Recensione: Innocence & Danger

Di Edoardo Turati - 7 Ottobre 2021 - 12:26
Innocence & Danger
78

Preciso come la spada laser di Obi Wan Kenobi, il super prolifico Neal Morse dà alle stampe l’ennesimo disco di progressive moderno e suonato magistralmente; questa volta lo etichetta con il nome della sua band The Neal Morse Band abbreviata (per immenso gaudio del recensore) in NMB. Gli interpreti sono quei volti noti e ultra-noti di altissimo lignaggio del panorama progressive, parliamo soprattutto di Mike Portnoy e Randy George. Dopo 3 concept album (ognuno con doppio CD) di qualità sopraffina, la NMB vuole distaccarsi dal trend intrapreso sino ad oggi, ma vuoi per ricchezza di idee, o per capacità meramente compositive, ci riescono solo a metà. Innocence & Danger non è un concept ma viene, nonostante le buone intenzioni, rilasciato in doppio CD. In particolare il secondo disco è di un paio di minuti più lungo del primo pur essendo composto da due sole canzoni, in realtà due suite da 19 e 31 minuti… Come, qualcuno ha detto Transatlantic? Mi sembrava di aver sentito quel nome, ma no, questa è la NMB, non facciamo confusione e comunque ci torneremo dopo non temete.

D’altronde anche il nome NMB è figlio di una sorta di crisi di identità del gruppo, o forse dello stesso Morse. Proviamo a chiarire questo dilemma “ulissiano”: Randy George e Mike Portnoy hanno sempre fatto parte della squadra di Neal Morse (nome con cui sono usciti la stragrande maggioranza dei suoi dischi) insieme ad un’altra infinità di ospiti che ruotano di volta in volta (Roine Stolt, Steve Hackett, Jordan Rudess, Paul Gilbert, ecc..). Nel 2015 esce il primo disco della The Neal Morse Band con Eric Gillette e Bill Hubauer che entrano in pianta stabile nella band. Intanto, però, continuano a uscire dischi col nome di Neal Morse, a volte con gli stessi interpreti altre volte con comprimari diversi e poi ci sono i dischi della The Neal Morse Band, insomma come dicevamo prima sembra mancare una vera e propria identità. Ma ormai è troppo tardi per cambiare il nome della band che effettivamente dà evidenza al solo Neal Morse, non che gli altri siano da meno ovviamente; quindi The Neal Morese Band diventa NMB. In definitiva come dicono a Milano: “Na caciara!”

C’è però un punto fermo, indiscutibile, inamovibile, imprescindibile: la musica! La qualità compositiva e l’abilità e competenza della band sono immensi e tutto questo sapere si riversa in ogni singolo disco per immenso piacere e goduria di noi “semplici” fruitori. Le coordinate sono sempre quelle, quelle che amiamo e che ci uniscono, ossia un progressive moderno con sonorità classiche anni ’70 e una miscela peculiare di influenze jazz, rock, pop, fusion e un pizzico di psichedelia (da macinare fresca come il pepe, a chiusura di ogni piatto gourmet, Cannavacciuolo docet). Questa volta, però, invece del solito track by track vi racconteremo due diverse sensazioni, due diversi stati d’animo perdurati durante tutti i 100 minuti; prendetevi di conseguenza il tempo necessario e dedicategli almeno un apio di ascolti.

Sensazione 1: Un luogo sicuro

Vi svegliate di soprassalto, siete persi in un bosco buio e sconosciuto. Annaspate con difficolta ma riuscite a rimettervi in piedi. Dopo un momento di confusione capite che l’unica salvezza è tornare a casa. Ma non sapete dove siete, non avete la più pallida idea del posto in cui vi trovate, ma nonostante tutto vi avviate. Niente suscita ricordi e ad ogni passo vi sembra di allontanarvi sempre di più. A un certo punto inciampate su un masso, una semplice pietra ma ha qualcosa di speciale, è familiare. E allora si riaccende la speranza, torna la memoria, e ogni angolo diventa sempre più consueto. E alla fine vi ritrovate davanti alla porta di casa. Quello che non conosciamo è ormai alle spalle, davanti a noi solo un luogo sicuro. Ed è proprio questo quello che succede quando mettiamo su un disco di Neal Morse, sappiamo già cosa troveremo, sappiamo che non ci saranno sorprese, ma nonostante tutto è proprio quello di cui abbiamo bisogno. La musica che ci piace, suonata divinamente, che ci avvolge e ci fa sentire parte di un luogo sicuro chiamato casa. E proprio per questo non possiamo che ringraziare questi immensi artisti che ormai ci hanno aperto la porta della loro dimora facendoci sentire accolti e circondati dalla loro musica… come sempre!

Sensazione 2: Ctrl+C Ctrl+V

Nel caso qualcuno non lo sapesse abbiamo appena usato l’espressione abbreviata per gli shortcut di tastiera utili a eseguire rapidamente un “Copia e Incolla” su pc. Già, perché purtroppo l’altra sensazione che suscita il disco è proprio questa. Neal Morse, The Neal Morse Band, NMB, Transatlantic (ed ecco la voce che abbiamo sentito prima), la percezione è che siano tutte troppo Neal Morse, tutte musicalmente troppo simili e poco distanti l’una dall’altra. Il livello, sia chiaro, è sempre eccelso in ogni sua accezione, ma ho paura che il fenomenale Neal Morse si stia accartocciando un po’ su stesso. Potrebbe essere arrivato il momento di dare più spazio compositivo agli immensi artisti di cui si circonda che potrebbero dare una spinta, quell’aire necessario a spostarsi su lidi diversi e magari dare un’impronta, un’identità diversa ad ogni progetto di cui Neal Morse è ideatore e padre. Questo gioverebbe a tutti, alla musica, alle band coinvolte, a noi.

L’augurio per Neal e la speranza per noi è che ogni progetto prenda una strada diversa, una personalità unica e distinguibile da ogni altra. Se il disco vi ha suscitato la Sensazione 1 allora il voto è inevitabilmente alto 88, se invece quello che avete vissuto è tutto quello descritto nella Sensazione 2 allora il voto è decisamente ridimensionato 65. In redazione abbiamo vissuto entrambe le sensazioni e quindi il voto sarà un media (ponderata) che trae spunto dall’esperienza fatta durante l’ascolto di questo, comunque bellissimo, Innocence & Danger.

 

post scriptum se proprio volete qualche consiglio sui pezzi migliori in tracklist, segnaliamo “Another Story to Tell” (con rimandi ai migliori Spock’s Beard che furono), i virtuosismi di chitarra acustica in “Emergence” e, immancabile, la mega suite “Beyond the years, che dal min 20:00 al 23:00 circa regala emozioni uniche (inclusa una sezione quasi metal!).

 

 

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