Recensione: Irae Melanox [Deluxe Edition]

Di Stefano Ricetti - 24 Gennaio 2011 - 0:00
Irae Melanox [Deluxe Edition]
Band: Adramelch
Etichetta:
Genere:
Anno: 2010
Nazione:
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90

Adramelch… nome mitico per coloro i quali amano addentrarsi attraverso le viscere più nascoste della musica dura, percorrendo quel viaggio affascinante che accantona i grossi nomi da sempre in cima ai bill dei festival più affollati del mondo per andare alla scoperta dei lavori partoriti da band poco conosciute che per i sempiterni motivi strutturali o anche solamente per sfortuna non sono riuscite a raggiungere la soglia minima per poter beneficiare del classico minuto di notorietà. L’HM italiano, da questo punto di vista, da sempre fa scuola.

Irae Melanox, disco originariamente uscito in vinile nel 1988 a circa un anno di distanza dalla costituzione della band, è solamente uno dei tanti casi di quelle perle di heavy metal tricolore che raccolsero molto meno, in termini di vendite e visibilità, di quanto avrebbero meritato. L’elenco potrebbe essere lungo, volendo abbracciare altri gruppi e per citarne solamente uno in particolare basta richiamare alla memoria i Dark Quarterer, combo peraltro affine ai milanesi Adramelch, per via della proposta musicale adulta, magnetica, probabilmente avanti nel tempo e, proprio per questo motivo, incompresa, all’epoca, ai più. Complice una distribuzione carente, tara purtroppo fisiologica all’interno del mercato italiano, Irae Melanox divenne giocoforza ancora più di culto di quello che sarebbe stato seguendo il suo corso naturale.

Passano gli anni, del gruppo si perdono tracce tangibili, il disco viene ristampato su dischetto ottico da parte della Warlord Records nel 2000  e avviene la ricostituzione degli Adramelch intorno al 2003 con in dote il successore di Irae: Broken History, del 2005, seguito da alcuni concerti sontuosi: Keep It True, Bang Your Head, solo per citarne due. Memorabile, poi, quello avvenuto all’interno dell’altrettanto memorabile seconda edizione del Play It Loud Festival al Buddha di Orzinuovi nel 2008. Il 2009 vede il gruppo impegnato nella scrittura del materiale che finirà sul prossimo disco, intitolato Lights from Oblivion e il 2010, grazie allo sforzo congiunto dello stesso combo milanese e dell’etichetta Underground Symphony Irae Melanox esce in una  confezione imperiale degna del Suo lignaggio, non a caso denominata Deluxe.

Da ottobre dell’anno appena passato è disponibile infatti un doppio Cd in digipak contenente l’album e il demo dell’anno prima, entrambi rimasterizzati e, come chicca ulteriore, due brani coevi risuonati dalla nuova line-up degli Adramelch. Superbo anche il booklet di sedici pagine riguardante la storia della band – in lingua inglese – realizzata dal collega Sandro Buti, le impressioni di Stefan Glas (Rock Hard Germany) sul disco, un paio di stralci di articoli d’epoca compresa la recensione di Richard Heggie comparsa su Kerrang! (di ben quattro “K” su cinque!), poi i testi, le foto di ieri e oggi – bellissima quella a opera di Giancarlo Pagliara con il gruppo immerso in un’ambientazione periferica industrial-decadente – e, infine, il capitolo intitolato The Future and The Past, curato dallo stesso Vittorio Ballerio, il cantante. Cura maniacale, quindi, per un prodotto in grado di soddisfare anche i collezionisti dal palato più fine.

L’estasi epicmetallicmedievalprogressive inizia con Fearful Visions e si conclude dopo cinquanta minuti scarsi sulle note di Dreams of a Jester. Mai come in questo caso significherebbe mortificazione pura segnalare questo o quel brano come trainante rispetto al resto. Irae Melanox va vissuto nella Sua interezza  e assaporato più volte per coglierne il gusto più profondo e recondito, inevitabilmente sfuggente al primo ascolto. Certo, per poter godersi appieno l’esordio degli Adramelch bisogna trovarsi nella condizione mentale e logistica adatta. Quindi cuffia d’ordinanza, volumi su livelli dignitosi, cellulare spento, rompimarroni vari ed eventuali in stand-by, luce soffusa e booklet spianato ad accompagnare le difficili elucubrazioni musicali di Corona, Ballerio e compagnia cantante.

Il secondo Cd, se mai ce ne fosse bisogno, riesce a reggere sufficientemente bene il confronto con il pluridecorato dischetto ottico numero uno: Winter Dusk, il secondo inedito proposto con la nuova formazione è semplicemente affascinante e fra i pezzi del demo 1987 spicca quella Adramelch uscita all’interno della compilation Heavy Rendez-Vous negli Eighties, oltre ad alcuni brani poi utilizzati all’interno del vinile Irae Melanox, qui nella Lro versione primigenia.   

Come scritto fra le righe sopra, risulta molto difficoltoso associare la proposta dei lombardi a qualche altra band in particolare. A seconda dei casi si possono ravvisare influenze ed echi provenienti da Black Widow, Warlord, Dark Quarterer e Fates Warning. Ma, come giustamente scrive Stefan Glas, in realtà gli unici che possono assomigliare agli Adramelch sono proprio gli Adramelch stessi.

Irae Melanox: granitico, surreale, mistico, ibrido, ipnotico… Pure italian Magic!                                      
 

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

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CD 1 – Irae Melanox
1 – Fearful Visions
2 – Zephirus
3 – Irae Melanox
4 – Lamento
5 – Decay (Saver Comes)
6 – Was Called Empire
7 – Eyes of Alabaster
8 – Dreams of a Jester

CD 2 – The Age Before…
1 – Cruel Times (Instrumental)
2 – Winter Dusk
3 – Portals
4 – Adramelch
5 – Fearful Visions
6 – Dreams of a Jester
7 – Was Called Empire
8 – Irae Melanox
 
Line-up:
Vittorio Ballerio – voce
Gianluca Corona – chitarra
Sandro Fremiot – chitarra
Franco Avalli – basso
Luca Moretti – batteria

Line-up CD 2 – The Age Before… – pezzi 1 e 2
Vittorio Ballerio – voce
Gianluca Corona – chitarra
Fabio Troiani – chitarra
Maurizio Lietti – basso
Sigfrido Percich – batteria

 

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