Recensione: No Place For Disgrace

Di Federico Reale - 19 Maggio 2011 - 0:00
No Place For Disgrace
Etichetta:
Genere: Thrash 
Anno: 1988
Nazione:
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90

Nello sconfinato plotone di gruppi thrash che popolarono la Bay Area californiana nella seconda metà degli anni ottanta, i Flotsam And Jetsam furono sicuramente una delle punte di diamante a livello qualitativo. In una scena dove tutti i gruppi sperimentavano, aggiungendo a quella musica ispirata da Metallica e Slayer ora tecnica sopraffina (Toxik), ora pura violenza sonora (Possessed), i ‘Flots’ s’imposero con il loro stile diretto e melodico.

La band, formatasi nel 1983, giunse al debutto ufficiale nel 1986 sfornando l’acclamato “Doomsday For The Deceiver” (nella quale line-up figurava un certo Jason Newsted al basso), riconosciuto ancora oggi come uno degli apici assoluti del ‘thrash metal old school’; full-length seguito due anni più tardi da questo “No Place For Disgrace” che, pubblicato nello stesso anno di colossi quali “… And Justice for All”, “South of Heaven”, “Dimension Hatröss”, “Forbidden Evil” e altri ancora, riconfermò i Flotsam And Jetsam come uno dei gruppi migliori del genere.

“No Place for Disgrace” non mostra modifiche stilistiche sostanziali, rispetto a “Doomsday For The Deceiver”. Anzi, l’unica differenza può essere riscontrata in un miglioramento della produzione (sicuramente non eccelsa, ma comunque buona per un album thrash metal dell’epoca). Questo lavoro, quindi, si presenta con un sound potente e compatto; rivelandosi una fucina di riff ‘spaccamacigni’, ritmiche serrate, linee vocali feroci, aperture melodiche da rimanere a bocca aperta, marchio di fabbrica del complesso, cui si va ad aggiungere l’enorme bravura di ogni musicista (in particolare da segnalare la prestazione di Eric “A.K.” Knutson, uno dei più dotati e, ahimé, sottovalutati cantanti thrash di sempre), come può dimostrare la title-track posta in apertura. “No Place For Disgrace” è da applausi per il rallentamento a metà canzone: senza dubbio, uno dei più grandi momenti del thrash metal. Ancora chitarre taglienti e voci maligne in “Dreams Of Death” e “N.E. Terror” (quest’ultima forse un po’ troppo ripetitiva ma comunque buona), mentre “Escape From Within” è uno splendido pezzo più lento e melodico la cui tensione verrà in seguito spezzata da un episodio più festaiolo come “Saturday Night’s Alright For Fighting” (una cover di Elton John rivisitata in chiave speed).
La seconda metà dell’album è introdotta dagli arpeggi sinistri della tirata “Hard on You”, che precede quello che è forse il pezzo forte del lotto: “I Live You Die”, in cui, su una base di ritmiche incalzanti e riff solenni, uno spietato Knutson la fa da padrone con i suoi acuti cristallini, cantando linee vocali che non lasciano scampo all’ascoltatore. Ci avviciniamo alla fine di “No Place For Disgrace”, e allora spetta alla cattiveria di “Misguided Fortune” e “P.A.A.B.” il compito di riconfermare la sua bontà, sempre a suon di chitarre sanguinarie e rallentamenti stupefacenti. Infine, la strumentale “The Jones” a chiudere il tutto.

Un album compatto, bellissimo. Purtroppo, il complesso capitanato da Knutson non riuscirà a ripetersi col successivo, discreto (ma nulla più) “When The Storm Comes Down” del 1990. Tuttavia, il gruppo è ancora in giro e ha ripreso a sfornare dischi di ottima qualità, ultimo dei quali l’eccellente “The Cold” del 2010.

Federico “Federico95” Reale

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Track-list:
1. No Place For Disgrace 6:13
2. Dreams Of Death 5:39
3. N.E. Terror 5:57
4. Escape From Within 6:47
5. Saturday Night’s Alright For Fighting (Elton John cover) 3.53
6. Hard On You 4:51
7. I Live You Die 5:49
8. Misguided Fortune 5:41
9. P.A.A.B. 5:32
10. The Jones (instrumental) 4:07

All tracks 52 min. ca.

Line-up:
Eric “A.K.” Knutson – Vocals
Michael Gilbert – Guitars
Edward Carlson – Guitars
Troy Gregory – Bass
Kelly David-Smith – Drums
 

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