Recensione: Encased

Di Daniele D'Adamo - 13 Giugno 2012 - 0:00
Encased
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Anno: 2012
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Lo sterminato universo del death metal propone, stavolta, una band proveniente dalla Finlandia. Gli Atretic Intestine, attivi dal 2006, giungono, difatti, a dare alle stampe il loro primo album di lunga durata in studio: “Encased”. Il quale si pone al culmine di una discreta gavetta che, nel corso del quinquennio di esistenza, ha dato alla luce due demo (“The Feast”, 2007; “Tools Of Torture”, 2008) e due EP (“Voices Beyond The Grave”, 2009; “Human Ravagery”, 2011).

Un piccolo tesoro di esperienza che, comunque, ha dato i suoi frutti, poiché il quintetto di Turku si muove con mestiere e disinvoltura fra i pericolosi meandri dei tanti sottogeneri death. Fra i quali si possono indicare l’old school, il brutal e il technical; miscelati in maniera equilibrata, con dosi precise e ben definite che non mutano al variare della pietanza. Quindi, scorrendo “Encased”, se ne può apprezzare il flavour, decisamente voltato al marcio e al corrotto, che ne forma l’ossatura portante dalle forme invariabili. Un’essenza che ben si combina con le atmosfere sinistre del death vecchia scuola il quale, fra gli stili menzionati, è quello che, a ogni modo, caratterizza maggiormente il platter. Tenendo quindi conto del tocco di modernità fornito dal binomio brutal/technical, quel che ne esce fuori definitivamente è… death metal puro. Quello, cioè, che suonerebbero – forse – i Death se non fosse successo quel che ormai è diventato Storia.  

Il buon growling ‘suinato’ di Iiro Kosonen, che per l’appunto riassume a sé, con efficacia, gli stilemi caratteristici del death, evidenzia sì la bravura dei Nostri nel saper mettere a fuoco il proprio marchio di fabbrica ma, anche, una certa loro povertà d’idee sia a livello stilistico, sia compositivo. Il loro sound, non per altro, sa di ‘già sentito’ lontano un miglio: partendo dalla prima metà degli anni novanta non si contano le band che, più o meno, abbiano messo in mostra un approccio musicale se non uguale, simile. A questa lista infinita si aggiungono proprio gli Atretic Intestine, obiettivamente fautori di un progetto concettualmente statico e privo di originalità. La prova della coppia d’ascia Markus Vainio/Jussi Salminen è sicuramente in linea con quanto preteso, in termini qualitativi, dal mondo professionale; così come quella della sezione ritmica composta dal basso di Ilkka Hätönen e dalla batteria di Tomi Ruohonen. Tuttavia, tutti e quattro, compreso Kosonen, sembrano del tutto refrattari a uscire da un’ordinarietà assai limitativa del risultato complessivo finale. Una squadra compatta ma senza fuoriclasse, insomma.
     
Stesso cliché per quanto riguarda i brani. Strutturalmente senza pecche, mancano un po’ di mordente ma, soprattutto, di anima. Pur potendoli individuare nella loro singolarità, confermando con ciò la maturità tecnico/artistica posseduta dall’ensemble nordeuropeo, alla fine quel che rimane è solo e soltanto un’emozione: la noia. Anche ripetendo molte volte i passaggi del CD non rimane in testa quasi nulla e quel poco giace intrappolato indefinitivamente nella rete di una scolarizzazione sì benvenuta ma, in questo caso, soffocante. Quasi che tutto fosse generato da un dovere e non da un piacere, al contrario di come dovrebbe essere la questione nel campo dell’arte. Inutile, pertanto, citare anche solo una canzone, giacché dal grigiore generale non si riescono a intravedere barlumi di vivacità. E, in ultimo, neppure i temi affrontati aiutano gli Atretic Intestine a uscire dal loro anonimato, giacché trattasi di gore trito, stra-trito e ri-trito.   

Difficile, quindi, pensare a “Encased” come a un lavoro sufficientemente strutturato per lasciar traccia nell’affollatissimo mercato discografico odierno ove, per emergere, è necessario avere delle qualità – soprattutto legate al talento artistico – che, purtroppo, gli Atretic Intestine pare proprio non possiedano.  

Daniele “dani66” D’Adamo

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Tracce:
1. Foreskin Mask 3:28         
2. Devoured By Dogs 4:43         
3. Cannibal Breed 4:34         
4. Female Degradation 4:14         
5. Deadlift 4:12         
6. Enforcement Of Natural Selection 4:56         
7. Divinity Through Self-Mutilation 4:02         
8. Rectal Destruction 4:56         
9. Cuntgrinder 2:30         
10. As My Body Rots 4:49        

Durata 42 min.

Formazione:
Iiro Kosonen – Voce
Markus Vainio – Chitarra
Jussi Salminen – Chitarra
Ilkka Hätönen – Basso
Tomi Ruohonen – Batteria
 

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