Recensione: Eye Of The Storm

Di Ottavio Pariante - 8 Giugno 2011 - 0:00
Eye Of The Storm
Band: DivineFire
Etichetta:
Genere:
Anno: 2011
Nazione:
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75

Sono trascorsi tre anni dall’ultima apparizione dei DivineFire sul mercato e li avevamo dati ormai per dispersi a causa dello

split avvenuto subito dopo.
Qualcosa però deve aver fatto cambiare idea a Christian Liljegren e al suo compagno di tante battaglie, il poli-strumentista Jani

Stefanovic, infatti sono tornati alla carica più determinati che mai, sempre coerenti con il loro credo, sia religioso che artistico.
Le dodici tracce che compongono “Eye of storm” ci restituiscono un band ancora viva e che non ha ancora finito di stupire. Il

sound dei nostri, anche se tutto sommato non è per nulla cambiato, risulta sempre fresco e arricchito di nuovi elementi che miscelano

sapientemente le orchestrazioni a una sessione ritmica sempre precisa e coinvolgente, formando un onda d’urto dall’impatto sonoro ed

emotivo devastante.
L’unica vera novità è rappresentata dall’ingresso in line-up in pianta stabile di German Pascual dietro il microfono, cantante dotato

di una voce semplicemente unica nella sua versatilità che dà un contributo non indifferente all’economia artistica della band.
“Eye of storm” possiede tutti gli elementi del classico disco alla “DivineFire”: ritmiche rabbiose alternate a momenti più angelici

con orchestrazioni, il cui compito è di spingere il groove e l’emotività dell’ascoltatore a livelli inarrivabili.

Il disco comincia con ”Time for salvation” che mette subito in evidenzia tutte le cose buone che hanno fatto i DivineFire in

questi anni e nonostante si mantenga su tempi medi, il pezzo risulta tra i più aggressivi e soprattutto più riusciti di tutto l’album.
A “Hold on” invece è affidata la continuità stilistica della band, su coordinate ben precise: avvalendosi di una sessione

ritmica devastante e di un ritornello semplicemente trascinante, la voce di German Pascual viene evidenziata in tutto il suo

splendore.
Non mancano anche in questo “Eye of storm” episodi più riflessivi e articolati, citando su tutti due tracce molto belle e

coinvolgenti: la sognante “To love and forgive” con la sua epicità incredibile e il suo ritornello fortemente evocativo e

ispirato, e la sofisticata “Bright morning Star” dove il contrasto tra bene e male si estende con tutta la sua forza, regalando

all’ascoltatore momenti di puro godimento.
Con “Send me out” invece si continua a pestare senza pietà, rivisitando quei territori artistici ai nostri più congeniali.

Questo brano rappresenta anche l’ultimo inedito di questo album, perché la chiusura di questo nuovo e convincente capitolo dei

DivineFire è affidata alla rivisitazioni di quattro grandi successi del passato: ” Masters and Slaves”, “The world’s on

fire”, “Never Surrender” e “Masquerade” aumentano dal punto di vista emotivo il valore di questo disco e

consentono all’album di avere un minutaggio accettabile.

Pochi cali di tensione con melodie sempre trascinanti e indovinate, una produzione ai limiti della perfezione, gli arrangiamenti

ispirati ed evocativi e ben amalgamati al contesto, rendono questo lavoro il “solito disco” dei DivineFire. Bentornati.

Ottavio ”octicus” Pariante

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Tracklist
1. Time for salvation
2. Hold On
3. Unchain my soul
4. Bright morning Star
5. To Love and forgive
6. Even At my Lowest Point
7. Send me Out
8. Masters and Slaves (New Version)
9. The world’s on fire (New Version)
10 .Never Surrender (New Version)
11. Masquerade (New Version)
12. Close to the fire (Instrumental)

Line up:
Christian Liljegren – vocal
German Pascual – Vocal
Jani Stefanovic – Guitar, Bass, Drum, Keys and Programming

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