Recensione: Hereafter

Di Gaetano Loffredo - 24 Ottobre 2007 - 0:00
Hereafter
Band: Magica
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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40

Voglio partire dalla presentazione ufficiale che compare sulla brochure promozionale allegata al disco: “Chiamatelo symphonic, power, gothic o melodic metal: i fans di Nightwish, Edenbridge e After Forever hanno un’altra band da venerare: i Magica”.
Non sono mai stato un’amante delle “introduzioni ad effetto” di cui le etichette discografiche fanno largo uso, tant’è che in qualche modo il disco bisogna spingerlo ma si rischia, come in questo caso, di incappare nel più classico degli errori: innalzare inutilmente le aspettative.

Hereafter è il terzo disco, successore dello scadente Lightseeker (2004) e del pessimo The Scroll Of Stone (2003), ma la notizia è la firma su un contratto offerto dalla misericordiosa AFM Records che, a differenza della precedente Divenia Music, distribuirà il nuovo album su scala mondiale. Eh sì, perché dopo lo sfacelo sonoro del recente passato, soltanto una label generosa avrebbe potuto legarsi ai Magica.

Scadente e scontato sono aggettivi che calzano bene anche sulla nuova produzione del sestetto rumeno, articolata su undici banali composizioni sulle quali sono piazzate altrettante melodie random rubacchiate ai maestri.
La musica è ripetitiva più che mai e la registrazione, benché migliorata rispetto agli esordi (e ci mancherebbe altro), ha il suo “tallone di Achille” nella batteria di Cristi Barla: indisponente il suono del rullante.
Qui non si parla di tecnica perché ce n’è a sufficienza, a partire dai giovani chitarristi Emylian B. e Bogdan “Bat” Costea fino alla voce di Ana Mladinovici, il problema risiede nella reiterata incapacità di costruire qualcosa di valido senza peraltro ovviare alle tangibili difficoltà strutturali. E quando si rialzano?

Canzoni flosce e inconsistenti che non aggiungono nulla rispetto a quanto è già stato detto e scritto molto meglio dai loro predecessori; non bastano nemmeno una manciata di “guizzi” sdolcinati e melensi per portare a regime un album che vive la drammatica assenza di intuizioni brillanti, confermando un’attitudine artistica gravemente insufficiente.
 
I Magica rientrano a pieno titolo nel guazzabuglio di gruppetti che vanno a saturare le fila di un genere che, oggi come oggi, non ammette tali e tante carenze.
Hereafter finisce per essere niente più che una curiosità ma bastano pochi ascolti per accorgersi, e spiace essere impietosi, che si tratta di un disco usa e getta. Meglio fermarsi qui, e che la AFM faccia bene i propri conti.

Gaetano Loffredo

Tracklist:
01.All Waters Have The Colour Of Drowning
02.Turn To Stone
03.Through Wine
04.No Matter What
05.Entangled
06.This Is Who I Am
07.The Weight Of The World
08.Energy For The Gods
09.Shallow Grave
10.I Remember
11.Into Silence

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