Recensione: Follow The Flames
Partiamo dalla fine.
Ufficialmente, il CD allegato all’edizione limitata è un regalo per i fans del gruppo. Otto gustose rivisitazioni di altrettanti pezzi dei gruppi più disparati, con tanto di guest star, sì da rendere “Follow The Flames”, quinta fatica in studio dei tedeschi Burden Of Grief, il più appetibile possibile, anche ai più. Inoltre, la produzione di Dan Swanö (Edge Of Sanity, Dissection, Opeth, …) e la cover/artwork di Gustavo Saves (Arch Enemy, God Forbid, …) possono far pensare che dietro a quest’allettante proposta possa esserci una concreta occasione da acchiappare a tutti i costi.
Dopo i primi ascolti, ahimè, tutto quanto sopra pare essere il classico «specchietto per le allodole», falsamente lucido e brillante. Sensazione che diventa (quasi) realtà una volta assimilate, invero con facilità, le undici canzoni che compongono il full-length. Swanö, indubbiamente, ha dato una forte spinta affinché il sound del gruppo giungesse a una concretezza sin quasi spietata, nella sua materializzazione. Tuttavia, tira di qua e tira di là, si rimane in mano con l’ennesimo, abusato episodio del più trito e ritrito swedish melodic death metal. Che poi, sintetizzando, rimane l’unico, seppur grave, difetto di “Follow The Flames”; peraltro impeccabile sotto tutti gli altri punti di vista. Oltre alla produzione e la grafica, non di meno, tutto il pacchetto complessivo è in grado di sostenere con tranquillità quanto richiesto in termini di qualità dal mercato internazionale. Il prodotto sprizza professionalità da tutti i pori; tutto è al posto giusto, offerto al momento giusto. Da manuale il growling sciolto e leggero di Mike Huhmann; come il guitarwork di Philipp Hanfland e Johannes “Joe” Rudolph, allineato agli stilemi del genere in modo quasi impressionante. Da far invidia a un orologio svizzero la precisione della sezione ritmica tenuta su da Florian Bauer e Sebastian “Rob” Robrecht, infine. Come già accennato, lo stile del quintetto è maturo, moderno e naturale: il bilanciamento fra dura aggressività e dolce melodia è da voce enciclopedica.
Impeccabile, anche, la sequenza dei brani che, ovviamente, non sfora la media della durata complessiva di un disco rock tradizionale, cioè i tre quarti d’ora. A proposito delle canzoni non c’è dubbio, forzando anche gli ascolti, che tutte o quasi si rivelino accattivanti e piacevoli da masticare. Dall’opener “Follow The Flames”, dal suono pieno, gratificante per gli amanti della potenza intesa in senso musicale, sino alla conclusiva “Rise Like A Phoenix” che, addirittura, fa pensare al southern rock ‘n’ roll stile W.A.S.P., perlomeno nell’incipit. Non a caso, qua e là, c’è più di un richiamo all’hard rock (“Born In Fire”), seppur corroborato dall’apporto iper-vitaminico dei Nostri. A volte si accelera (“The Arms Of Death”), a volte si rallenta (“Doomed To Fall”), a volte si preme sull’aspetto melodico (“No Way Out”). Ecco, in ciò consiste la salvezza del platter: il songwriting. I singoli brani regalano sempre «qualcosina di buono» da cui trarre piacere, fatto dimostrante che la capacità compositiva di Huhmann & Co. non sia così anonima come lo stile proposto, sfortunatamente (per loro) piatto come una tavola.
Alla fine il giudizio è attestabile sulla sufficienza o poco più: i Burden Of Grief non aggiungono nulla alla causa musicale del metal. Non c’è un accordo o una peculiarità che non sia già stata proposta da qualcun altro, in passato. Questo non basterebbe a far promuovere – seppur di poco – “Follow The Flames”, se non fosse che, invece, il complesso delle song si riveli ben concepito. Tale da rendere il lavoro piacevolmente fruibile, se non si vogliono spremer troppo le meningi.
Daniele “dani66” D’Adamo
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Track-list:
1. Ignition (Intro) 0:42
2. Follow The Flames 4:19
3. Born In Fire 4:30
4. The Arms Of Death 4:04
5. Disruption Of A Confused Mind 3:50
6. Doomed To Fall 4:38
7. No Way Out 4:34
8. Mirror Of Truth 4:18
9. Burning Red Eyes 3:44
10. Fallen 3:27
11. Rise Like A Phoenix 4:47
Bonus-CD (cover):
1. Aces High (Iron Maiden) 4:42
2. The Four Horsemen (Metallica) 5:25
3. Break On Through 3:25 (The Doors – feat. Dan Swanö, Edge Of Sanity)
4. Mouth For War (Pantera) 3:59
5. Fool For Your Loving 4:24 (Whitesnake)
6. Refuse/ Resist 3:12 (Sepultura – feat. Sabina Classen, Holy Moses)
7. Hell Aint A Bad Place To Be 4:01 (AC/DC)
8. Valhalla 5:00 (Blind Guardian – feat. Gerre, Tankard)
Line-up:
Mike Huhmann – Vocals
Philipp Hanfland – Guitars
Johannes “Joe” Rudolph – Guitars
Florian Bauer – Bass
Sebastian “Rob” Robrecht – Drums