Recensione: Heart Of Our Time
Nel 1985, subito dopo il completamento del quarto album dei Demon British Standard Approved, la band subisce un gravissimo lutto, il chitarrista storico Mal Spooner muore a causa di un blocco polmonare. Dopo un periodo di riflessione, il leader e cantante Dave Hill decide di continuare l’avventura Demon senza sostituire l’amico, continuando con John Waterhouse, all’epoca chitarrista ritmico del gruppo, e registrando un nuovo album, uscito nello stesso anno ed intitolato Heart Of Our Time.
Più volte i Demon hanno cambiato genere nel corso della loro carriera, e questo disco rappresenta una nuova svolta stilistica, questa volta orientata verso il pop metal, naturalmente conservando la loro vena hard’n’heavy che contraddistingueva i loro primi due album (Night Of The Demon e The Unexpected Guest) e presentando ancora qualche spunto del prog tipico del loro capolavoro The Plague. L’album è aperto dalla title track, una delle canzoni più belle, mature e melodiche dei Demon (il che la dice lunga), con un’ottima chitarra che ricorda vagamente Brian May dei Queen nel sound. Una song superba, in cui si respira un’atmosfera di tranquillità, benessere, nonostante l’evento tragico subito dalla band poco prima.
Un gradino inferiore “In Your Own Light”, che risulta comunque essere un brano gradevole, caratterizzato da un ritmo rallentato ed un bel riff eseguito spesso, ripreso anche durante il guitar solo. Ottimo il lavoro di Steve Watts alle tastiere. Segue “Genius”, canzone chiaramente ispirata ai Rush e, che più di tutte richiama alla mente il prog degli ultimi due album. La canzone è incentrata sul trio voce-basso-batteria, la chitarra compare solo nelle fasi finali. Nonostante questo sia un buon episodio, si fatica ad arrivare fino alla fine, e solo nel finale la canzone si ravviva. “Expressing The Heart” è la prima ballad dell’album ed è dedicata a Mal Spooner. Una canzone toccante, dotata di una base musicale fantastica ed impreziosita dalla prova di un Dave Hill a dir poco superlativo. Evidentissima l’ombra dei Pink Floyd. Questa canzone è la prima a celebrare il chitarrista scomparso, tra gli altri tributi è assolutamente da segnalare “Remebrance Day” di Taking The World By Storm (1989).
Si torna a canoni più marcatamente hard rock e solari con la successiva “High Climber”, contenente un virtuosistico guitar solo, e presentante un ritmo cadenzato molto d’impatto. “Crossfire” è, come Genius, molto influenzata dai Rush del periodo Signals ed è la canzone in cui tutti i membri ci regalano la migliore prova con i rispettivi strumenti, in particolare apprezzo quella del tastierista Steve Watts, il cui contributo è determinante (come in ogni canzone Rush oriented, in fondo). Una dolce intro di tastiera ci trasporta nella seconda, magica ballad “Grown-Ups”, ancora più struggente della precedente “Expressing The Heart”, e caratterizzata da una dolcezza e delicatazza grandissime, impossibile non commuoversi ascoltando questa canzone… Poesia assoluta.
Dopo la strumentale “Summit” (di fatto un solo di tastiera) si presenta l’ultima canzone vera e propria, “One Small Step”, che più di tutte mette in mostra lo stile pop intrapreso con questo Heart Of Our Time. Una canzone molto melodica ed orecchiabile, che però non lascia impresso molto nella mente di chi l’ascolta. La brevissima “Computer Code” chiude l’album. Questo Heart Of Our Time non è certo una perla nella carriera dei Demon, ma si presenta come un album molto gradevole, e di sicuro interessante per chi vuole conoscere la band nella sua vena più pop, insieme al successivo Breakout (1987).
Federico Reale
Tracklist:
01 Heart Of Our Time
02 In Your Own Light
03 Genius
04 Expressing The Heart
05 High Climber
06 Crossfire
07 Grown-Ups
08 Summit
09 One Small Step
10 Computer Code
Line-up:
Dave Hill – Vocals
John Waterhouse – Guitars
Steve Watts – Keyboards
John Wright – Drums
Gavin Sutherland – Bass