Recensione: Electric Mist

Di Paolo Robba - 29 Maggio 2018 - 8:00
Electric Mist
Etichetta:
Genere: Heavy 
Anno: 2018
Nazione:
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80

 

Il chitarrista nostrano Alessio Berlaffa pubblica nel gennaio di quest’anno l’album solista “Electric Mist”; 11 tracce eseguite e suonate avvalendosi della collaborazione di 11 musicisti diversi.

Avvicinatosi alla sei corde nei primi anni 90′ e, influenzato ben presto nello studio e nell’apprendimento delle tecniche virtuosistiche rock da grandi nomi del chitarrismo mondiale come Van Halen, Paul Gilbert, Malmsteen, tanto per citarne qualcuno, il giovane Alessio dedica anima e corpo allo studio dello strumento, apprendendo negli anni anche nozioni tipicamente jazz/fusion e diplomandosi in chitarra elettrica all’accademia Lizard di Fiesole (Firenze).

Per molti anni incarna il ruolo di chitarrista solista nella rock/metal band Doomsword con la quale calca importanti palchi in Italia ed Europa arricchendo il suo bagaglio umano e musicale e condividendo le sue esperienze con i grandi nomi della musica rock.

Esce l’11 gennaio del presente anno per la Lion Record Finland, come detto, “Eletric Mist”, album interamente strumentale dove Alessio suona tutte le chitarre ritmiche e soliste presenti (salvo alcuni solo eseguiti dagli ospiti presenti nel disco), ma anche tastiere e ukulele, dimostrandosi quindi non solo chitarrista preparato e coinvolgente ma anche e soprattutto musicista completo e universale.

Beh “Electric Mist”, diciamolo subito, è un gran bel disco, compatto, rock, virtuoso, ben suonato e soprattutto mai troppo pomposo e autocelebrativo come troppi dischi solisti purtroppo sembrano essere.

La melodia, vera architrave di ogni progetto strumentale credibile, non viene mai imprigionata e soffocata da piogge di note impazzite o granitici riff martellanti o strutture armoniche complesse e incomprensibili e ignote per l’ascoltatore che vuole unicamente emozionarsi ascoltando musica: frase quanto mai banale e scolastica ma che troppo spesso viene persa di vista da molti che preferiscono invece sentieri inaccessibili e tortuosi perdendo per strada a volte il sapore e il colore genuino della musica.

Le undici tracce composte da Alessio scorrono fluide e lineari e mai si ha la sensazione o l’impressione di qualcosa di fuori posto o di eccessivo.

Tecnicamente molto preparato e ormai maturo come compositore e chitarrista solista virtuoso Alessio ci regala diverse tracce di egregia fattura ed invidiabile pulizia esecutiva e sonora.

‘Big Sky’ e ‘Seasons’ forniscono immediatamente una visione chiara di quanto bello e interessante sia il disco con temi melodici e sognanti, aperture prog e squarci di intermezzi solistici davvero virtuosi.

Il sound e lo stile di chiara influenza Satrianesca colpisce l’ascoltatore per la sua chiarezza e immediatezza.

Bellissima la ballad ‘Sunrise & Sunset’, pezzo in cui splendidi e sognanti soli si miscelano perfettamente con ritmiche e aperture solari che colorano il pezzo di sfumature mai banali e che sembrano sempre sul punto di portare il pezzo ad un andamento rock più marcato mantenendosi però sempre entro i confini di una splendida ballad.

‘Echoes of My Land’ è ciò che un egregio chitarrista non dovrebbe mai dimenticare di possedere nel suo bagaglio musicale: 1 minuto e trenta di poesia suonata interamente in clean sound, misteriosa, magnetica, sognante.

Il disco scorre davvero in maniera piacevole e ci regala piccole grandi perle come ‘Elements’ dai bellissimi soli e l’accattivante intreccio virtuoso batteria/chitarra, “Down to Heart” forse, a mio avviso, il miglior pezzo dell’album, dove riff di chiara matrice Rock stile Poison/Van Halen fanno da tappeto sonoro a variegati e meravigliosi soli in cui “Satriani” e “Vai” si fondono perfettamente.

‘Way to the sun’ è un altro pezzo molto ben riuscito in cui Alessio inserisce elementi e inframezzi Prog molto accattivanti che fanno da spartiacque a cavalcate sonore ottimamente eseguite.

Forse è proprio la title-track ‘Eletric Mist’ ad essere leggermente sotto gli standard proposti con un riff semplice e accattivante; si ha infatti una sensazione generale di pezzo un po’ anonimo e scontato; tra l’altro inizio particolare e interessante che, ma è opinione personale, mi ha ricordato l’inizio della grandissima ‘Black and White’ del compianto Michael Jackson. Almeno per l’effetto creato.

Particolare e molto ben riuscita ‘Electric Rain’, pezzo interamente pianistico che chiude egregiamente l’album e che fonde perfettamente assieme elementi prog con elementi di matrice classica; non c’è che dire: momento delicato e sognante.

In conclusione, come detto, un album bello, molto interessante, con soli ben suonati e ben congeniati e quindi sicuramente un invito ad arricchire la propria discografia personale facendo proprio “Elecric Mist”.

Personalmente poi è sempre gratificante scoprire questi nuovi talenti e artisti italiani che sicuramente, sviluppando sempre di più una maggior e propria personalità, potranno regalarsi e regalarci tantissime soddisfazioni.

Si sa che i progetti interamente strumentali sono a volte non facilmente digeribili ma quando la melodia è così ben presente e miscelata tra momenti esaltanti di virtuosismo puro e semplici frasi che ci colpiscono nella nostra intimità più profonda allora ben vengano questi lavori da ascoltare semplicemente per farsi trasportare dai propri sogni e da ciò che l’artista, e Alessio lo fa davvero bene, intende donarci.

 

Paolo Robba

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