Recensione: From Within

Di Angelo D'Acunto - 22 Marzo 2009 - 0:00
From Within
Band: Astra
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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67

Nati nel 2001 e con un passato da cover band ufficiale dei Dream Theater alle spalle, gli Astra esordiscono in qualità di compositori nell’anno 2006 con il primo full-length ufficiale About Me: Through Life And Beyond uscito per la Burning Star Records, disco non eccezionale e che si manteneva fisso sugli standard del genere. A tre anni circa di distanza, la band romana ci riprova con From Within, secondo studio album ufficiale edito dalla Lion Music.

Poche cose sono cambiate rispetto agli esordi, quasi niente: le coordinate stilistiche del combo romano continuano a mantenersi fisse sul progressive di chiara matrice “dreamtheateriana” e, sopratutto, senza l’aggiunta di troppi spunti personali. Ovviamente nessun dubbio a riguardo di quello che è l’indiscutibile valore tecnico dei musicisti coinvolti: abili strumenti a tutti gli effetti, come del resto hanno già ampiamente dimostrato durante gli esordi in qualità di “semplice” cover band, ma non altrettanto bravi quando si tratta di chiudersi in studio e dare alla luce pezzi composti di propria mano. Ottimo potenziale tecnico in dotazione quindi, che viene ampiamente messo in risalto da una produzione curatissima nei minimi dettagli e che lascia grande spazio a tutti gli strumenti utilizzati. Ma torniamo a concentrarci sul fattore songwriting: le idee (anche piuttosto brillanti) all’interno del disco risultano essere effettivamente presenti e in alcuni casi vengono sfruttate anche a dovere, mentre per quanto riguarda l’altra fetta di percentuale, quello che ci troviamo di fronte è un puro e semplice compitino svolto alla perfezione, ma senza troppo scomodarsi a stupire a tutti i costi l’ascoltatore. Insomma, diversi sono gli sprazzi di luce presenti all’interno di From Within, ma tante sono anche le zone d’ombra che ritroviamo sparse all’interno della tracklist. Per quanto riguarda il primo caso, ci sono sicuramente da citare l’opener Over The Hills, le più aggressive e dirompenti Hypocrisy e The Hitman e la ballad finale Never Say Goodbye, quest’ultima caratterizzata sopratutto dal massiccio uso di cori e d’inserti orchestrali; tutti brani che, come da manuale, puntano gran parte delle proprie forze su linee melodiche decisamente azzeccate e facilmente assimilabili all’instante, miste ad una buona dose di potenza sonora. Con la restante sezione di tracklist, ci troviamo di fronte a brani sicuramente ben suonati, ma che purtroppo risultano essere un po’ troppo statici, banali e che si allontanano veramente poco dai classici e strasentiti standard del genere.

In sostanza, From Within è sicuramente un leggero passo in avanti rispetto al disco d’esordio, sopratutto per quanto riguarda quelle che sono le idee concepite, ma che purtroppo, in alcuni casi, fatica a decollare come dovrebbe. Per adesso gli Astra rimangono ancora fissi sugli standard del genere senza avere la minima intenzione di dare alla luce un lavoro originale e che in qualche modo sia capace di stupire, limitandosi a confermare quelle che sono le ottime doti tecniche in possesso dei singoli elementi coinvolti. Le capacità per fare di meglio ci sono sicuramente tutte, staremo a vedere cosa riusciranno a confezionare per il prossimo futuro.

Angelo ‘KK’ D’Acunto

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Tracklist:

01 Over The Hills
02 Promises You Made
03 Memories Remain
04 The Rage Behind
05 Save Another Day
06 Hypocrisy
07 Road To Nowhere
08 Simple Mind
09 The Hitman
10 Never Say Goodbye

Line Up:

Titta Tani: Vocals
Andrea Casali: Bass
Emanuele Casali: Keyboards
Silvio D’Onorio De Meo: Guitar
Filippo Berlini: Drums

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