Recensione: Human Key

Di Nicola Furlan - 18 Maggio 2009 - 0:00
Human Key
Band: Ancient Dome
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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80

Mi si conceda una riflessione personale… che disco ragazzi! E lo dico da thrasher nato! Ancora Punishment 18 Records, ancora buon thrash, ma non solo. Il primo album dei saronnesi Ancient Dome riserva anche qualche piacevole sorpresa: infatti, mentre la maggior parte dei colleghi (sopratutto quelli di estrazione sudamericana) si rifà pedissequamente agli stilemi del thrash-core più radicale, gli Ancient Dome strizzano l’occhio a quelle band che riuscirono a farsi apprezzare per arrangiamenti raffinati e melodie avvolgenti. Con tali accorgimenti si tentò di arginare l’inarrestabile onda sonica che imperversava nella Bay area; non parliamo naturalmente dei maestri, ma di quella schiera di gruppi che, sulla scia di Master of Puppets, si orientò con poca elasticità a riproporre alla lettera le dinamiche del thrash metal made in USA. Per contrasto, emersero formazioni in grado di sperimentare: le sonorità mutarono gradualmente e si plasmarono tanto in post-thrash, quanto in speed metal – ma decisamente più tecnico e potente di prima. È in questa corrente che si collocano gli Ancient Dome, band che peraltro non disdegna il Bay Area sound e strizza l’occhio al thrash newyorkese.

Bastano un paio di ascolti perché tornino in mente gli Overkill di Taking Over e i danesi Artillery. Dai primi il quartetto sembra aver mutuato le costruzioni ritmiche proprie del thrash newyorkese, dai secondi una lezione di speed metal europeo; si aggiunga un pizzico di Megadeth e Heathen qua e là e il gioco è fatto. Nulla di particolarmente raffinato, ma c’è tanta spontaneità come non se ne sentiva da anni. In termini di songwriting non si tratta di un album old-style nudo e crudo, né post-thrash, quanto di una sorta di speed / thrash metal ben elaborato. L’eccellente guitar work del duo Porro / Fontana ricorda i raffinati intrecci chitarristici dei fratelli Stützer (Artillery), mentre la sezione ritmica è degna emula dell’indimenticabile coppia D.D. Verni / Rat Skates (Overkill). Paolo “Paul” Porro si esprime con piglio ed espressività, anche se la produzione non permette alla voce di essere apprezzata a fondo. È infatti il missaggio il punto debole del disco. Sia chiaro, nessuno pretende un suono alla Ayreon, ma uno sforzo nel bilanciamento dei volumi era opportuno. Le parti soliste sono spesso relegate nell’ombra da uno spesso muro di distorsioni, tese a porre in rilievo la sezione ritmica; stesso discorso per la batteria, penalizzata da timbri non adatti a dare risalto al buon operato di Giorgio “Joe” Alberti. Il tutto è poco equilibrato e non consente di saggiare la coesione e la personalità travolgente del gruppo di Porro e soci.

Nel complesso ci troviamo di fronte a un full-length di tutto rispetto, uno di quei dischi che fanno rizzare le orecchie. Questi ragazzi ci sanno fare: in attesa di un seguito, non resta che applaudire compiaciuti l’ottimo thrash proposto dagli Ancient Dome. A giudizio di chi scrive Human Key è attualmente la novità in campo thrash più valida degli ultimi sei mesi. Complimenti!

Nicola Furlan

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Tracklist:
01 Ancient Dome 
02 State of Regression 
03 The Defeat 
04 Tyrants 
05 Human Key 
06 Aeons 
07 Fall of the Dominion
08 Cold September 
09 Lost Creature 
10 Architect of Dreams
11 Total Command 

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