Recensione: Galeere

Di Angelo D'Acunto - 13 Maggio 2009 - 0:00
Galeere
Band: Geïst
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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77

Nati a Bielefeld (Germania) nell’anno 2005, i Geïst nel corso di questa prima
parte della carriera hanno portato avanti una proposta musicale che si è evoluta e
continua a mutare la sua forma per ogni disco pubblicato. A partire dal black
gelido e minimale del debutto Patina, passando per le escursioni più
malinconiche e dark-oriented di Kainsmal, fino ad arrivare
a Galeere, terzo full-length ufficiale edito dalla Lupus Lounge.

Teatrale, evocativo e pesante, quasi come un macigno che si abbatte
violentemente sull’ascoltatore: ecco come può essere definita in sintesi questa
nuova opera dei Geïst. Il sound della band di Bielefeld continua quindi
con la
propria evoluzione, lasciandosi alle spalle la malinconia di Kainsmal, anche se
solo in parte, e mantenendo comunque quelle atmosfere oscure e drammatiche del full-length precedente, con in più una maggiore aggressività
che caratterizza le partiture. Violenza che si alterna
continuamente con momenti più lenti e ragionati, dove a regnare sovrana è sempre
un’aurea lugubre e decadente che aleggia minacciosa su tutta la durata della
tracklist e che scaturisce fuori dai sinistri
accompagnamenti sinfonici ad opera delle tastiere. Il tutto è sorretto da una
produzione di prim’ordine, moderna, che lascia spazio a tutti gli strumenti e affidata alle mani di
Markus Stock degli Empyrium.
Cinque sono le tracce racchiuse all’interno di Galeere, brani dotati di un
minutaggio piuttosto sostenuto che si aggira fra gli otto e i quindici minuti,
ma non per questo difficili da assimilare, sopratutto dopo una dose ben nutrita
di ascolti. Pezzi legati da un unico filo conduttore (il mare), come si può
capire benissimo dallo splendido artwork che ben descrive quelli che sono i
contenuti del disco. Si parte con la possente title-track,
pezzo introdotto dal suono di un sonar (sempre presente in più punti della
tracklist) che pulsa lentamente, creando un clima di
attesa quasi distensiva, lasciando poi subito spazio a sfuriate puramente black
che si rovesciano violentemente con l’impeto di un fiume in
piena, interrotte di tanto in tanto da momenti di quiete che si avvicinano a
lidi nettamente più doom. Seguono la stessa scia lasciata dall’opener anche le
successiva Ein Winter Auf See e Durch Lichtlose Tiefen,
tracce dove la supremazia assoluta è tutta delle linee melodiche ricreate dalle
chitarre, le quali guidano agevolmente la marcia dei restanti strumenti. Il
finale è dedicato alla più coinvolgente Helike, anticipata da un’intro
di basso distorto, ed ai quindici minuti della possente Unter Toten Kapitänen,
dove a mettersi in risalto è sopratutto la componente più epica della musica.

Nulla di estremamente innovativo rispetto agli standard, sia chiaro, ma
comunque ben composto e suonato. La forza di Galeere sta
sopratutto nelle atmosfere evocative ricreate al suo interno, le quali sono il
frutto di un songwriting ispirato e decisamente personale. Insomma, i Geïst
sono sicuramente una band in crescita e che sta cominciando a dare la
giusta definizione al proprio sound, anche se, per il momento, rimangono ancora
parzialmente legati ai classici cliché del genere. Vedremo se riusciranno a
proseguire su questa strada anche nel prossimo futuro.

Angelo ‘KK’ D’Acunto

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Tracklist:

01 Galeere
02 Ein Winter Auf See
03 Durch Lichtlose Tiefen
04 Helike
05 Unter Toten Kapitänen

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