Recensione: End of prophecy
I marchigiani Bloody Slave nascono nel lontano 2001 e solo ora, dopo numerosi cambi di line-up riescono a registrare questo primo demo intitolato “End of prophecy”. La band, composta da Eduardo (chitarra), Federico (basso), Lorenzo (batteria), Riccardo (voce) e Andrea (chitarra), ci propone quattro brani di metal controverso impossibile da classificare con precisione.
Si parte con “Evil and war”, un brani heavy metal classico ben strutturato caratterizzato da riff di chitarra abbastanza semplici ma convincenti ed energici. L’unica cosa che non convince è la voce di Riccardo che manca di mordente e decisione e che sembra “correre” dietro gli strumenti seguendo troppo spesso la linea melodica della chitarra.
Discorso decisamente diverso deve invece essere fatto per “Mother’s cry”, che può essere tranquillamente considerata un’opera a sé stante; il brano in questione è strutturato in maniera pressoché ineccepibile in tutte le sue parti e sprizza energia da ogni poro. L’accostamento tra voce pulita e momenti growl, pur non essendo il trionfo dell’originalità, rende decisamente bene nel complesso anche se qua e là troviamo dei punti poco convincenti soprattutto per quanto riguarda certi vocalizzi.
“The last attack” è sicuramente il brano più particolare di tutto il demo; al suo interno vengono accostati momenti melodici e lenti a parti maggiormente ritmate ed energiche. Quest’ultime sono sicuramente più interessanti delle prime grazie ad una sezione ritmica che riesce a riempire l’ambiente in maniera più che buona.
Questo “End of prophecy” è quindi un demo senza infamia e senza lode, oserei definirlo quasi insipido. Al suo interno troviamo sicuramente delle buone idee che, a volte, stentano troppo a partire nella direzione giusta; sicuramente lo studio di linee vocali maggiormente adatte a Riccardo potrebbero risolvere la maggioranza dei problemi.
TRACKLIST:
1. My profile (Intro)
2. Evil and war
3. Mother’s cry
4. The last attack
5. Lady black