Recensione: Lycantropia

Di Daniele D'Adamo - 8 Agosto 2012 - 0:00
Lycantropia
Band: FinduMonde
Etichetta:
Genere:
Anno: 2012
Nazione:
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80

Anche se gli anni passano inesorabili, da quel “Morbid Vision” targato Sepultura (1986) l’intramontabile scuola death/thrash brasiliana continua a sfornare, in tutta l’America Latina, act dall’assoluto valore internazionale, epigoni certamente del sound primigenio dei Maestri ma, anche, intenzionati a evolversi assieme alle nuove tendenze sviluppatesi nel terzo millennio ormai inoltrato.

Fra queste nuove leve che strizzano l’occhio ai vecchi insegnamenti, ci sono i FinduMonde, nati solo tre anni fa a Buenos Aires e ora al debutto discografico con il full-length “Lycantropia”. Il disco, registrato da Sebastián Manta negli studi La Nave de Oseberg, missato e masterizzato da Nicolas Ghiglione nei PGM Studios, è uscito a inizio 2012 come autoproduzione. Poi, da aprile, per l’etichetta ultra-underground, sempre argentina, Cumpa Records.

Il fatto che la leggendaria band di Belo Horizonte influenzi così profondamente anche i FinduMonde non deve essere percepito come una loro mancanza di carattere o come una mera attitudine alla copiatura. Max “Possessed” Cavalera e soci hanno letteralmente inventato uno stile autonomo, a sé stante, in perenne bilico fra i tre generi superiori del metal estremo: death, black e thrash; modificandone forme, contenuti e sostanza al passare dei lustri. Uno stile che, di conseguenza, viene fatto proprio da numerosi musicisti che, poi, lo elaborano e sviluppano secondo canoni del tutto personali e soggettivi. I FinduMonde, in sostanza, pur ‘sapendo di Sepultura’, manifestano un’indubbia bravura nel saper mettere molta farina del proprio sacco, in “Lycantropia”. In esso si può dire che sia il death metal old school a farsi vivo con più evidenza, tuttavia non sono da considerarsi irrilevanti dei robusti passaggi thrash così come alcune intrusioni hardcore e deathcore, avvolti in quel groove metal inventato, peraltro, sempre dai brasiliani della Minas Gerais. Il tutto, per un bombardamento a tappeto violentissimo, tanto devastante quanto ordinato e organizzato. Cristian Rodriguez e soci picchiano in maniera bestiale non perdendo mai, tuttavia, il barlume della ragione. Un sound tremendo, potentissimo, velocissimo, che non lascia scampo a niente e a nessuno. Edu Turco, una gradita sorpresa, scatena dei blast-beats dalla rapidità quasi assurda senza incartarsi in caotici passaggi ma, soprattutto, mantenendo altissimo il livello energetico del suo drumming. Il basso a tappeto di Pollo, caldo e rombante, fa da perfetta base per il micidiale riffing dello scatenato Seba Barrionuevo, capace con pari abilità a usare la chitarra a mo’ di segaossa e/o di bisturi. Il growling roco, rabbioso e isterico di Cristian Rodriguez – che canta in spagnolo sì da rendere assai primitive le linee vocali – è, infine, l’ideale compendio a suggello di un quartetto davvero compatto e in gran forma.   

Molto bravi, i Nostri, anche a comporre delle canzoni interessanti e varie. La durata del platter è limitata a soli ventidue minuti, ma non per ciò non si può apprezzare un talento artistico in grado di dar vita a brani quali, per esempio, “Lycanthropus”, sfascio totale in un’atmosfera drammaticamente noir dalla notevole forza visionaria. Ottima, pure, “Ataque Sorpresivo”, trainata dal folle binomio chitarra/batteria verso la trance dell’iper-velocità. Parimenti eccellente “La Condena”, il cui riff portante ribalterebbe anche un carro armato. Buona l’idea di inserire alcuni tremendi breakdown tipici del deathcore mentre appaiono più evidenti, qui, certi passaggi à la Sepultura. Fanno male, nondimeno, le scudisciate dell’affilatissima ascia di Barrionuevo in “Espiritu Errante”, come in “Medium” e in “Fenix”, pezzi senza infamia né lode ma perfettamente integrati al resto del gruppo.    

Senza stravolgere nulla ma manipolando abilmente il materiale già noto a disposizione, i FinduMonde regalano, con il loro “Lycantropia”, più di un momento di esagerazione sonora senza strafare e senza imbarcarsi in territori inesplorati. Far parte di una scuola di pensiero mantenendo intatta la propria personalità si può, e gli argentini sono qui a dimostrarlo.

Daniele “dani66” D’Adamo

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Tracce:
1. Lycanthropus 3:45
2. Ataque Sorpresivo 2:58
3. Carne 1:27
4. La Condena 2:43
5. Balas De Plata 2:43
6. Espiritu Errante 2:40
7. Medium 2:24
8. Fenix 3:05     
    
Durata 22 min.

Formazione:
Cristian Rodriguez – Voce
Seba Barrionuevo – Chitarra
Pollo – Basso
Edu Turco – Batteria
 

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