Recensione: Inferno

Di Filippo Benedetto - 24 Giugno 2004 - 0:00
Inferno
Band: Motörhead
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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88

I Motorhead sono tornati! Più heavy del solito, “storici” nel riaffermare la loro primazia nel suonare un heavy-rock grezzo, ruvido e quanto mai “fuori moda” (nel senso più positivo del termine) rispetto ai trend odierni in campo “hard”. Tornano con il loro “Inferno”, titolo assegnato a questa nuova fatica targata Lemmy e soci, per deliziare l’ascoltatore con 12 songs tanto adrenaliniche e potenti da far impallidire le nuove leve. Già pochi giorni fa, quando uscirono on line i brani del disco (in streaming), si intuiva che questo platter avrebbe “fatto centro”, ma dopo l’ascolto del disco (corredato dalla più classica delle front covers del combo) quello che era un semplice e timido presentimento si è materializzato in certezza: “Inferno” è uno dei migliori album dei Motorhead, forse non superiore per importanza storica ai gloriosi albums del passato, ma sicuramente degno di fiancheggiare impareggiabili capitoli della saga motorheadiana come Overkill, o Bomber o anche Orgasmatron. Finiti i preliminari ( e sperticati) elogi a questa release, passo dunque all’analisi del disco.
In apertura troviamo l’incalzante ed efficace “Terminal Show”, grezzo e aggressivo pezzo dove si notano già due punti qualificanti a favore dell’album: molto buoni i suoni scelti per tutti gli strumenti, ognuno posto nella giusta evidenza per risaltarne la corposità, ottima l’alchimia tra gli stessi strumentisti che sembrano ancora una band in grando di dare vita ad esecuzioni fresche e dinamiche (…30 anni non passano per alcune bands). Particolare la scelta della guest star presente in questo brano: si tratta (nientemeno) di Steve Vai, che regala all’ascoltatore un assolo veloce e in piena linea con l’aggressività propria di un gruppo come i Motorhead. Un ottimo inizio, quindi. La seguente “Killers” non accenna a placare la forza d’impatto del sound del combo, assestando nelle orecchie dell’ascoltatore una manciata di riffoni diretti ed efficaci (a partire del riff d’apertura davvero fulminante) in una cavalcata entusiasmante. Non potrà che conquistarvi il refrain energico cantato da Lemmy, portando alla mente vecchi episodi del combo. “In the name of tragedy” irrompe potente e quasi cupa, supportata, però, da un drumming sostenuto e vivace. I minacciosi riffs che si susseguono uno dietro l’altro, inoltre, dipingono bene l’immagine descritta dal titolo del brano… immagine che viene ulteriormente “focalizzata” da un assolo “straniante” ma di sicuro effetto. La quarta traccia, “Suicide”, trova il suo punto di forza in un riffing più cadenzato ma non meno pesante, coadiuvato da una sezione basso/batteria compatta e precisa. La seguente “Life’s a bitch” è una divertente divagazione in salsa rock’n’roll, arricchita però dalla “ruvida” personalità artistica di Lemmy e soci. Non potrà non conquistarvi, comunque, grazie al riff portante semplice e diretto. Torna a ruggire la band con la successiva “Down on me”, traccia di grande impatto dove la batteria riprende a seguire una precisa metrica sostenuta sulla quale si stende un riffing minaccioso nonché aggressivo. Anche in questo troviamo Steve Vai comparire in veste di guest star, assestando lungo le potenti linee melodiche del pezzo un assolo conclusivo davvero bello. La settima track, “In the black”, irrompe decisa con un riffone “old style” per poi svilupparsi nel refrain che più “motorheadiano” non si può. A creare uno sbocco alternativo al brano interviene un assolo ben impostato, donandogli una certa fluidità. Più aggressiva che mai parte la seguente “Fight”, song dinamica la cui forza d’urto è efficacemente espressa da un riffing serrato e vivace. Il drumming sottolinea, poi, in maniera ulteriore l’alto grado di potenza sonora della traccia nel suo insieme. Più concentrata su ritmiche cadenzate, ma non meno efficaci, la nona “In the year of the wolf”, pezzo dove non può non stamparsi in mente un accattivante riff di base. Buono l’inserimento dell’assolo, che eleva di tono il brano. Vagamente blueseggiante risulta essere la successiva song, “Keys to the kingdom”, il cui incedere viene però dispiegato secondo la “particolare” personalità musicale del combo. Un brano sicuramente, interessante però, che mostra un lato nascosto (o perlomeno) meno evidente del gruppo ben rappresentato dalle belle armonie della parte centrale. Torna a battere a ritmi incalzanti la batteria con la seguente “Smilling like a killer”, track dove in bell’evidenza s’impone un riff vivace del quale viene dispiegata tutta la vitale energia nell’assolo. Il pezzo in sé, in estrema sintesi, dimostra estrema fedeltà ad un sound incorruttibile al passare del tempo. Chiude il disco l’inaspettato blues acustico di “Whorehouse blues”, eccellente esempio di “standard” dove Lemmy si cimenta non solo nell’accompagnamento chitarristico ma anche in un solo per armonica molto suggestivo e piacevole. Da notare, infine, l’espressività del cantato che, permettetemi l’espressione figurata, odora (gradevolmente) “d’alcool e cantine fumose”.

La coerenza in musica, per concludere, a volte paga molto bene. I Motorhead ne sono un’eclatante dimostrazione. Certo, può essere condivisa o meno questa cocciuta ostinazione dei tre musicisti nel riproporre ancora oggi lo stesso “sound”. Questa trentennale coerenza ha prodotto “Inferno”. Io, per parte mia, dico “grazie”, Motorhead, per aver dato un senso a questa parola.

Nota: se volete spendere un pochino di più, potete acquistare la versione limitata del disco contenente un Bonus disc DVD con il “Making of Inferno”, più 3 videoclip tratti da “Brave new World”, “Serial Killer” e “We are Motorhead”.

Tracklist:

1. Terminal Show (featuring Steve Vai)
2. Killers
3. In The Name Of Tragedy
4. Suicide
5. Life’s A Bitch
6. Down On Me (featuring Steve Vai)
7. In The Black
8. Fight
9. In The Year Of The Wolf
10. Keys To The Kingdom
11. Smiling Like A Killer
12. Whorehouse Blues

Bonus DVD:

1. Interview & Making of Inferno
2. Brave new world Videoclip
3. Serial Killer Videoclip
4. We are Motorhead Videoclip

Line Up:

Lemmy Kilmister – vocals, bass
Mikkey Dee – drums
Phil Campbell – guitar

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