Recensione: Epitaph Of Pain
Epitaph Of Pain è il secondo ep per il quartetto piemontese ad un anno di distanza dal precedente
Metamorphosis. Il dischetto in questione contiene solo due tracce per la durata complessiva di sette minuti, ma nonostante l’esigua durata dell’ep le qualità del gruppo emergono ugualmente.
Gli Stigma suonano un death metal che punta principalmete ad assalire l’ascoltatore con soluzioni veloci, con frequenti cambi di tempo e che non dia momenti di respiro. Nelle canzoni in questione il lato hard-core che aveva caratterizzato il debutto si è lievemente fatto da parte per lasciare il posto a chiare influenze melodic death di stampo nord europeo. Il
gruppo sembra ben affiatato e dotato di una padronanza tecnica sopra la media.
Alcune soluzioni ritmiche richiamano i gruppi caposcuola del genere, ma è da sottolineare come il il gruppo cerchi una propria forma espressiva attraverso un songwriting curato e per nulla banale (e che mi sembra già una cosa meritevole). Le due tracce presenti sono dirette e dall’impatto immmediato, prova che i numerosi cambi di tempo sono ben calibrati all’interno della struttura dei brani e non fini a se stessi. Inoltre il suono di cui godono gli
Stigma in questo ep è eccellente, con chitarra e batteria in primo piano.
In conclusione posso dire che la mia impressione è più che positiva perché muoversi in un genere come il death, specialmente con influenze melodiche, senza risultare derivativi è un’impresa non indifferente, e i nostri sembrano ben intenzionati a creare un proprio sound sin dalle origini. Però non ci si deve neppure sbilanciare troppo perchè due canzoni sono poche per poter effettivamente valutare un gruppo. Comunque, in attesa di test più probanti, da parte mia posso dire che questi ragazzi hanno tutte le carte in regola per poter fare bene.