Recensione: Mega Force

Di Filippo Benedetto - 27 Maggio 2004 - 0:00
Mega Force
Band: 707
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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75

Per la collana “Classix” della MTM viene ristampato “Mega Force” terzo album dei 707, storica band AOR/pomp rock statunitense. La storia di questo combo risale al lontano 1976, quando due elementi della band, Kevin Russell e Jim McCarty, si incontrarono, a Detroit,  per “jammare” insieme e testare un livello di compatibilità musicale tale da potersi imbarcare in un progetto di lunga durata. L’intesa si stabilì e di lì a poco altri musicisti entrarono a far parte del progetto, tra cui è da segnalare l’ingresso del bassista Phil Bryiant e del tastierista Duke Mc Fadden.                     
Quello fu il momento in cui si formò il nucleo storico dei 707. Le prime due release del gruppo, “707” e “the Second Album” (quest’ultimo registrato in formazione trio dopo la dipartita di Mc Fadden),   ricevettero un buon consenso di critica e di pubblico.  Il momento però in cui la band raggiunse il “punto di svolta” verso una piena e consapevole maturità artistica, a modesto parere del sottoscritto, fu con la pubblicazione della terza release, “Mega Force” (uscito nel 1982).

Dal punto di vista strettamente strumentale “Mega Force”, il cui titolo venne scelto in riferimento ad una song del gruppo (tra l’altro presa come tema di un film intitolato proprio “Mega Force”), risulta essere un disco ben suonato, curato negli arrangiamenti e degnamente prodotto per quanto riguarda il sound complessivo. Il merito in gran parte va attribuito alla line up presente in questo platter che, in parte rivoluzionata, comprendeva oltre a Russell, Bryiant e Mc Carty due nuovi elementi: il vocalist Kevin Chalfant e il tastierista Tod Howarth. 
Una breve intro per tastiere precede l’irrompere del vivace riffing della titletrack, “Mega Force” appunto. Questo brano d’apertura sfodera in maniera evidente le carte migliori del combo: una buona preparazione tecnico strumentale, vocals trascinanti al punto giusto e una evidente una freschezza compositiva. La successiva “Can’t hold back” è un’altra track costruita su un riffing vivace e trascinante. Particolarmente riuscito è il refrain che, grazie al carisma vocale di Chalfant, si stampa con facilità in mente, oltre che deliziare in quanto ad impatto melodico di sicura efficacia. Ben inserito lungo il tema fondamentale del brano e  il bell’assolo che incrementa ulteriormente l’appeal complessivo del pezzo. “Get to you” prosegue nella ricerca di un equilibrio stabile tra momenti efficaci e di diretto impatto e aperture armoniche, specie nel refrain, accattivanti al punto giusto. Molto buono il lavoro in sede ritmica, dove basso e batteria costruiscono solide fondamenta per il resto degli strumenti. Cambia decisamente atmosfera “Out of the dark”, portando la band a concentrare l’attenzione dell’ascoltatore su un “melodic rock” raffinato e brillantemente eseguito sia dal punto di vista chitarristico che tastieristico. Entrambi gli strumenti elegantemente sviluppano il tema portante del pezzo, in perfetta sintonia. Questo brano, in sostanza è la dimostrazione evidente della capacità del combo di non fossilizzarsi nello stesso standard compositivo. La successiva “Hell on high water” stuzzica l’orecchio dell’ascoltatore con riffs nuovamente diretti e d’impatto, sostenuti da una sezione basso/batteria che sviluppa la trama ritmica in modo dinamico e non scontato. Molto gradevole risulta all’ascolto la successiva “We will Last”, dove la band imposta con la consueta eleganza un riffing sempre in bilico tra momenti più rocciosi ed altri di più morbido, ma non per questo meno efficace, impatto. “Hello girl” mostra tutta la sua forza persuasiva soprattutto nel bel refrain,dispiegato da un lavoro pregevole chitarristico sul quale Chalfant stende vocals ispirate. L’ottava track, “Write Again”, si fonda su ritmica leggermente cadenzate sulle quali si stende un riffing che alterna pregevolmente momenti più “hard rock”,  soprattutto nel bell’assolo, a parti più rilassate dove un bell’arpeggio ne è l’ideale anello di congiunzione. Proesegue su questa linea la seguente “No better felling”, brano che approfondisce il discorso precedentemente affrontato. Interessanti sono gli interventi solistici che elevano di tono il brano. Chiude il disco la rassicurante “Heartbeat”, track costruita su linee melodiche accattivanti, molto ben espresse sia per quanto riguarda il lato strumentale (l’alternarsi degli interventi pianistici e di quelli chitarristici è molto ben costruito) che per quanto concerne le vocals. Nella sua breve durata, in sostanza, possiamo considerare questo brano come un piccolo gioiello del platter. 

Da segnalare sono le bonus tracks contenute nella versione remasterizzata, dove spiccano due strumentali molto interessanti quali “Eagle One 2”, seguito ideale della prima bonus track “Eagle one” e soprattutto “The Float”, brano molto suggestivo suonato con pregevole eleganza. Inclusa tra le bonus tracks anche una energica versione live di “Mega Force”.

Penso che questo disco, in conclusione, non deluderà le aspettative di ogni amante del genere. Se amate un melodic rock che sia effettivamentemelodic” e “rock“, allora questo “Mega Force” farà al caso vostro.

Tracklist:
 
1) Mega Force
2) Can’t Hold Back
3) Get To You
4) Out Of The Dark
5) Hell Or High Water
6) We Will Last
7) Hello Girl
8) Write Again
9) No Better Feeling
10) Heartbeat
11) Eagle One*
12) Mega Stomp*
13) Mega Force 2*
14) Eagle One 2*
15) The Float*
16) Mega Force (live)*
*unreleased bonus tracks

Line Up:

Kevin Russel – Guitars, lead & Backing Vocals
Tod Howarth – Keyboards, Rhythm Guitar, Backing Vocals
Phil Bryant – Bass, backing Vocals
Jim McClarty – Drums
Kevin Chalfant – Lead Vocals & Backing Vocals
 

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