Recensione: Journey To The End Of The Night

Di Nicola Furlan - 13 Marzo 2007 - 0:00
Journey To The End Of The Night
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Genere:
Anno: 2000
Nazione:
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75

Ripreso nel 1999 il timone del comando dopo lo split che lo aveva portato negli
Emperor – e che conseguentemente portò i suoi ex compagni a ridefinire la band con il nome di
In The Woods… Tchort mette nuovamente in rotta i Green
Carnation
. Una rotta ricercata e che concretizza destinazioni dalle quali derivare arte, sia
con la genialità dell’artista, sia con le idee che già gli ex In The Woods… X Botteri e Christopher Botteri avevano congeniato, ma che non avevano ancora visto luce fino a questa circostanza. 
Non ultimo l’apporto in sede di session artists di alcune figure che hanno prestato la loro opera vocale e strumentale al disco in questione.

Il succo del discorso è amaro – nel senso metaforico del termine – amaro perché a
tratti difficile da digerire. Già ad un primo ascolto le forme compositive percepite sono molteplici. Dal prevalente incedere doom che appesantisce
la maggior parte dei riffing adottati, alle maestose aperture di matrice gothic, senza disdegnare qualche sensibile richiamo folk a sigillare un songwriting di complessa identità. Se a questo vengono sommati gli
interventi d’un certo numero di musicisti allora è comprensibile pure una certa eterogeneità espressiva. 

Testi oscuri di voci spezzate e perdizione, di armonica tristezza e buia solitudine. Niente growl, solo clean a favore di sonorità che aderiscono perfettamente ai canti femminili neniosi e calamitanti in turbinii senza ritorno
(e una menzione d’onore va alla superlativa e potente prestazione emozionale che la voce femminile dei Tristania, Vibeke Stene, trasmette su Under Eternal Stars).

I passi ritmici sono scanditi con lentezza nella maggior parte delle song a definire un senso di oppressione
rituale; a cornice del quadro sonoro una corposa, ma puntuale produzione rende i suoni ben definiti così da cogliere appieno ogni oscura sfumatura musicale che la band cerca di trasmettere.

Punti deboli possono configurarsi in qualche successione un po’ troppo prolissa. Non di rado si viene a contatto con
tempi dilatati da eccessiva pesantezza, soprattutto quando agganciati strutturalmente alle
parti gothic. 

Nel complesso l’album si attesta ad esordio più che discretamente riuscito. Una sorta di progressive doom molto intimo –
Tchort dedica questa opera alla sorella scomparsa – ed ipnotico, profondo ed atmosferico, ma nel contempo parcamente aggressivo ed
oscuro. Una musica non superficiale, ma che scava in profondità e con certo tocco delicato estrapola intensi stati d’animo. 
Se cercate dalla musica la capacità di trasmettere una pacata inquietudine unitamente ad un senso di freddo riposo allora
Journey To the End of The Night potrebbe accompagnarvi in questa esperienza.

– nik76 –

Tracklist:

01 Falling into Darkness (2′ 33”)
02 In the Realm of the Midnight Sun (13′ 36”)
03 My Dark Reflections of Life and Death (17′ 47”)
04 Under Eternal Stars (15′ 30”)
05 Journey to the End of the Night (Part I) (11′ 28”)
06 Echoes of Despair (Part II) (2′ 30”)
07 End of Journey? (Part III) (5′ 08”)
08 Shattered (Part IV) (1′ 34”)

Line up:

X Botteri: Guitar E Bow & Slide Effects
Tchort: Guitar & Lyrics
Christopher Botteri: Bass & Effects
Rx Draumtanzer: Main Vocals
Alf T. Leangel: Drums

Ospiti alla voce: Rx Draumtanzer, Linn Solaas, Synne Soprana, Vibeke Stene, Atle Dørum 
Ospite al violino: Leif Christian Wiese

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