Recensione: Live In Japan

Di Francesco Prussi - 16 Novembre 2002 - 0:00
Live In Japan
Etichetta:
Genere: Prog Rock 
Anno: 2002
Nazione:
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88

Disco non propriamente True Metal, ma che sicuramente non sfigurerà nella discografia dei prog fans amanti delle sonorità anni settanta e della buona musica in generale. La PFM , ovvero la band Italiana che più ha rappresentato la nostra musica all’estero, torna con un gustoso doppio live registrato al Club Città di Kawasaki, durante il recente tour Giapponese, seguito alle date in Sud America. Da sempre oggetto di culto, anche all’estero, la Premiata Forneria Marconi (o più semplicemente PFM) torna, dopo quasi trent’anni dal precedente tour in Giappone per una serie di concerti che ha fatto registrare il tutto esaurito nelle varie località toccate. Il cd fotografa una band in grande spolvero che sfodera tutta la classe di cui è in possesso; sciorinando una prova degna solo dei grandi, privilegiando il repertorio più prog che procurò al gruppo l’affermazione a livello internazionale. Negli anni ottanta la Premiata si era avvicinata ad un repertorio più cantautoriale, cercando nuove vie d’espressione e perdendo un po’ il legame con il mercato estero. Ricordo i due album con cui mi avvicinai alla loro musica e precisamente il bellissimo Suonare Suonare e al successivo Come ti Va?. disco che raccontava di storie di periferia e fautore di un rock molto energico, anche qui anticipando i tempi del cosiddetto Rock Italiano (Liftiba e compagnia bella ancora non si vedevano). Dopo altri due dischi non molto riusciti, il silenzio per ben dieci anni sino al 1997 anno di uscita di Ulisse che sancì il ritorno sulle scene, a cui fece seguito il live wwwpfmpfm.it ( il Best) e Serendipity. Per me è sempre un’emozione ascoltare la PFM perché ho legato molti ricordi alla loro musica (chi dimentica il mitico Punk e a Capo condotto da Franz su un’emittente privata Milanese in cui passava filmati di Rock e metal ). Con questo live la Premiata vuole riproporre il proprio status di band leader nel settore e ricercare una considerazione a livello internazionale che non è mai mancata. Unica band Italiana, nei settanta, ad aver fatto tour in Inghilterra, USA, Giappone e ad aver piazzato dischi nelle varie charts internazionali arrivando a suonare anche nella celeberrima Albert Hall di Londra (dove incontrarono anche la Regina) e non dimenticando anche il contratto con l’etichetta Inglese Manticore, il combo Milanese torna a far ruggire gli strumenti dalle assi dello stage facendo rivivere i settanta e dimostrando ai più scettici di avere ancora molto da dire. Questo è dimostrato da Sea Of Memory bella traccia inedita che apre il primo disco. Un prog rock molto lirico cantato da Peter Hammill voce dei Van Der Graf Generator, facendo ben sperare per la prossima direzione stilistica del gruppo. Ma si sa la dimensione live è quella in cui la Premiata raggiunge il massimo dell’espressività artistica e quindi quando inizia La Carrozza di Hans le mie coronarie già cominciano a sussultare, poi è un susseguirsi di brani memorabili come Photos of Ghosts (primo album in Inglese per il mercato estero). Out Of The Roundabout, l’intermezzo acustico di Peninsula (da Jet Lag) scritto da Mussida durante l’avventura Americana in un momento di nostalgia per la lontananza da casa. Suonare Suonare (una delle canzoni Italiane più belle), in totale quattordici pezzi completano il primo cd per settanta minuti di musica che finiscono in un batter d’occhio. Dimenticavo che in apertura cd è posta anche la seconda traccia inedita ovverosia Bandiera Bianca di Battiato in una versione abbastanza personale. Il banchetto e Dolcissima Maria aprono il secondo cd seguite da una bella versione di Maestro della Voce (dedicata al grande Demetrio Stratos cantante degli Area), ma il momento migliore è rappresentato da Tokyo Electric Guitar Jam che prelude a una lunga improvvisazione strumentale che include Altaloma 5 Till9 (da Photos of Ghost) ed il solo di violino di Lucio Fabbri che rievoca Live in USA citando il Rossini’s William Tell Overture, all’epoca era Mauro Pagani ad occuparsi di violino e flauto. Impressioni di Settembre, Celebration e La Luna Nuova concludono il miglior disco che la PFM ha sfornato dopo la reunion. Artigiani e pionieri della musica, la PFM si é costruita prima una fama di session man con I Quelli ( fecero anche un singolo con Teo Teocoli alla voce: La Bambolina che Fa no no no), suonando praticamente con tutti i maggiori cantanti Italiani dell’epoca ( fine sessanta inizio settanta ), poi supportarono Deep Purple e Yes prima di uscire con il primo singolo La Carrozza Di Hans che stupì tutti ( non dimentichiamoci che un pezzo in stile King Crimson nell’ Italia della canzonetta era un qualcosa di nuovo) dando il via al fenomeno della progressive-music in Italia. Penso sia giusto non dimenticare altri due grandi gruppi come il Banco del Mutuo Soccorso e Le Orme che tanto fecero per il prog Italiano dei Settanta.Ottimo pretesto per riscoprire un grande gruppo, centoquaranta minuti di pura emozione in musica.

Bentornati Ragazzi

Tracklist:

CD 1:

Sea Of Memories (original Version)
Bandiera Bianca
La Carrozza Di Hans
Rain Birth (intro To The River)
River Of Life
Photos Of Ghosts
Peninsula
Out Of The Roundabout
La Rivoluzione
Suonare Suonare
Promenade The Puzzle
Tokyo Piano Solo
Dove…quando (part 2)
Dove…quando

CD 2:

Il Banchetto
Dolcissima Maria
Maestro Della Voce
Si Può Fare
Mr. 9 Till 5
Scary Light
Tokyo Electric Guitar Jam
Tokyo Violin Jam (part 1)
Rossini’s William Tell Overture
Tokyo Violin Jam (part 2)
Impressioni Di Settembre
E’ Festa
La Luna Nuova/four Holes In The Ground

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