sentiti, per certi versi anche più di un live. E poi?

Poi purtroppo c’è ben poco, a parte il piacere di riascoltare pezzi meravigliosi come “Blank File” (molto meno impastata dell’originale), “Replica” (riuscita abbastanza bene),  “Kingdom for a Heart” (ne hanno pure estratto un singolo) o “Fullmoon” (decisamente sottotono) . La voce di Tony Kakko non raggiunge più le alte vette del passato nelle parti urlate (che spesso evita intenzionalmente), ma interpreta tutti i passaggi con maggior consapevolezza, modulando la voce con esperienza e versatilità. Lo stesso dicasi per l’esecuzione negli arrangiamenti di un gruppo ormai consolidato e di grande caratura tecnica, per quanto i reduci dall’originale siano solo Tony e Tommy Portimo alla batteria. Il che autorizza a farsi qualche domanda. Anche la produzione è curatissima, perfetta in ogni sfumatura, talvolta anche fin troppo artefatta. Ma ad ogni traccia che scorre e passa ci si chiede “era necessario?”, “ma fondamentalmente… perché?”. “Insomma, volete dirmi che avete ri-registrato la meravigliosa “Letter to Dana” per ribadire “be so bad” nella prima strofa ed addolcire il cantato fino ad ammorbarlo in un pezzo dalle liriche tanto strazianti? Maddai!”.

La mia impressione sulla band che perdura da diversi anni (almeno dalla sostituzione di Jani Liimatainen) e che sembra trovar conferma anche in questo caso, è che i Sonata Arctica siano una band con ancora tante idee (carina la cover dei Genesis) ma poco focus e senso della misura, capaci di proporre cose interessanti ma al contempo capaci di scivoloni inenarrabili. Vittime delle proprie scelte poco ponderate, insomma, come la release di questo disco. Fossero stati qualche settimana in più a scrivere Pariah’s Child
Ecliptica – Revisited: 15th Anniversary Edition” è una reiussue che si fa anche apprezzare, ma che non lascia nulla. Dopo un paio di ascolti ci scappa un mezzo ghigno divertito nel sentire questo o quel classico riarrangiato e risuonato in chiave meno ruvida, più pulita e ‘tastierosa’; ma permane un epocale senso di vuoto e di insensatezza: cui prodest? Qual è il target del disco? Se siamo noialtri che siamo cresciuti a pane e power, questo disco sarà decisamente poco longevo e sazierà giusto qualche curiosità, più che altro per riprendere e riassaporare le notevoli melodie di un platter ancora ispiratissimo e decisamente sopra gli standard delle release oderne; se sono i fan dell’ultim’ora, l’originale è ancora più che degno di mille e mille ascolti, con la sua produzione magari non cristallina ma con un’energia sprigionata davvero dirompente, pura e genuina.
Per concludere (in)degnamente la recensione di una release decisamente meaningless, semi-parafrasando un celebre (?!) spot televisivo: “Esiste la vita nell’universo? La felicità deriva dal possesso o è una possibile condizione dello spirito? Ma la vera domanda è: perché i Sonata Arctica hanno risuonato Ecliptica?”.
Scherzi a parte “Ecliptica – Revisited: 15th Anniversary Edition”  lo si descrive bene con le stesse, autoreferenziali parole dei Sonata, in un meraviglioso quanto poetico autogol:

“Nothing’s what it seems to be,
I’m a replica, I’m a replica
Empty shell inside of me
I’m not myself, I’m a replica of me…”

Luca “Montsteen” Montini

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