Recensione: Enter Annihilation

Di Davide Iori - 21 Gennaio 2009 - 0:00
Enter Annihilation
Band: Descending
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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70

Greci di origine e fortunati esordienti grazie agli sforzi di Massacre Records i Descending ci danno in pasto un disco di death metal molto melodico che ricorda a tratti i Children of Bodom (senza però il virtuosismo chitarristico dipico di Alexi Laiho) ed il metalcore più canonico in altri frangenti, come ad esempio nel ritornello di Part of The Game (terzo pezzo del platter) ed in qualche parte più cadenzata. Abbastanza originali i nostri, ma tuttavia incapaci di stupire l’ascoltatore in virtù di una proposta che nulla ha di innovativo nel vero senso del termine.

Enter Annihilation è un album ben prodotto anche se sicuramente non ai vertici in quanto a bellezza del suo sound: la batteria è “piccola” e molto meccanica, mentre le chitarre alle volte sembrano lamettose e, anche se ben fatte a livello di esecuzione, non riescono ad aggiungere botta all’insieme. Un compitino pulito e ed ineccepibile dal punto di vista formale dunque questo platter, con suoni molto intelligibili e che riservano uno spazio adeguato a tutti gli strumenti, basso incluso, ma tuttavia incapace coinvolgere dal punto di vista puramente sonoro. Passando al punto di vista più puramente compositivo i Descending non fanno nulla di particolare, riferendosi quasi in toto alla scena scandinava ed in particolare finlandese per quanto riguarda gli arrangiamenti: anche lasciando perdere le reminescenze Bodomiane già messe in luce non possiamo non notare le parti sparatissime di clavicembalo di Killer Instinct che molto ricordano i Sonata Arctica e, anche se i nostri tentano di farsi strada nel nuovo millenio utilizzando le moderne tecnologie ed in particolare qualche intervento sporadico di sintetizzatore, questi tentativi modernisti non aggiungono nè tolgono nulla alla loro proposta. Se per la maggior parte del tempo si viaggia in maniera pulita e senza eccessi la tracklist di questo album presenta però anche qualche caduta di stile, come ad esempio la monicker track Descending: questo pezzo inizialmente può sembrare anche molto atmosferico e degno di attenzione particolare, ma ad un’analisi più attenta dimostra tutte le sue mancanze, soprattutto per il fatto che è interamente basato sul giro armonico tonica-sensibile-sopradominante (primo, settimo e sesto grado suonati in maniera discendente con qualche sporadica variazione, comunque non sostanziale), giro abusatissimo in tutto il metal e rock contemporaneo e dunque proprio per questo ormai pacchiano e noioso oltre misura.

Siamo dunque di fronte ad una band abbastanza brava, che dimostra buone qualità esecutive, ma che ha anche bisogno di maturare, soprattutto dal punto di vista compositivo. Il death metal proposto da questi ragazzi piacerà sicuramente ai fan dei Children of Bodom, dei Made of Hate e di tutti quei gruppi estremi particolarmente spinti verso la melodia (Scar Symmetry, Soilwork eccetera, che tuttavia poco c’entrano con i Descending a livello di strutture), ma non li farà di sicuro andare in visibilio per una band che nonostante tutto rimane derivativa e le poche innovazioni che introduce discendono appunto, e scusate il gioco di parole, dal metalcore e dalle solite tendenze americane che oramai hanno ben poco di nuovo da mostrare.

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Tracklist
1- Enter Annihilation
2- Horror Show
3- Part of the Game
4- Killer Instinct
5- Raging Cold Blood
6- The Creation Remains
7- Your Valentine
8- Descending
9- Unblind
10- Day To Die = Die Today
11- Competition Suicidal Role
12- The Trust

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