Recensione: Infernal Overkill

Di Federico Mahmoud - 18 Ottobre 2005 - 0:00
Infernal Overkill
Band: Destruction
Etichetta:
Genere:
Anno: 1985
Nazione:
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89

Non capita a tutti di esordire col botto, ma le rare occasioni in cui la qualità viene premiata senza interesse rappresentano un confortante presagio di successo per il futuro. All’alba del 1985, reduci da una serie di date in compagnia di Sodom, Kreator e Iron Angel, i Destruction sono già un’istituzione in casa propria: Sentence Of Death è in cima alle classiche poll di fine anno – Metal Hammer premia il trio come ‘miglior band emergente del 1984′ – e i kids sono affascinati dall’immagine oscura e iconoclasta dei nostri, coperti di borchie e cartucciere. Buone notizie giungono anche dall’ostico mercato americano, dove l’EP di debutto è distribuito dalla Metal Blade con un artwork differente, scelto senza l’approvazione dei diretti interessati.

Date le premesse, c’è grande attesa per il primo studio-album della formazione tedesca, in arrivo sugli scaffali solo pochi mesi dopo il fortunato esordio. Il ritorno della truppa di Mike Sifringer si materializza nelle note roventi di Infernal Overkill, manifesto autentico di uno stile che negli anni successivi ha partorito innumerevoli imitazioni e ispirato schiere di band, abbattendo le barriere tra i generi. Uno stilema tipico della scuola teutonica è sempre stato il desiderio di optare per titoli semplici, immediati, che non risultassero fuorvianti all’ascolto della materia prima: Endless Pain, Vengeance Of Hell, Death Squad e via dicendo sono tutti slogan programmatici che rinunciano sì all’effetto sorpresa, ma possiedono da sempre un appeal unico per tutti coloro alla ricerca di musica senza troppi fronzoli. Infernal Overkill conferma la regola e dipinge fedelmente il contenuto del platter, peraltro non particolarmente dissimile da quanto proposto l’anno precedente con Sentence Of Death: thrash metal vulcanico e dissacrante, imperniato sulle rasoiate chitarristiche di Mike Sifringer e al solito condito dalle vocals al vetriolo di Schmier, più sicuro al microfono un anno dopo la sua frettolosa iniziazione a frontman.

I nuovi classici rispondono al nome di Invincible Force, Death Trap, Bestial Invasion, a riprova della grande ispirazione mostrata dal riff-maker Sifringer – nonostante un mirato riciclaggio delle session di Bestial Invasion Of Hell. Colpisce particolarmente il progresso del trio in termini di songwriting, come testimoniano l’articolata Black Death, mini-suite conclusiva in cui coabitano l’ebbrezza della velocità e il gusto per massicci rallentamenti, o The Ritual, che ospita un prolungato e emozionante assolo di chitarra. Non mancano episodi più lineari e orientati all’impatto frontale, come Antichrist o Tormentor (una poderosa cavalcata con tinte speed), collocati in punti strategici della tracklist per scongiurare eventuali cali di tensione; minaccia prontamente sventata, dal momento che le otto tracce non concedono alcuna tregua, gravide come sono di riff battaglieri e poco ortodossi. Permane l’impressione di una certa immaturità sotto il profilo tecnico – Sifringer pare l’unico dei tre con una certa padronanza dello strumento – né è d’aiuto in questo senso la produzione grezza offerta dallo Studio Caet di Berlino, un passo indietro rispetto ai suoni (pur incontaminati) di Sentence Of Death. Come sempre si tratta di elementi di secondo piano, il cui rilievo non può e non deve influire più del necessario (poco) sulla valutazione finale. 

Le lodi sperticate della stampa connazionale – Infernal Overkill è album dell’anno sul fedele Metal Hammer – e le buone vendite in tutta Europa confermano i Destruction ai vertici della scena, anche se in ottima (e agguerrita) compagnia. Gli eccellenti risultati ottenuti permetteranno ai nostri di varcare per la prima volta i confini del Vecchio Continente, volando per una manciata di date in Canada: apice della trasferta il celebre III World War Festival di Montreal, con Nasty Savage, Possessed, Celtic Frost e Voivod headliner (3000-3500 i fortunati presenti). Al ritorno, tra una data e l’altra in compagnia degli Slayer, sarà già tempo di pensare a un nuovo capolavoro.

Federico ‘Immanitas’ Mahmoud

Tracklist:
01 Invincible Force
02 Death Trap
03 The Ritual
04 Tormentor
05 Bestial Invasion
06 Thrash Attack
07 Antichrist
08 Black Death

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