Recensione: Faceless World

Di The Dark Alcatraz - 3 Ottobre 2003 - 0:00
Faceless World
Band: U.D.O.
Etichetta:
Genere:
Anno: 1990
Nazione:
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85

Heavy Metal. Un vero e proprio modo di pensare, piuttosto che la combinazione di due parole anglofone, ma che sono ormai quasi completamente annoverate nel lessico comune di ognuno.

Sempre più sovente però, in questo ultimo periodo, ho sentito persone identificare in maniera poco corretta questa corrente musicale. Se dovessimo spiegare ad un neofita del genere cosa si intenda per Heavy Metal, come lo dovremmo inquadrare? Heavy Metal è una miscela di emozioni, oltre che un modo di suonare, è la “way of thinking” che, in linea teorica, ha avuto inizio nel primo quinquennio degli anni 70, ma che in effetti ha visto il suo reale sviluppo e diffusione, solo nella seconda parte dei Seventies, avendo come cavalli di battaglia molte bands che avrebbero segnato in modo indelebile la storia del rock e della musica in generale, marcando un solco importante fra la “musica pesante” che veniva prodotta fino a quel periodo e che si identificava col nome di “Hard Rock”, che aveva avuto come precursori formazioni come i Deep Purple, ad esempio; ed il tipo di sound che sarebbe stato preponderante nelle bands che di li a poco avrebbero messo fuori in naso nella scena Europea e Mondiale, e che prenderà il nome, appunto di “Heavy Metal”.

E se il nostro neofita ci chiedesse anche di fare qualche esempio calzante di Heavy Metal? Chi dovremmo menzionare? Quali canzoni o dischi consigliare? Beh, personalmente non avrei dubbi nel consigliare tutto ciò che ha riguardato e riguarda la grandissima carriera di Udo Dirkshneider, e in ambito discografico, un esempio calzante potrebbe essere senza dubbio, “Faceless World”.

Terzo lavoro della discografia degli U.D.O., band che, come tutti sapranno, è nata dalla separazione del frontman teutonico, dalla megalitica band sua connazionale, gli Accept, in seguito ad attriti venuti a creare fra il singer, Udo per l’appunto, e Wolf Hoffmann, il chitarrista.

Dicevamo, terzo lavoro, che venne proposto al pubblico a tre anni di distanza dalla formazione della band e, parallelamente, all’ uscita del loro primo lavoro, e vero e proprio colosso dell’ Heavy Metal, “Animal House”.

Tre anni sono passati, ma il minimo comun denominatore dei lavori di Udo Dirkshneider è rimasto invariato: Metallo Pesante. Questo, dunque, il tema, tanto caro al nostro compositore, che percorrerà anche questo “Faceless World”, con una veemenza ed una compattezza quasi surreali.

E’ è un Heavy Metal classico, quello che ci presenta il Nostro, ma non per questo poco gradevole anzi. Un Heavy Metal dai caratteri tipicamente teutonici, come ormai da tempo ci aveva abituati il vocalist di germaniche origini, e non certo poco tecnico, infatti la musica che viene introdotta fin da subito nei nostri padiglioni auricolari, è di qualità ottima: godibile, potente, easy-listening, veloce e lenta a seconda delle situazioni, centrando in pieno i dettami stilistici che Udo aveva intenzione di conferire alla sua ultima creatura.

Già ascoltando il primo, piccolo capolavoro del platter, “Heart of Gold” si realizzerà alla grande tutto quanto ho detto in precedenza. La grande vena artistica di Udo e company si evidenzia qui con grande veemenza, riassumendosi in un sound graffiante, veloce, potente e aggressivo. In poche parole, un inno all’ Heavy Metal, ed a ciò che esso rappresenta. Una nota particolare per lo stupendo riff di centro pezzo che fa rimanere veramente a bocca aperta: un plauso, per Dieth e Bohm, veramente meritato.

In “Blitz of Lightning” tutto ciò non fa altro che trovare conferma e proseguimento, rimarcando anche di più il carattere prettamente tedesco di questo Heavy Metal, in un pezzo devastante, che non fatico a paragonare ad una scure che, grazie alla sua affilatissima lama, costruita di solido Metallo, riesce a tagliare tutto ciò che si pari di fronte alla sua strada.

