Recensione: Faster Than The Speed Of Light

Di Stefano Ricetti - 24 Giugno 2023 - 8:23

Periodo particolarmente hot per i veterani Raven, questo, dal momento che a fine giugno vedrà la luce il loro nuovo album All Hell’s  Breaking Loose e fra un mese circa si esibiranno a Cremona, con Scala Mercalli, Ancillotti e Threshold, in apertura ai Saxon in quel del Luppolo In Rock.

A mantenere sempre alto il livello di attenzione nei confronti del gruppo dei fratelli Gallagher  viene ulteriormente in aiuto questo Faster Than Speed Of Light, un intrigante cartonato a quattro ante pubblicato dalla Hear No Evil Recordings Ltd/Cherry Red, contenente i Cd di Live At The Inferno del 1984, Destroy All Monsters – Live In Japan del 1985 e Party Killers: The Covers Album del 2015. Tre dischetti ottici alloggiati all’interno di una confezione molto ben curata, zeppa di belle foto e accompagnata da un booklet di sedici pagine contenente numerosi altri scatti, le note tecniche e due facciate dedicate al commento dei vari componenti i Raven nei confronti di ogni singola cover proposta su Party Killers.

Live At The Inferno costituisce il suggello di quell’athletic rock espresso fra il 45 giri di debutto Don’t Need Your Money/Wiped Out del 1981 (anche se i Raven esistevano già dal 1974 e il loro primo concerto è datato 1975) e la magica tripletta di album Rock Until You Drop (1981), Wiped Out (1982) e All For One (1983) a chiudere il cerchio della loro collaborazione con la label di casa Neat Records. Sarebbero poi passati alla statunitense Atlantic Records.

All’interno di Inferno vi sono tutti i classici forgiati dalla premiata ditta Gallagher Bros & Hunter, nessuno escluso, una serie ininterrotta di veloci mazzate heavy metal che a suo tempo stava giusta giusta in una cassetta C90, 42 minuti sul lato A e 40 sul lato B, da poter sentire in macchina dopo averci riversato sopra i due Lp del 1984. Se agli Exciter, più rozzi e sferraglianti, venne attribuita la paternità di aver inventato lo speed metal, è altrettanto probabile che i crazy canucks per concepire i vari Heavy Metal Maniac, Violence & Force e Long Live The Loud i Raven se li siano studiati ben bene…

Diverso, ma poi non di molto, il discorso legato al secondo CD contenuto dentro Faster Than Speed Of Light: Destroy All Monsters – Live In Japan venne catturato il 13 maggio del 1995 in quel del Club Citta, a Tokyo. Scorrendo la scaletta è inevitabile constatare come risulti meno spumeggiante di quella di Inferno, d’altro canto i Raven nel periodo fra il 1985 e il 1995 non è che avessero prodotto ‘sti grandi capolavori: Stay Hard (1985), The Pack Is Back (1986), Life’s a Bitch (1987), Nothing Exceeds Like Excess (1988), Architect Of Fear (1991) e Glow (1994). Cinque album mediamente solidi ma meno ficcanti dei primi tre della loro carriera. Monsters, come è giusto che sia, inanella vecchi classici: “Mind Over Metal”, “Live At The Inferno”, “Crash! Bang! Wallop!” insieme con altri pezzi più recenti, “White Hot Anger”, “For The Future” e “Architect Of Fear”.

A chiudere baracca e burattini vi è poi Party Killers: The Covers Album, un Cd che raccoglie, come da titolo, tutte le cover realizzate dai Raven nella loro storia. Nulla di particolarmente eclatante, in realtà. Gli inglesi, ovviamente, pescano a piene mani nel loro background, costituito da influenze recepite da band che negli anni Settanta dettavano legge, o quasi. Si passa dalle famose “Fireball” dei Deep Purple e “Bad Reputation” dei Thin Lizzy  a cose più di nicchia quali “Ogre Battle” dei Queen e “In For The Kill” dei Budgie. Interessante “Hang On To Yourself”, posta in chiusura, il classico di David Bowie versione Ziggy Stardust.

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti                         

 

 

 

 

 

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