Recensione: Invisible Wounds
Fondati a Bollnäs nel 2008 dal tastierista Danne Eriksson, già drummer dei Tad Morose, gli Inmoria iniziano la loro carriera in aprile e poco più di un anno dopo sfornano già il primo album ufficiale sotto contratto con la rinomata Massacre.
Nella line up spuntano anche membri dei navigati Morgana Lefay, ovvero il cantante Charles Rytkönen e dei meno fortunati ma pur sempre discreti Steel Attack, vedi il batterista Peter Moren.
Etichettati dai più come band power metal, a mio avviso erroneamente, i cinque svedesi propongono un disco molto più orientato verso un heavy molto roccioso, poco veloce e piuttosto cadenzato, talvolta non molto distante come sound dalle piů note band melodic death. La quasi totale assenza di solos, le atmosfere cupe create dalle tastiere e la voce graffiante, tutt’altro che pulita di Rytkönen è un’ulteriore dimostrazione che in Invisible Wounds di power c’è davvero poco.
Intendiamoci, bravi e preparati i musicisti e perfetta la produzione, che rende tutto un po’ più godibile di quanto siano effettivamente le dieci canzoni. Ebbene sì, nessuno dei brani riesce ad elevarsi dal mucchio; un ammasso di tracce quasi tutte uguali tra loro, con lo stesso ritmo e gli stessi riffs. Insomma, rimane molto difficile capire quando finisce un pezzo e inizia l’altro. Se poi ci aggiungiamo, come già citata, la mancanza di assoli (cosa che per un metallaro credo sia inaccettabile, almeno lo è per me) allora non si puo’ che bocciare il disco e rimandare Eriksson e soci ai prossimi esami; sia lo scritto (il songwriting) che l’orale (il prodotto finito) non arrivano alla sufficienza.
Avanti i prossimi.
Alex the MetalKeeper Meucci
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Tracklist:
1. Come Insanity * MySpace *
2. Alone
3. Fantasy * MySpace *
4. As I Die * MySpace *
5. Misery * MySpace *
6. Circle of Memories
7. Haunting Shadows * MySpace *
8. Will to Live * MySpace *
9. The Other Side
10. I Close My Eyes