Recensione: Morbid Spawn Of Resurrection

Di Valentina Rappazzo - 11 Novembre 2012 - 0:00
Morbid Spawn Of Resurrection
Band: Insepulto
Etichetta:
Genere:
Anno: 2012
Nazione:
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70

Avete mai ricevuto un pugno in pieno stomaco?
Beh… se non conoscete la sensazione, potrete vivere qualcosa di molto simile attraverso l’ascolto di questo lavoro.

Ciò, infatti, è esattamente quello che si prova ad ascoltare il primo album in studio dei costaricani Insepulto, “Morbid Spawn Of Resurrection”. Poco più di mezz’ora di cattiveria ben dosata, di quelle che ti lasciano senza fiato.

La line-up della band è attualmente composta dal trio A.P (chitarra/programmazione batteria), Ronald J. “The Butcher Master” (voce) e U.Xerxes.H (basso). Con questa formazione l’ensemble centroamericano ha registrato nel 2010 il suo primo demo, dal titolo “The Posthumous Trinity”.

Il genere è indubbiamente quello del death metal old school. Dieci tracce ben serrate, una media di tre minuti a brano per un disco che scorre senza brutte sorprese. Non è certo l’originalità che li contraddistingue, ma la giusta sintesi tra vecchia scuola e influenze di un certo livello. Innegabile è, infatti, il segno lasciato sul terzetto dai lavori di Morbid Angel, Death, Obituary e Napalm Death. Il risultato è un album cupo, brutale, molto diretto; esattamente come un destro ben assestato in pieno stomaco.

Un gruppo estremamente coinvolgente, di quelli che on-stage riescono a tirare fuori la parte animalesca di ciascuno di noi, attirandoci nel mortifero pogo volenti o nolenti. In particolare la quinta traccia, “Epitome Of Rigor Mortis”, è la sintesi perfetta di tutto il CD: batteria incalzante, growl ben fatto, chitarre dalla misurata cattiveria e basso granitico. Decisamente ottime le linee di basso, appunto, che cadenzano il procedere dei brani alternandosi alle affilatissime chitarre. Questi ragazzi hanno sicuramente intenzione di farsi strada, e per farlo non chiedono di certo gentilmente permesso: ci vomitano addosso tutta la loro cattiveria e tutto il loro marciume.

Dopo un debutto del genere posso dire che sicuramente ce li ricorderemo per un bel po’, e potete esserne sicuri: sentiremo ancora parlare di loro.

Ultima nota di merito va al loro artwork: uno splendido lavoro per opera dell’artista cileno Daniel Self Desecrator.

Valentina “Mastra” Rappazzo

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Tracce:
1. Epitome Of Rigor Mortis 3:22     
2. Orthodox 3:09     
3. The Posthumous Trinity 3:23     
4. Corrupting The Righteous 3:05     
5. Religious Pedophile 3:16     
6. Misanthropic 2:52     
7. Sumerian Throne Of Evil 3:15     
8. Insepulto (The Devilish Enthronement) 3:06     
9. Misfortune At The Abode Of Sorrow 3:08     
10. Illumination Through Flagellation 3:52       

Durata 32 min.

Formazione:
Ronald J. “The Master Butcher” – Voce
A.P – Chitarra/Programmazione batteria
U.Xerxes.H – Basso
 

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