Recensione: Impact Is Imminent

Di Manuel Gregorin - 23 Giugno 2022 - 0:01
Impact is Imminent
Band: Anvil
Etichetta:
Genere: Heavy 
Anno: 2022
Nazione:
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73

Dopo oltre quarant’anni di attività e svariati album pubblicati, gli Anvil non hanno certo bisogno di presentazioni. Ma se proprio dobbiamo, almeno che siano del giusto prestigio ed autorevolezza. Come quelle fatte da un pezzo da novanta come Dave Grohl nel 2010, in occasione degli Spirit Awards.

Proprio quel Dave Grohl che è stato uno dei pionieri della musica grunge, la stessa che negli anni ’90 ha causato una profonda crisi dell’heavy metal di stampo classico mettendo in discussione il futuro di molte band.
Ma non degli Anvil. Loro, solidi e compatti come l’incudine da cui hanno preso il nome, hanno superato quasi incolumi quel periodo di incertezze per giungere imperterriti fino ai giorni nostri con “Impact Is Imminent“, diciannovesimo album in studio.

Album che si apre proprio con la registrazione delle parole di elogio verso la band pronunciate da Grohl nel 2010, che ci introducono al primo brano, “Take A Lesson“. Un granitico mid tempo auto celebrativo con cui il terzetto canadese sancisce il proprio ritorno sulle scene a due anni dall’ultimo “Legal At Last” del 2020. Ecco poi “Ghost Shadow” una fast song dai ritmi sostenuti e batteria galoppante. Insomma fin qui niente di nuovo in casa Anvil. Ma come si suol dire, nessuna nuova-buona nuova. Infatti già da queste prime due canzoni si intuisce come con questo nuovo lavoro la formazione nordamericana non si discosti di una virgola da quanto fatto lungo la propria carriera: dopo tutto, quello che i fans della band si aspettano. E questo lo sanno bene Steve “Lips” Kudlow e soci, visto che nemmeno questa volta deludono i loro ammiratori più affezionati rovesciando dalle casse dei loro stereo qualche tonnellata di riff ruvidi, mescolati a bordate di batteria con cui riscaldare le giornate.

Impact Is Imminent” scorre via alternando mid tempo e pezzi veloci come da tradizione del trio canadese. Ci imbattiamo così nei tempi medi di “Another Gun Fight” e “Shockwave“. Interessante poi “Wizard’s Wand“, con un ritmo marziale sullo stile di “The Zoo” degli Scorpions. Non tardano ad arrivare inoltre i pezzi più ritmati come l’heavy metal dal tiro rock n’roll di “Fire Rain“. Oppure “Explosive Energy“, e ancora “Someone To Hate“. Tutti pezzi che certamente non sfigurerebbero dal vivo accanto ai classici della band.
Del resto proprio il contesto live è da sempre uno dei punti di forza degli Anvil, terreno in cui sfoggiano il loro arsenale di canzoni hard n’heavy contornate da energia a fiumi, tonnellate di watt e chitarre suonate con un vibratore! (perché nel caso non lo sappiate, ai concerti degli Anvil succede anche questo….)

Procedendo avanti nell’ascolto ci imbattiamo inoltre nel boogie dal sapore AC/DC della strumentale “Teabag“, dove Kudlow, Robb Reiner e Chris Robertson si lanciano in un’avvincente sfida a tre con fendenti di chitarra, batteria e basso.

Ancora heavy rock su “Don’t Look Back“, mentre si pigia di più sul pedale dell’acceleratore sulla rabbiosa “Bad Side Of Town“. Non poteva mancare il riferimento ai due anni di pausa forzata dovuta alla pandemia di covid 19, che vengono descritti in “Lockdown“, un hard rock dall’andamento tenebroso con delle armonizzazioni dal vago sapore Iron Maiden. Periodo quello della pandemia mondiale che a detta della band è stato sfruttato per dedicarsi con maggior cura alla realizzazione di questo ultimo capitolo discografico.

Ancora hard rock con la scanzonata “The Rabbit Hole” ed infine la conclusiva “Gomez“, che altri non è che “Teabag” con l’aggiunta di un accompagnamento di fiati per dare un tocco jazz al pezzo. Tra l’altro un’iniziativa musicale questa con i fiati già proposta dagli Anvil in passato con “Swing Thing

Che dire alla fine di “Impact Is Imminent“? Semplice: nulla di nuovo. Sono sempre i soliti, cari, vecchi Anvil quelli che escono dalla tracce del nuovo cd.
Magari non avranno il genio creativo dei connazionali Rush, ma non è mai stato un problema. D’altronde si sà, che il trio canadese fa parte di quella categoria di band come lo sono i Grave Digger, i Running Wild oppure gli storici AC/DC. Quelle da cui sai già cosa aspettarti ancor prima di inserire il CD nel lettore (o la puntina sul vinile).
Ci possono essere album più riusciti, altri meno. Dischi che, pur non essendo chissà quali pietre miliari del genere, non sono comunque mai avari di determinazione e dedizione alla propria musica.

Aveva proprio ragione Dave Grohl nel discorso con cui si apre “Impact Is Imminent“: una lezione di perseveranza, una lezione di passione, una lezione su come fare le cose con il cuore….o semplicemente Anvil!

 

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