Recensione: Mystic Places

Di Leonardo Arci - 2 Settembre 2006 - 0:00
Mystic Places
Band: Avalon
Etichetta:
Genere:
Anno: 1997
Nazione:
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77

Esistono dei gruppi che non conosci dai quali non ti aspetti alcuna sorpresa, nel senso che basta dare un’occhiata alla cover e tenere presente il monicker per essere sicuri di cosa conterrà il fatidico dischetto. Questo è solo parzialmente il caso di questo gruppo tedesco, qui giunto al suo secondo lavoro, preceduto due anni prima dal vero e proprio debut album, “Why Now”.  Il genere proposto è infatti riconducibile ad un power metal di forte impatto con numerose inclinazioni progressive, discostandosi dunque da quello di matrice teutonica per abbracciare influenze tipiche del power metal scandinavo e a tratti americano. Alla luce di queste preliminari considerazioni annoveriamo tra i gruppi a cui questi Avalon sono debitori i Queensryche, i Dream Teather, ma anche Gamma Ray, Angra, Haven’s Gate, Sinner.

Musicalmente il CD non presenta alcuna pecca essendo i componenti ben dotati sia dal punto di vista esecutivo che creativo, forti di un songwriting davvero ispirato ed avvalendosi in fase di produzione dell’esperienza di Charlie Bauerfeind (Angra, Running Wild, Blind Guardian, Hammerfall, Helloween, Freedom Call etc.). Le tracce sono piuttosto varie, si spazia infatti su un ventaglio di proposte decisamente eterogenee: basti pensare alla opener (escludendo la strumentale Mystic Places che funge da intro) I’m falling, rocciosa power metal song in mid tempo che ricorda molto certi lavori degli Iron Maiden per quanto attiene alla definizione delle linee vocali affidate al bravo Many Sturner (la cui timbrica tuttavia può essere associata a quella di Thomas Rettke), mentre musicalmente vengono alla mente i Freedom Call, soprattutto per la struttura dei cori. La varietà delle composizioni però ci conduce anche all’ascolto di brani come la ballad Prisoner of my mind, dal mood vagamente rock oriented, sensuale e accattivante grazie ad un perfetto e gradevole gioco di doppie voci dal sapore malinconico ed epico. Tra questi due estremi troviamo quella che, pur essendo solo una traccia strumentale, è considerata dal sottoscritto la gemma di questo lavoro, probabilmente la punta di diamante dell’intera discografia di questa formazione che negli anni a venire non ha riscosso il favore che merita: mi riferisco a Two Mental, esempio di classe cristallina riversata in una composizione progressive da far accapponare la pelle, incentrata su numerosi cambi di ritmo, impreziosita da assoli chitarristici ipermelodici che rivelano una tecnica sopraffina ed un mirabile gusto per la melodia. Altre tracce da evidenziare sono la fresca Through the eye of the end, una canzone che mi ha ricordato molto gli At Vance di Chained, ma con una più ricercata connotazione melodica affidata alle parti di tastiera magistralmente eseguite da Jens Kuckelkorn, che mantengono quella matrice progressive di cui tutto il Cd è imperniato. Il lavoro si chiude con Blind Dance, energico, roccioso, potente esempio di canzone power che ricorda il metal grezzo ma di classe degli Heaven’s Gate.

La critica che più spesso viene rivolta ai dischi power è quella di essere troppo omogenei e privi di quel quid che possa spingere l’ascoltatore all’acquisto. Qui siamo in presenza di un buon esempio di power metal ispirato, che racchiude in sé influenze diverse ma ben amalgamate in un mix perfetto di potenza e melodia, un cd da recuperare ed apprezzare nelle sue molteplici sfumature che terrà per 50 minuti la noia a debita distanza.

Leonardo Arci

Tracklist:
01. Mystic Places (instrumental)
02. I’m Falling
03. Passion For Glory
04. Crystal Ball (instrumental)
05. Through The Eye Of The End
06. Prisoner Of My Mind
07. Two Mental (instrumental)
08. Time For The Universe
09. Wasted Time
10. Burning Down The House
11. Isolation (instrumental)
12. Blind Dance

Avalon are:
Many Stürner – vocals
Sebastian Eder – lead & rhythm guitars
Petra Hasselkuss – bass guitar
Jens Kuckelkorn – keyboards
Peter Kei – drums

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