Recensione: Impending Triumph

Di Stefano Ricetti - 23 Maggio 2023 - 9:56
Impending Triumph
Etichetta: Jawbreaker Records
Genere: Epic 
Anno: 2023
Nazione:
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80

L’ultima frontiera dell’Epic Metal?

Questo è il quesito che si insinua in modo naturale nell’anima di tutti coloro i quali sono cresciuti a pane, salame e Omen, Manilla Road, Virgin Steele, Manowar, Heavy Load, dopo essersi fatti trapanare le orecchie dal debutto omonimo degli Impending Triumph.

Un Ep dal titolo omonimo di cinque tracce per venticinque minuti scarsi di musica licenziato sul mercato dall’etichetta svedese Jawbreaker Records accompagnato, nella sua versione in Cd, da un libretto di otto pagine con tutti i testi, le note tecniche e una foto della band nella terzultima. Solo due i componenti il gruppo: Olmo “Dèhà” Lipani (voce, chitarra, basso, batteria), polistrumentista con un curriculum lungo così sia a livello di collaborazioni che di band, proprietario degli Opus Magnum Studios di Bruxelles e François Blanc (voce), già giornalista heavy metal per Rock Hard France con trascorsi negli Abduction e negli Angellore, entrambe formazioni transalpine. Gli Impending Triumph vengono comunque dati come residenti nella capitale belga, indipendentemente dalla nazionalità dei musicisti che la compongono.

Dopo l’intro drammatico guerresco di default, intitolato “Dawn of Death” si inizia a fare sul serio a suon di cliché (leggasi Running Wild e Heavy Load) lungo le trame di “Armies of the Conqueror”, una canzone che incarna l’ideale accoppiamento delle due band sopraccitate: Epic Metal al meglio della sua essenza, con urla al cielo lancinanti sul finale da parte di François Blanc. “The Invisible Fortress” è la marziale di prammatica, obbligatoria in uscite di questa tipologia, ancora una volta vicinissima alle composizioni dei Wahlquist Bros. Velocità assassine declinate attraverso “Dragon Hunt”, pezzo totalmente in linea con il resto, indi pienamente “vertical”, contraddistinto da ammiccamenti agli Helloween e chiusura in pompa magna con l’acceleratore premuto affidata a “Temple of Oblivion”, altra traccia legata all’ortodossia, of course, sullo stile degli ultimi White Skull.

Nulla di nuovo sul fronte occidentale, beninteso, all’interno di Impending Triumph, ma i belgi quello che fanno lo fanno molto bene. La nuova frontiera dell’Epic Metal corrisponde alla vecchia, probabilmente. Una zona di confine che latitava da tempo, molto poco frequentata e ancor peggio presidiata, complici le plurime delusioni sia discografiche che in sede live che di atteggiamento collezionate da molte delle band citate a inizio recensione, in ottima (eufemismo) compagnia con altre, peraltro.

La Svezia, ma più in generale l’Epic Metal mondiale, ha finalmente trovato chi è in grado di raccogliere il testimone degli Heavy Load. Che la band sia belga, franco/belga piuttosto che italo/franco/belga importa poco, se non niente del tutto, quello che conta è poter ritornare a discettare di heavy metal di stampo eroico scritto, suonato e interpretato con i controcolleoni.

Domanda da un milione di dollari: riusciranno i nostri eroi a trasformare gli Impending Triumph in una band in grado di esibirsi anche dal vivo?

Altra domanda da un milione di dollari: riusciranno, sempre i nostri eroi, in futuro, a realizzare un intero album mantenendo il livello qualitativo di questo Ep d’esordio?

Lo si spera, ovviamente.

Ai posteri l’ardua sentenza.

Per ora in alto le spade.

HAIL

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

 

 

 

 

 

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