Recensione: Euphoric Convulsion

Di Daniele D'Adamo - 5 Febbraio 2013 - 0:00
Euphoric Convulsion
Band: Dira Mortis
Etichetta:
Genere:
Anno: 2012
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
78

Non ci sono più dubbi, oramai. Come molto metalcore si può accumunare all’Inghilterra, quasi tutto il porn/goregrind al Sudamerica e l’AOR agli Stati Uniti, alla Polonia si può dare la dignità di nuova patria del death metal. Death metal intransigente, a volte sperimentale se non all’avanguardia, tuttavia sempre ancorato – in un modo o nell’altro – ai più inamovibili stilemi del genere. In una parola sola, ortodosso.  

Fra le band polacche forse meno note tuttavia assai adese all’underground più ricco e fecondo ci sono Dira Mortis, che sull’integralismo ma anche sulla ricerca costruiscono il proprio sound. Un sound, in questo caso, non particolarmente complesso, lontano dagli azzardi del technical ma non per ciò elementare e involuto. Anzi, la bravura e la competenza dei quattro componenti non si può mettere in discussione come si può evincere sia dall’ordine e pulizia che regna in “Euphoric Convulsion”, sia dai rispettivi curriculum vitæ, ricchi di esperienze e collaborazioni con i più svariati act fratelli. Anche se l’album è il primo full-length dato alle stampe, bisogna tener conto di una produzione comunque discreta (“Revulsion”, demo, 2001; “Murder Epidemic”, demo, 2002; “Remembrance/Murder Epidemic”, split, Valinor/Dira Mortis, 2002; “Murder Epidemic”, demo, 2002; “Architecture Of Mind”, EP, 2003; “The Cult Of The Dead”, EP, 2011) e, soprattutto, del fatto che dal 2003 al 2009 l’ensemble è stato fuori dalle scene. Proprio nel 2009, difatti, il chitarrista nonché membro fondatore Leszek Makowiecki è riuscito a stabilizzare la line-up con gli altri tre nuovi musicisti (Łukasz “Vaginathor” Gliński, voce; Piotr “Mścisław” Bajus, basso; Krzysztof “Wizun” Saran, batteria), riuscendo così a fare dei suoi Dira Mortis una creatura fatta e finita.  

In “Euphoric Convulsion” i Nostri realizzano uno schema già visto ma comunque sempre interessante: alternare ai brani veri e propri brevi intermezzi ambient. Questo tipo di stesura alleggerisce un po’ l’ascolto, anche se l’obiettivo reale è senz’altro quello di creare un’atmosfera densa e più penetrante possibile. Condizione che si lega alla perfezione con il tema della copertina, tanto semplice quanto efficace nel rendere viva l’oppressione di una troposfera grigia, caliginosa e morbosa; segnata da un umore gelido e cupo. Malgrado siano parecchi i momenti in cui il ritmo sale vertiginosamente verso i picchi dei blast-beats, Makowiecki e i suoi compagni contribuiscono fattivamente anche con il sound ad alimentare questa fitta nebbia di malsana oscurità; centrando il sound medesimo su un groove doom tale da rendere il tutto, oltre che piuttosto originale, molto caratteristico e tipico di un marchio di fabbrica azzeccato e costantemente coerente con se stesso. Insomma, non sono poi molti, in giro, ad avere uno stile come questo.    

Un esempio lampante di quest’interpretazione genuina, di come sia possibile elaborare del death metal puro strutturandolo su un genere diverso come il doom, è “Exultation Full Of Sadism”, nella quale accanto alle tremende accelerazioni dei blast-beats ci sono delle vertiginose cadute nelle nere voragini scavate da riffoni lenti e trascinati. Non a caso, peraltro, il suono della chitarra di Makowiecki (bravo pure nei soli) ricorda vagamente quello leggendario di Tom G. Warrior, quando le decelerazioni sono così violente da causare l’asfissia. Pure “Ancient Death Glorification” vive sulla simbiosi fra death e doom, manifestando dei momenti in cui l’aggressività è totale e istanti di abissale lentezza. Spettacolare, inoltre, il riff portante di “Intoxicated Visions”, lineare ma in grado di ribaltare un carro armato. Peccato per la voce di Gli?ski, un po’ scontata seppur tecnicamente senza pecche, che forse è quell’elemento in più che manca ai Dira Mortis per fare la grande differenza.   

Una differenza che è insita nel DNA della formazione di Gorlice ma che, per ora, ha bisogno ancora di qualche tempo per svilupparsi in tutto il suo potenziale. Alla fine, se ci si pensa, le canzoni ‘vere’ di “Euphoric Convulsion” sono solo tre: poco, per dare in pasto ai deathster un lavoro completo e durevole.

Daniele “dani66” D’Adamo

Discutine sul Forum nel topic relativo!

Tracce

01. Death Awaits… 1:53
02. Exultation Full Of Sadism 6:50
03. Abyss Of The Damned 0:55
04. Ancient Death Glorification 7:24
05. Pulverized Remnants Of Existence 1:28
06. Intoxicated Visions 8:44
07. Unmercifully Fulfilment… 1:58     
    
Durata 30 min.

Formazione

Łukasz “Vaginathor” Gliński – Voce
Leszek Makowiecki – Chitarra
Piotr “Mścisław” Bajus – Basso
Krzysztof “Wizun” Saran – Batteria

Ultimi album di Dira Mortis