Recensione: Extremely Flammable

Di Matteo Lavazza - 11 Ottobre 2004 - 0:00
Extremely Flammable
Band: Solitaire
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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78

Questo album, il secondo per i Solitaire, dopo l’esordio “Rising to the Challenge” del 2002, mi ha decisamente stupito, non tanto per la proposta musicale, quanto per la nazionalità della band, la Finlandia, nazione non certo famosa per questo tipo di proposte musicali, cioè uno Speed Metal assolutamente anni ’80.
Per capire lo stile del gruppo prendete i gloriosi Exciter, mischiateli ai connazionali Anvil, ed aggiungete un tocco di Slayer e Kreator primissima maniera, ed avrete un qualcosa di molto vicino allo stile dei finnici.
Recensire un disco del genere è allo stesso tempo estremamente facile e terribilmente difficile, infatti la band segue imperterrita la propria strada, senza grosse variazione stilistiche da una canzone all’altra, il disco è infatti un susseguirsi di riff Speed Metal old school, partendo dall’iniziale “Countdown”, davvero annichilente in quanto a potenza.
Tutto il cd è un susseguirsi di bordate incredibili, di sicuro canzoni come la title track, “Out of my Role”, “Breaking Point”, “Metal Squad” (titolo che la dice lunga sull’attitudine del gruppo), “I Won’t come in Peace”, “Speed Trap”, forse il brano in assoluto più veloce e violento del disco, e “Boy without a World”, non possono essere annoverate tra i pezzi che resteranno nella storia del Metal, ma altrettanto sicuramente si lasciano ascoltare con piacere.
L’unico brano che, perlomeno all’inizio, cerca qualche lieve variazione sul tema principale è “Steel Against Steel”, che propone qualche vago accenno di epicità, prima di partire ovviamente a tutta velocità.
Dimenticatevi arrangiamenti complessi o cori maestosi, la musica dei Solitarie è fatta solo di velocità ed aggressività espressa in una maniera che può essere solo definita “ignorante” e grezza, così come la voce del cantante Mika, davvero una delle più sgraziate che abbia mai sentito, ma proprio per questo perfetta per la musica del combo scandinavo.
I suoni sono in linea con lo spirito generale dell’album, cioè molto poco lavorati, per non dire per niente lavorati, e proprio per questo motivo molto più caldi e coinvolgenti, anche se di sicuro chi è abituato alle super produzioni attuali potrebbe trovarsi un po’ spiazzato durante i primi ascolti.
Tecnicamente la band è assolutamente indefinibile, infatti tutte la canzoni sono molto semplici e nessuno dei 4 componenti del gruppo cerca il minimo virtuosismo, per fortuna aggiungerei, dato che qualsiasi velleità solista sarebbe davvero fuori luogo in questo “Extremely Flammable”.
A loro modo i Solitaire sono un gruppo originale, infatti se è vero che la loro musica non propone assolutamente nulla di nuovo ed originale è altrettanto vero che al momento sono pochissimi i gruppi che suonano il loro genere.
In conclusione posso solo dire che questo è un disco che mi ha esaltato moltissimo, anche perché io amo profondamente questo stile forse vecchio e superato, ma sempre in grado di donare una scossa di adrenalina davvero inimitabile, se siete tra quelli che cercano l’evoluzione e la tecnica a tutti i costi nella musica abbassate il voto di 40 punti ed evitate questo disco come la peste, ma se amate le sonorità grezze e sporche che si usavano tanti e tanti anni fa allora sono certo che vi esalterete come me ascoltando “Extremely Flammable”.

 

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