Recensione: Lifelong Days

Di Orso Comellini - 23 Gennaio 2011 - 0:00
Lifelong Days
Band: Grenouer
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
65

I Grenouer provengono da Perm, una città russa sorta ai piedi dei monti Urali: fatto, questo, di per sé già inusuale. Si formano nel lontano 1992 come band di thrash/death metal, pubblicando “Border Of Misty Times” (1996) e “Gravehead” (1999), e riuscendo così a crearsi una ristretta cerchia di fan assai fedeli.

Nel 2000 decidono di spostarsi a San Pietroburgo in cerca, forse, di maggiore visibilità; modificando, anche, il loro sound. Giungono così album come “The Odour O’ Folly” (2001), “Presence With War” (2004), “Try” (2007) e, nel 2008, questo nuovo capitolo: “Lifelong Days”. I Nostri tentano un approccio maggiormente metalcore e industrial che loro stessi definiscono «futuristic, progressive, industrial, but still heavy metal» (o meglio, «nu metal»). Con le citate realizzazioni, pur non rinnegando mai del tutto quanto proposto originariamente, non accontentano una buona parte dei fan di vecchia data. Il sospetto, per questi ultimi, è che l’act sovietico abbia cercato di rincorrere le tendenze del momento pur di abbracciare una fetta di audience più vasta.

I problemi principali però, nel corso degli anni, arrivano per mano di vari rappresentanti della Chiesa Ortodossa russa e di alcuni funzionari dello Stato. Nel 2004, infatti, non è permesso loro di suonare nella cittadina di Kemerovo, accusati di una generica «istigazione alla violenza». Durante uno show a Perm, invece, intervengono le forze speciali di polizia che, facendo uso di lacrimogeni e manganelli sui kids, interrompono il concerto.

Una carriera di certo non facile, quindi.

Come più su già accennato, l’ensemble russo arriva nell’estate del 2008 alla pubblicazione del platter in esame, prodotto come il precedente “Try” da Anssi Kippo (Children Of Bodom, Impaled Nazarene). Al sesto full-length di una carriera comunque consolidata era lecito aspettarsi qualcosa in più in termini di personalità, evitando cioè il fatto di ricorrere all’espediente di riprendere soluzioni già sfruttate da altre band come Meshuggah e Korn, senza però riuscire a raggiungere la loro qualità compositiva.
A prescindere da ciò, bisogna riconoscere che non manca una buona preparazione tecnica e un’ottima coesione interna. E, aspetto positivo, che i brani di “Lifelong Days”, presi singolarmente, siano apprezzabili: raramente ci si trova difatti ad ascoltare canzoni banali o addirittura deludenti. Ma, d’altra parte, mancano anche pezzi che spicchino per intensità oppure originalità rispetto agli altri.
Così, spesso, dopo una strofa caratterizzata da potenti riff stoppati di Motor, si passa a dei ritornelli orecchiabili e catchy (o viceversa); e di conseguenza il cantato di Ind passa da uno stile rabbioso/nervoso – che ricorda ora Max Cavalera, ora Jens Kidman – a clean vocals solitamente filtrate.
Siccome non è da tutti poter vantare una simile, grande esperienza; talvolta, ascoltando “Lifelong Days”, si possono trovare delle soluzioni che arricchiscono le canzoni e che evitano, in parte, il «pericolo noia». Trucchi del mestiere in fase di produzione, passaggi che riportano il gruppo al suo esordio thrash/death, sporadici tempi dispari di batteria (buona la prova di Grave) e alcuni richiami a un certo tipo di musica elettronica. Peccato invece per l’assoluta mancanza di soli di chitarra (Fear Factory docet), che avrebbero potuto dare quel qualcosa in più nella ricerca di atmosfere ricercate.

Ultima nota di merito, l’aver realizzato l’album sotto forma di CD-Rom. Passandolo dal lettore CD al PC, si aprirà automaticamente una schermata interattiva; come se ci trovasse a iniziare un’avventura grafica «punta e clicca». Quindi, si potranno trovare i testi e il video di “Re-active”; mentre l’icona di un grammofono introdurrà la versione remix di alcuni brani con una veste maggiormente industrial ed elettronica. Infine, ci sono alcuni poster stampabili in vari formati.

Per gli amanti di questo genere di sonorità, “Lifelong Days” è un acquisto tutto sommato fattibile, previo ascolto. Tuttavia rimane un prodotto derivativo che difficilmente farà breccia nei cuori di un’audience di più ampio respiro rispetto a quella, solita, dei Grenouer.

Orso “Orso80” Comellini

Discutine sul forum nel topic relativo!

Track-list:
1. Indecent Loyalty 3:43
2. Addicted To You 4:22
3. Taken Off The List 4:17
4. With No Concern 3:08
5. Away From Now 4:47
6. Finding The One 4:06
7. Off The Back Of Others 4:25
8. The Unexpected 3:47
9. Employed Beggar 4:38
10. Re-active 4:35
11. Patience 4:38

All tracks 46 min. ca.

Line-up:
Ind – Vocals
Motor – Guitars
Slavij – Bass
Grave – Drums
 

Ultimi album di Grenouer

Band: Grenouer
Genere:
Anno: 2008
65