Recensione: Fragments of Insanity [reissue]

Di Federico Mahmoud - 15 Febbraio 2007 - 0:00
Fragments of Insanity [reissue]
Band: Necrodeath
Etichetta:
Genere:
Anno: 2006
Nazione:
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85

Il capitolo Necrodeath racconta una delle tante vicende oscure, pregne di incomprensioni e pregiudizio, che costellano il firmamento musicale italiano di vent’anni fa. Attivi dal lontano 1984 come Ghostrider, i quattro genovesi esordiscono con il seminale 4-tracce The Shining Pentagram (ancora oggi una tappa obbligata per chi fosse attratto dall’archeologia), scuotendo una scena per lo più indifferente agli sviluppi più estremi in campo heavy metal. Il successo della demo-tape spiana la strada all’esordio Into the Macabre (1987), che viaggia sulle coordinate di un animalesco thrash / black così influente per le generazioni a venire: The Flag of the Inverted Cross, Mater Tenebrarum e Internal Decay ne incarnano tuttora il manifesto più autentico.

Nel 1989 è il turno di Fragments of Insanity, platter visibilmente più bilanciato sotto il profilo esecutivo ma fedele all’approccio brutale che per sempre animerà le opere del quartetto. La formazione all’opera vede ancora i fondatori Claudio (chitarra) e Peso (batteria) accompagnati da Ingo (voce, chitarra) e Paolo (basso), né sono mutate le intenzioni del gruppo, impegnato in un ibrido malsano che s’ispira variamente al thrash / proto-death d’oltreoceano (cfr: Slayer e Possessed) e alla scena mitteleuropea. L’ispirazione non è mai mancata e i risultati parlano da soli: Choose Your Death, Fragments of Insanity, Enter My Subconscious e la conclusiva Eucharistical Sacrifice forgiano uno spaccato fedele di quei giorni di fuoco, animati dal desiderio di cimentarsi ad armi pari con i mostri sacri del genere. Tra tutti i gruppi emersi in quel periodo (alcuni citati alla voce ringraziamenti nell’inserto originale), i Necrodeath condividono con pochi altri l’indiscussa leadership del movimento, forti di una line-up rodata che riconosce nel furioso drumming di Peso un elemento insostituibile.

Il resto è storia: il combo ligure si arena sul più bello, trasformando l’agognato trampolino di lancio in un capolinea non preventivato. Senza entrare nel merito delle responsabilità oggettive, lo split lascia dietro di sé un silenzio lungo dieci anni, solo in parte interrotto dai percorsi paralleli di (Necro)Sadist e Schizo (che accoglieranno il vocalist Ingo), cult-band catanese già coinvolta nel progetto MondoCane. La rinascita datata 1998 – con l’innesto di Flegias (voce) e John (basso) – salderà il conto con la storia, riportando in carreggiata una delle realtà più stimate del panorama tricolore; da allora i Nostri proseguono imperterriti il proprio cammino, continuando a sfornare album con rinnovato vigore.

Oggi Scarlet Records riporta alla luce, dopo una prima ristampa targata Avantgarde (2001), l’opera uscita a suo tempo su Metal Master / Discomagic. Operazione lodevole ma non esente da pecche: pesano nello specifico l’assenza di materiale esclusivo (da note biografiche a tracce bonus) e l’impressione, alimentata alla vista di un booklet impraticabile senza un paio d’occhiali, di una realizzazione approssimativa, decisamente inferiore agli standard del mercato. Il voto è un doveroso omaggio ai Necrodeath, che con Fragments of Insanity si assicurano definitivamente un posto tra i Grandi del nostro Paese.

Federico ‘Immanitas’ Mahmoud

Tracklist:
01 Choose Your Death
02 Thanatoid
03 State of Progressive Annihilation
04 Metempsychosis
05 Fragments of Insanity
06 Enter My Subconscious
07 Stillbirth
08 Eucharistical Sacrifice

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