Recensione: Memento Mori

Di Gianluca Fontanesi - 6 Settembre 2023 - 14:55
Memento Mori
Band: Marduk
Genere: Black 
Anno: 2023
Nazione:
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83

Discorriamo spesso su tutte le pagine metalliche e non di lasciare largo ai giovani, che un ricambio generazionale sarebbe necessario e urgente e tante altre belle utopie; poi però arriva il momento in cui le vecchie volpi salgono in cattedra e, al quindicesimo album di una carriera ultra trentennale, tirano fuori una cosa del genere. Quindi? La domanda è presto fatta: che gli devi dire?

Avevate aspettative sui Marduk e sul loro nuovo lavoro? Sì? No? Vi aspettavate un album bancomat con la solita qualità media usato solo come pretesto per imbastire l’ennesimo tour? Nulla di più lontano dalla verità: Memento Mori è un album spaventoso, oltre ogni più rosea previsione.  Lasciamo perdere i contenuti extra musicali e i casini vari con Joel Lindholm, lasciamo perdere tutte le velleità guerrafondaie di Frontschwein e Viktoria e concentriamoci su questa nuova musica, che è a livelli inauditi.

Ricordati che devi morire. Dalle origini romane ai frati trappisti fino ad arrivare ai Marduk, l’uso di questa frase è spalmata come la Nutella sopra tutte le epoche e abusata in ogni dove, ma possiamo tranquillamente passarci sopra. Il disco in poco più di quaranta minuti riesce a fare tabula rasa di tutto il black metal uscito in questo acerbo 2023, che di guizzi ne ha offerti ben pochi. Il songwriting cambia totalmente le carte in tavola e qui esplora la fase artistica più malvagia e delittuosa dei Marduk. L’opera è velocissima e basata per la maggior parte del minutaggio su blast beat e una ferocia senza alcun compromesso. Memento Mori è pura cattiveria, rabbia, ed è tutto tranne che un lavoro di mestiere.

L’aspetto più interessante è il fatto che la tracklist potrebbe essere tranquillamente suonata tutta in un eventuale set: ha i tempi giusti, i giusti rallentamenti, le giuste pause e il il finale perfetto, che chiude il cerchio in maniera sopraffina. Simon Schilling alle pelli è inaudito e anche Mortuus risulta particolarmente ispirato; i riff di Morgan sono da boutique del luciferino e un compendio di malvagità che sarà difficilissimo da eguagliare per ogni altra band in circolazione.

La produzione è marcia e sa di altri tempi, cattura perfettamente ogni umore dell’opera e contribuisce a rendere la giusta atmosfera pur rimanendo su ottimi standard (e ci mancherebbe altro). Torniamo quindi alla domanda iniziale: che gli devi dire? Non è stato sbagliato nulla in questo disco. Nulla. Memento Mori non è uno dei migliori album black metal del 2023 ma è IL black metal del 2023 senza possibilità di appello. Strepitosi.

 

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