Recensione: Forged In Fury

Di Andrea Poletti - 2 Settembre 2015 - 0:01
Forged In Fury
Band: Krisiun
Etichetta:
Genere: Death 
Anno: 2015
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
60

«“Forged In Fury” segna il nostro ritorno in studio dopo tre anni… era il momento di cambiare. Quest’album potrebbe essere descritto come ‘più naturale’; le canzoni sono venute fuori con più atmosfera e più low-end il che rende il suono ancora più brutale e diretto. C’è voluto un sacco di duro lavoro e dedizione senza seguire mode o tendenze del momento, questo è un album metal fino all’osso, con un enorme suono naturale. La scrittura delle canzoni cattura tutta l’esperienza e le sensazioni che abbiamo raccolto attraverso tutti gli anni di tour e le registrazioni, ha più variazione e dinamiche, ma è ancora al 100% Krisiun. Quest’album è stato realizzato con un sacco di cuore e di passione per la musica metal.»

Con queste parole la band brasiliana introduce al grande pubblico il nono lavoro in studio a distanza di tre anni dal precedente “The Great Execution”. Che qualcosa in seno alla band sia cambiato alla luce di questa nuova release, aldilà dei classici proclami per la stampa, è evidente e cristallino: un approccio meno irrazionale, più coeso ed una struttura dei brani più propensa a una linearità pragmatica non deve essere visto come un male, ma semplicemente la volontà da parte dei nostri di ‘testare strade alternative‘.

Ovviamente, come tutti ben sappiamo, nel death metal di oggigiorno nulla più si crea, ma riuscire a plasmare gli spigoli per farli brillare di luce nuova è un lavoro che in pochi ancora riescono ad affrontare con le giuste capacità. Tre anni, dicevamo, un tempo lunghissimo nella vita di una persona; io, tu e chiunque altro al Mondo, tre anni fa magari aveva ideologie, sensazioni, opinioni e percezioni completamente distanti da oggi, figurarsi cosa può accadere nell’approccio strumentale di una band che deve costantemente mettersi alla prova con i novelli del settore, sempre più saturo di qualsivoglia band di più o meno scarso valore artistico. Certamente i Krisiun ad oggi non devono più dimostrare nulla a nessuno con venti anni e passa di carriera sulle spalle; possono andare in un qualsiasi festival o concerto che sia, sicuri di trovare una schiera di fan esaltati ed affascinati. Peccato che, come nelle migliori famiglie viste da fuori, un occhio critico esterno trova quelle piccole crepe che nelle quattro mura domestiche non sono altro che uccelli che cinguettano e petali di rosa sparsi su un cammino idilliaco. Cosa c’è in questo nono capitolo che non brilla a dovere? Venite con me.

“Forged In Fury”, quasi un’ora di brutalità servita su un piatto d’argento, già il titolo dovrebbe incutere timore, istinto metal al 100%! Peccato che di furia qui se ne trovi bene poca, o meglio c’è ma leggermente assopita dagli anni, concedetemi di paragonare la furia dei Krisiun nel 2015 a quella di un eventuale nuovo capitolo di Rocky Balboa, incazzato sì, ma con sempre i suoi anni sulle spalle. Come? I Krisiun che si sono ammorbiditi? No ragazzi no, semplicemente in questa specifica occasione le soluzioni scelte portano ad una maggiore dilatazione delle tempistiche, un’apertura più ariosa, melodica che strizza l’occhio in diversi momenti a sfumature del metal classico. Nulla di male, ma il death metal è il genere amelodico per eccellenza, brutalità pura applicata ad una furia che cresce e divora le interiora; dischi come “Black Force Domani”, “Conquers Of Armageddon” o il più recente “Southern Storm” han dimostrato come il trio sia in grado di fare il suo sporco dovere e impartire qualche lezione a livello globale, ma idolatrare il passato nuoce alla salute.

All’interno di “Forged In Fury”, c’è cattiveria, ci sono i classici assalti a tout-court e a consueta intolleranza ignorante, ma dopo ripetuti ascolti canzoni quali “Dogma Of Submission”, “Soulless Impaler” o “Oracle Of The Ungod” (giusto per citarne tre random) risultano un piacere fine a stesso, dove quello che è appena transitato attraverso i padiglioni auricolari viene perso nel meltin’ pot di note senza un fine ben preciso. Il limite dei Krisiun è viscerale, radicato in profondità da una vita, dove l’impossibilità da parte del gruppo di andare oltre i propri confini porterà sempre ad autocitazione presa da questo o quell’album del passato. Pare che la maturità, non solo, abbia portato a nuove soluzioni da sperimentare, ma che abbia scavato un solco profondo tra le rughe del gruppo, incapace di travolgere come un tempo, correndo a metà velocità per non consumare il carburante. Come ultimo fattore, ma non per importanza c’è la durata di questo full-length, che risulta a conti fatti un’arma a doppio taglio. Come nel precedente “The Great Execution”, c’è un minutaggio superiore alla soglia d’attenzione media, che porta il tutto a perdersi in un calderone fatto di ottocento note, mille blast-beats, creati da una batteria che cade nel cliché del grind ogni trenta secondi. Ho parlato della batteria, ma a tutto quello già descritto sino a questo momento ci aggiungiamo la voce più che mai piatta del povero Alex Camargo, fautore di una prova non prettamente cristallina, il gioco è chiuso: ‘set-gioco-partita-incontro-applausi-saluti e baci’. Ovviamente di lati positivi c’è ne sono a decine, non è tutto da buttare via, il lato melodico accennato in precedenza in fin dei conti può essere visto come la possibilità di andare oltre i classici stilemi, scrollandosi un po’ di ruggine dalle spalle (“Timeless Starvation” è la prova indiscussa di questa sgrossatura), chiudendo in ultimo con la produzione impeccabile, al limite del maniacale: mr. Erik Rutan non tradisce mai le aspettative grazie ad un suono organico e dinamico al punto giusto. Manca ovviamente il pezzo da novanta, quello che desideri ascoltare per sempre e per il quale nutrirai un amore sconfinato, c’è però una chirurgica esecuzione di ogni singolo passaggio che porta un meritato applauso alla band, capace nel bene o nel male, di intagliare cambi di tempo e stacchi meglio che in passato, come solo loro sono in grado di fare. Accontentarsi di così poco sarebbe da superficiali neofiti.

Vogliamo fare una scommessa? Tra dieci-quindici anni, quando i nostri cari brasiliani avranno rilasciato altri album, girato il globo a più non posso e fornito carne a sufficienza per i poghi interstellari, starete qui a commentare e spendere lodi su “Forged In Fury” oppure starete sull’attenti, aspettando un nuovo “Black Force Domain” parte seconda? A detta loro, l’album è stato forgiato nella furia, a conti fatti pare proprio che questa furia sia talmente cieca che stia giocando a mosca… si salva dal declino totale perché constatando l’andazzo della scena globale c’è di peggio, di molto peggio, ma a conti fatti risulta una delle uscite più basse della discografia dei Nostri che forniscono un ulteriore tassello, ma discontinuo ed assopito.

Andrea Poletti

Ultimi album di Krisiun

Band: Krisiun
Genere: Death 
Anno: 2022
79
Band: Krisiun
Genere: Death 
Anno: 2015
60
Band: Krisiun
Genere:
Anno: 2008
80
Band: Krisiun
Genere:
Anno: 2006
75