Recensione: Infected Life

Di Daniele D'Adamo - 15 Febbraio 2013 - 0:00
Infected Life
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Anno: 2013
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77

Dopo quattordici anni passati a produrre demo (“The Final Chapter Of Life”, 2001; “Dear Boss”, 2003; “Not Meant To Last”, 2004; “Turn Blind”, 2007; “Infected Life”, 2010; “Suffocation By Fear”, 2011) è arrivato finalmente il momento del debut-album, per gli svedesi Beyond Mortality.

Nati difatti nel 1999 per mano di Anton Wallette (batteria), Tobias Karlsson (chitarra) e Tony “Ári” Pettersson (chitarra), dopo vari cambi di line-up e addirittura di genere è solo quest’anno che gli scandinavi riescono a dare alle stampe “Infected Life”, inequivocabile manifesto di death metal ortodosso ma, al contempo, ricco di carattere e personalità.

Il loro è un death metal dal taglio old school, miscelato con una buona misura di thrash, pure esso vecchia scuola, tuttavia allineato alle moderne sonorità che impone il mercato internazionale come dimostra lo zampino, in fase di masterizzazione, dell’onnipresente ingegnere del suono Dan Swanö. L’ordine e la pulizia regnano sovrani, in “Infected Life”, ma non per ciò ci si trova davanti a un sound freddo e scolastico. Anzi, il rombare del basso di Gustav Sundin e l’attitudine dei due axe-man a sfornare riff piuttosto marci disegnano una proposta niente affatto scontata ma, soprattutto, calda e profonda. Del resto, anche Johan Kaiser fa la sua parte con la sua ugola grezza come la carta di vetro a grana grossa, aggredendo con rabbia le linee vocali mediante un indefinibile growling/screaming che, però, si dimostra nei fatti discretamente riconoscibile in mezzo a tanti. La frequenza delle battute, poi, non raggiunge quasi mai i limiti del blast-beats: Wallette non sarà un drummer che entrerà nella storia dello strumento ma pesta sulle pelli come un dannato, regalando al suono della sua band una potenza deflagrante. Non è un caso, a parere di chi scrive, che in certi momenti vengano in mente certe accelerazioni dei mai troppo rivalutati Deathrow, thrasher tedeschi che ebbero un  momento di gran forma alla fine degli anni ‘80. E, quindi, chiudendo il cerchio della filosofia musicale dei Beyond Mortality attorno alla già menzionata attitudine ‘(più) death/thrash (meno) old school’.       

L’esperienza dei quattro di Växjö, comunque, non è benefica soltanto al loro stile, adulto e perfettamente formato; rivelandosi proficua anche nel songwriting, dannatamente compatto e coeso come pochi. Songwriting che si materializza in un marchio di fabbrica che si distingue piuttosto bene da quelli che segnano la miriade di costruzioni analoghe: nulla di straordinario sia per meccanismi evolutivi sia per sperimentazione, beninteso, ma qualcosa che – e questa è una caratteristica importante – rimane impresso nella mente con facilità e a lungo. Non ci vuole poi molto, per percepire questa sensazione in questo caso palpabile.

Dopo il ‘solito’ intro ambient “The Beyond”, scandito dall’immancabile pioggia condita dai ritocchi di campana, “Demand A Sacrifice” mostra subito il gran gioco ritmico intrecciato dalle chitarre e la potenza di un sound trascinante e travolgente, chiodati a caldo dai chorus duri e stentorei di Kaiser. I blast-beats di Wallette aprono “Aborted”, song in cui s’incupisce ulteriormente l’atmosfera lugubre ricreata dall’opener. “Infected Life” scorre così via senza intoppi, mantenendo intatta la sua tensione di base evitando sia le trappole, sia le vette. Si possono citare, ancora, i bombardamenti a tappeto di “Infected Life” ed “Exhumed Remains”, e il tremendo, oppressivo mid-tempo di “Fill My Ranks”.       

Se si cerca un disco onesto, scevro da cervellotiche soluzioni armoniche, possente, consistente e ricco di mordente, “Infected Life” è il giusto riferimento: i Beyond Mortality sanno interpretare assai bene il metal estremo spingendo sull’acceleratore con vigore senza però eccedere né, tantomeno, esagerare.

Daniele “dani66” D’Adamo

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Tracce

01. The Beyond 1:32
02. Demand A Sacrifice 3:05         
03. Aborted 2:54         
04. Broken Souls 2:55         
05. Infected Life 2:45         
06. Born For The Grave 2:47         
07. Man Made God 4:01         
08. Exhumed Remains 2:29         
09. Suffocation By Fear 2:24         
10. Final Order 3:50         
11. Plaguebearer 3:23         
12. Fill My Ranks 3:32           
    
Durata 35 min.

Formazione

Johan Kaiser – Voce
Tony “Ári” Pettersson – Chitarra
Tobias Karlsson – Chitarra
Gustav Sundin – Basso
Anton Wallette – Batteria
 

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