Balzando a piè pari alla traccia numero quattro della tracklist di “Faceless World”, troviamo una title track anch’essa scolpita nell’ acciaio. Poggiando le basi sulla solita ispirazione dei musicisti che ce la propongono e su un refrain intonato in modo impeccabile da Udo, il pezzo scorre con grande piacevolezza e leggerezza, introducendoci senza indugi nella parte centrale, e cuore dell’ Heavy Metal di “Faceless World”, che vede in “Stranger” e “Restricted Area”, i suoi massimi rappresentanti. Il punto in cui si riesce a toccare lo Zenit in potenza ed ispirazione è, senza ombra di dubbio, nella prima di queste due.

“Stranger” infatti, inizia con un soffuso riff di chitarra, che speditamente ci lancia alla scoperta di questo ottimo brano, ed alla voce di Dirkshneider: cattiva e pungente al punto giusto nell’ eseguire una performance tutto sommato non facile.

Diverso il discorso da fare per “Restricted Area”, in cui Udo e gli altri si lasciano alle spalle ogni freno inibitorio e si concedono il lusso di dare vita ad un pezzo che non conosce un attimo di respiro, proiettandoci fin dai primi attimi di ascolto in una vorticosa sequela di suoni e melodie tipiche del Metallo Pesante, dominate con grande capacità dai Nostri.

Tralasciando, non per scarso interesse, ma per evitare inutili ripetizioni sul tema, la grandiosa ode al Metallo composta da due bellissimi pezzi, che prendono il nome di “Living On A Frontline” e “Trip To Nowhere”, veniamo immessi nella parte che meno mi ha convinto di questo disco: il finale.

Specie la numero nove, “Born to Run” e la numero dieci, “Can’t Get Enough”, in cui l’ ispirazione che aveva caratterizzato i precedenti pezzi del platter, vene qui in parte a decadere, lasciando il posto a due pezzi che secondo me mancano parzialmente d’idee e variazioni sul tema. Variazioni sul tema che non tarderanno però ad arrivare, già con il lento “Unspoken Words”, che ci presenta anche un Udo tutto nuovo, nelle vesti di soft singer, mettendo in evidenza che le sue doti canore abbracciano un ampio raggio di possibilità musicali, transeando il puro e semplice Heavy Metal style. Questo pezzo, sebbene sia un lento, possiede in sé una grande carica, che riesce in ogni istante a trasmettere all’ ascoltatore, tramite i soliti mezzi messi in campo dagli U.D.O.: riffs eccelsi e costruzione complessiva del pezzo da manuale.

Ora, dopo tutto quello che avrete letto, penserete come mai sotto ad essa campeggi un voto apparentemente così basso ( anche se poi tanto basso non è ). Questo perché non ho visto in questo disco quello che ad esempio ho potuto notare in “Animal House”: sicuramente una maggiore ispirazione complessiva, questo sì, ma anche e soprattutto una varietà di temi e sbocchi musicali che solo masterpiece di livello mondiale possiedono. Evidentemente “Faceless World” era destinato a rimanere un ottimo e grandioso disco, ma fine a se stesso.

Ciò non significa che ora mi stia rimangiando tutto ciò che di buono ho detto a riguardo di questo album, appena qualche rigo più su, anzi, ci tenevo a rimarcare come di questo lavoro non si possa che parlarne decisamente bene, ma la differenza che passa fra un ottimo disco ed un capolavoro c’è e, anche se in questo disco si vede meno che in altri, “Faceless World”, come avrete capito, purtroppo capolavoro che ha marcato la storia non è, ma solo una grande conferma, che una altrettanto grande band dà delle sue grandissime capacità, specie nella voglia di mantenere sempre e comunque alto il nome della propria musica e del proprio credo, continuando a navigare a vele spiegate nei vasti quanto profondi mari dell’ Heavy Metal.

Daniele “The Dark Alcatraz” Cecchini

Line Up:

Udo Dirkshneider – Vocals

Mathias Dieth – Guitars

Wolla Bohm – Guitars

Thomas Smuszynski – Bass

Stefan Schwarzmann – Drums

TRACKLIST

Heart of Gold

Blitz of Lightning

System of Life

Faceless World

Stranger

Restricted Area

Living On A Frontline

Trip To Nowhere

Born To Run

Can’t Get Enough

Unspoken Words

Future Land

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