Recensione: Ghosts Of Loss

Di -BlackDream- - 11 Dicembre 2005 - 0:00
Ghosts Of Loss
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Anno: 2005
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79

Bastano poche note per entrare tra le pieghe di questo nuovo lavoro dei finlandesi Swallow The Sun: un arpeggio cristallino e sognante, una leggera voce in sottofondo e un’ atmosfera notturna da brivido. Poi un urlo improvviso, una scarica di chitarre dal suono pieno e l’iniziale “The Giant” puo’ così mostrarsi in tutta la sua seducente potenza. Hanno così inizio i sessantacinque minuti di Ghosts Of Loss: lavoro che si dimostra subito solido, compatto e affascinante come la sua traccia di apertura.

Ritroviamo gli Swallow The Sun proprio come li avevamo lasciati due anni fa, con la loro proposta tra il Doom e il Death che non farà mai gridare al miracolo, ma che è sempre in grado di colpire con le sue decadenti melodie, tanto curate quanto efficaci. Le canzoni si sviluppano su minutaggi piuttosto elevati, però riescono a scorrere con grande facilità, segnale che ogni passaggio non risulta mai forzato ma, al contrario, è ottimamente studiato per incastrarsi perfettamente in un songwriting che non presenta cedimenti. I passaggi eterei e piu’ puramente emozionali, disseminati per tutto l’ album, non possono lasciare indifferenti; risulta fondamentale in questo senso la prestazione del cantante Kotamaki che mostra un notevole miglioramento nella qualità del cantato pulito, riuscendo così a donare a ogni passaggio il giusto carico di feeling. Non sono da meno le parti in growl che si mostrano precise e pesanti, un urlo profondo ma chiaro in grado di esaltare ogni singolo riff.
Dopo la lunga traccia iniziale, il disco prosegue con “Descending Winters” e “Psychopath’s Lair”, due brani diretti dove la parte piu’ strettamente Death viene messa maggiormente in evidenza. Sempre presenti però le aperture più melodiche, spesso sottolineate dall’uso del cantato pulito, che giocano un ruolo moto importante, non risultando mai banali o fini a se stesse, ma facendosi apprezzare per la loro classe e per l’encomiabile modo in cui vengono inserite nel contesto. Perfetto esempio di quanto scritto, è la quinta traccia “Fragile”: brano più semplice degli altri ma in grado di colpire in pieno l’ascoltatore con le sue semplici note di pianoforte e con un ritornello che esplode in tutto il suo fantastico carico emotivo.
“Forgive Her…” è probabilmente il miglior brano del disco: altro ottimo esempio di come questo gruppo sia in grado di creare atmosfere da brivido unendo riff ispirati, tastiere mai invadenti e linee vocali dalla forza dirompente. Nessun calo neppure nella seconda parte del cd dove veniamo travolti dal graffiante romanticismo di “Ghost Of Laura Palmer”  in cui a colpire è la capacità del gruppo di riuscire a usare poche note inserendole nel posto giusto e al momento opportuno. Segue“Gloom Beauty And Despair”: canzone introdotta da una prima parte terribilmente atmosferica, grazie al tappeto ovattato di strumenti su cui svetta uno scream acido e a cui segue un ottimo assalto in “slow motion”; in chiusura ecco l’epitaffio finale di “The Ship” , un sospiro malinconico che chiude in bellezza un album grigio, potente e incisivo.

Gli Swallow The Sun non sono degli innovatori e non hanno nessuna pretesa in questo senso, difettano di soluzioni estremamente originali ma offrono con onestà la loro elegante proposta che magari cita, ma non imita e che “suona” bene. Dannatamente bene. Grazie alla classe dei suoi arrangiamenti e all’incisività dei suoi riff, questo Ghosts Of Loss riesce a sopperire molto bene alla mancanza di una forte personalità; il risultato è  un disco sincero che riesce a essere estremamente affascinante pur senza stupire, di essere elegante senza essere pacchiano e di essere ispirato al punto giusto, mostrandosi scorrevole e mai forzato. Non abbiate paura di farvi avvolgere tra le sue note e di coglierne ogni sfumatura nascosta: ne sarete ripagati. Fatelo perché, come ho scritto all’inizio, a volte basta davvero poco per addentrarsi in un album, ma uscirne puo’ diventare molto piu’ difficile.  

Paolo -BlackDream- Borella    

Tracklist:
01. The Giant
02. Descending Winters
03. Psychopath’s Lair
04. Forgive Her…
05. Fragile
06. Ghost Of Laura Palmer
07. Gloom, Beauty And Despair
08. The Ship

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