Recensione: Hubris Inc.
Quarto disco per gli statunitensi Anger As Art, band fondata da Rob Alaniz, batterista conosciuto nel giro thrash metal californiano per la sua militanza nei validissimi e poco conosciuti Evildead, gruppo che nel 1989 ha dato alla luce una gemma del thrash statunitense come “Annihilation of Civilization”. Quello fu un disco innovativo, uno dei pochi, già ‘fuori dagli schemi’ in un tempo in cui tutti scopiazzavano i soliti “Master of Puppets” dei Metallica, “The New Order” dei Testament piuttosto che “Reignin Blood” degli Slayer. Cosa aspettarsi quindi da un musicista che già al tempo era stato in grado, assieme ai suoi compari, di innovare un genere ormai ampiamento inflazionato da più? Non una cosa banale, di sicuro. E così è stato.
Bene, sulla falsa riga di quanto già da loro composto fino ad ora, gli Anger As Art, con questo loro nuovo “Hubris Inc.”, riescono a rendere ancora più dinamico e veloce il loro modo di tendere il thrash metal. E che dinamicità! Tutti i quattrodici pezzi qui contenuti spaccano alla grande, soggetti a forze rinnovate in musicisti tanto attempati, quanto allenati a competere ad alti livelli.
Ci troverete dentro mosh, thrash, speed, sfuriate filminee e repentine e tanto, tanto gusto. Lasciato da parte il classico thrash metal filo Bay-Area tanto in voga al giorno d’oggi, il gruppo affianca alla ferocia dei pezzi più thrashsy, altre gemme improntate su un ‘modus componendi’ tendente verso l’heavy metal tipicamente NWOBHM. I Motörhead la fanno da pardone in parecchi riffing, il cui groove tipico del rock (o chiamateli vagiti heavy) britannico di inizio anni Ottanta è riscontrabile sopratutto nei ritornelli e nel riff ad apertura di qualche brano. Questa ricchezza compositiva, sebbene non proponga nulla di nuovo, conferisce ad “Hubris Inc.” un gusto del tutto particolare e pregevole …e nemmeno tanto comune.
Cinquantacinque minuti di metal sincero, multiforme e genuino non sono cosa di tutti i giorni ed esperienza insegna ogni giorno di più, che nemmeno possiamo riporre particolar aspettativa sulla maggior parte delle giovani realtà thrash metal presenti sul mercato, ancora troppo focalizzate sulla riproposizione degli stilemi leggendari di questo movimento artistico (che al momento è tornato alla carica) invece che focalizzate sulla personalità e il gusto. Spesso invece si sente proprio il bisogno di ‘assaggiare’ un qualcosa che sappia di ‘sperimentale’ o che riassuma, non soltanto i dettami del thrash derivativo, ma pure le origini dello stesso. Lo speed, l’heavy veloce e tagliente, insomma la musica vera. Musica che gli Anger As Art sanno suonare. Semplice, ma efficace. Sono proprio quelle origini che permettono il legame tra ciò che era e ciò che sarà di nuovo in futuro. Ma non possiamo aspettare sempre che siano i ‘vecchi marpioni’ a darsi da fare… Per ora godimoceli!
Nicola Furlan