Recensione: Get Heavy

Di Enzo - 26 Aprile 2003 - 0:00
Get Heavy
Band: Lordi
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
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75

Dal nome credevo fossero una band appartenente al movimento underground italiano, invece no, i Lordi, nonostante il nome, giungono dalla Finlandia. Sfogliando l’orribile artwork che fa da contorno ai testi ed al cd in ogni sua parte, avevo seri dubbi sulla validità della band in questione. Scoraggiato da tanto orribile poco gusto che con l’heavy metal ha poco da spartire, con mia somma sorpresa, mi sono ritrovato avvolto, dopo una tutto sommato intro in linea con l’artwork, dalla title track nonchè vero brano d’apertura, parliamo di Get heavy e riff semplici, ma decisamente heard n’ heavy hanno avuto la capacità di risollevarmi il morale facendomi capire che è proprio una HM band che ho di fronte.
Le influenze che permeano dal disco provengono direttamente da artisti quali i primi Bon Jovi o Alice Cooper dell’era del full lenght “Trash” mentre è un heavy music di stampo teutonico a far capolino nella seguente Devil is A Loser, forse uno dei pezzi più riusciti del lotto. Il ritornello, di chiara memoria timbrata Grave Digger e dannatamente catchy nel suo incedere, entra subito nella testa dell’ascoltatore travolgendolo nella sua semplicità a cantare in coro the devil is a loser and he’s my bitch for better or for worse and you don’t care which. Buona la prova anche della successiva e più granitica Rock The Hell Outta You accompagnata da un ottimo e ben costruito muro sonoro scarutito dal riffing chitarristico compatto ed aggressivo. Would You Love A Monsterman? (Bon Jovi at its best!) è il successivo pezzo del lavoro, nonchè un’altra hits dell’album (ancora una volta bellissimo il refrain).
Di tutt’altro stampo la successiva e rocckeggiante Icon of dominance dove in primo piano si elevano dal sound compatto le melodie della tastiera aggiungendo un certo triste pathos all’andamento del pezzo. Si torna a respirare un pò di velocità con l’hard rocckeggiante Not The Nicest Guy dove la voce aggressiva del singer si snoda su di una costruzione strumentale davvero azzeccata. Di stessa fattura la seguente Hellbender turbulance scandita dall’ottimo drumming e dai sempre trascinanti refrain, molto diversa dalla successiva e nettamente più aggressiva Biomechanic man, tra i pezzi più frizzanti e duri del disco. Simpatica Last kiss goodbye che nel suo incedere tipicamente “melodic rock oriented” precede la successiva Dynamite tonite che parte in un’esplosione di metallica energia e che tra drumming aggressivo e pungenti riff si attesta come altro pezzo forte del platter.
Chiude il disco la “cooperiana” Moster Moster simpatica, divertente e forse contenente l’assolo più bello del full lenght. 13 è un piccolissimo pezzo “ambientale” composto da ttristi e funerei suoni e rumori tipici di un cimitero in notturna, bhe, non poteva esserci conclusione più azzeccata per questa band che ha sposato l’horror con ironia.

Che dire alla fine, un lavoro che magari alla lunga può annoiare, ma che riesce sicuramente nel suo intento, cioè di catturare immadiatamente l’ascoltatore grazie ai ritmi ultra melodici che caratterizzano quasi tutti i brani del disco. I Lordi hanno saputo, tuttavia, unire sapientemente le loro varie influenze musicali che spaziano dall’Hard Rock di matrice targata Bon Jovi all’Heavy Metal di classe più puro.
Vincenzo Ferrara

Tracklist:
1. Scarctic circle gathering
2.Get heavy
3.Devil is a loser
4.Rock the hell outta you
5.Would you love a monsterman?
6.Icon of dominance
7.Not the nicest guy
8.Hellbender turbulance
9.Biomechanic man
10.Last kiss goodbye
11.Dynamite tonite
12.Monster monster
13. 13
BONUS: Would you love a monsterman? Video

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