Recensione: Evilution

Di - 5 Settembre 2013 - 14:12
Evilution
Band: Deadlands
Etichetta:
Genere: Power 
Anno: 2013
Nazione:
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76

Debutto di grande impatto per i californiani Deadlands, fautori di un power thrash granitico e aggressivo, raccolto in poco più di quaranta minuti. Conoscevo già il frontman Brian O’Connor che i più attenti di voi ricorderanno per aver militato nei Vicious Rumors ai tempi di Cyberchrist. Personalmente apprezzai molto quell’album, uscito purtroppo in un momento in cui certe sonorità venivano poco considerate. Non mi dispiacque affatto neanche la prova vocale di O’Connor, nonostante si distaccasse dal mai abbastanza compianto Carl Albert.
A distanza di tanti anni, devo riconoscere che il singer è ancora migliorato, coadiuvato da musicisti di ottimo livello e da composizioni capaci di lasciargli terreno libero per esprimersi al pieno delle sue capacità.
Il gruppo parte al meglio con Pandemic Genocide, molto groove e irruente quanto basta per far comprendere al povero ascoltatore cosa l’aspetta. Le chitarre macinano riff pesanti come incudini, alternando fraseggi solistici rapidi e pregevoli che ben si legano alla struttura della canzone. Deadlands segue le direttive dell’opener, forse con un’apertura alla melodia che riporta alla band d’origine di O’Connor, soprattutto nel refrain. Ground And Pound già dal titolo la dice lunga su quale sarà il tema portante: un’altra martellata che lascia il segno. Quello che colpisce fino a questo momento sono i dettagli e gli arrangiamenti: precisissimi a dispetto della brutalità della proposta sonora dei nostri. The Final Solution rimane sulla stessa lunghezza d’onda, con un ritornello incisivo che resta impresso sin dal primo ascolto. Si abbandona per un attimo la violenza pura per passare alla più classicheggiante She’s On Fire, non proprio uno dei pezzi più riusciti del lotto ma comunque molto gradevole. Si torna a macinare con Aspyxiate The Masses, di cui ho apprezzato soprattutto il break centrale in cui voce e chitarre si mischiano alla perfezione. In Path We’ve Chosen è di nuovo la voce di O’Connor a fare la differenza, melodica nella strofa e più graffiante nel ritornello, su una base ancora una volta schiacciasassi. La formula non cambia con Gone Wrong e, seppur ripetitivo, l’album si mantiene su livelli molto alti. Legions Of The Damned è forse il brano più violento tra quelli presentati, con ritmiche serratissime in cui l’influenza del thrash metal più brutale si fa sentire. Shed My Skin non aggiunge nulla di nuovo ma è comunque un’altra buona composizione. C’è anche il tempo per rendere omaggio a Dio con The Last In Line, qui in una versione parecchio più pesante dell’originale.
Esordio sicuramente molto interessante e ben curato da parte dei Deadlands, il cui principale difetto è quello di essere monotoni in fase di songwriting. Se vi piacciono band come Imagika, Iced Earth e Vicious Rumors non fateveli scappare.

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