Recensione: Noctambulant

Di Stefano Risso - 17 Agosto 2006 - 0:00
Noctambulant
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Genere:
Anno: 2006
Nazione:
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75

Ero molto curioso di ascoltare il seguito del sorprendente Cabinet,
album che ha permesso agli svedesi Spawn Of Possession di farsi conoscere
come una delle giovani formazioni più interessanti del panorama death, sapendo
unire tecnica strabiliante e grande impatto, il tutto in modo naturale e fluido.
L’attesa per questo Noctambulant si è fatta ancora più asfissiante
dopo aver visto i nostri esibirsi di spalla agli Hate Eternal nel maggio
scorso, dove proposero un piccolo assaggio della seconda fatica in studio.

Con Noctambulant gli Spawn Of Possession sembrano aver
fatto le cose in grande, sfornando un disco con tutti i sacri crismi per poter
bissare e superare il predecessore; il tasso tecnico è incredibilmente
aumentato, con un miglioramento generale della struttura dei brani, ora molto
più complessi e ricchi di sfaccettature, con la coppia di chitarre affidate a
Jonas Bryssling
e Jonas Karlsson, che non ne vogliono sapere di
affrontare passaggi lineari, sempre funamboliche ed imprevedibili, correndo
parallelamente in soluzioni intricatissime per poi abbandonarsi in divagazioni
singole, assoli, controtempi e quant’altro. Ma è tutta la sessione ritmica a
svolgere un lavoro di tutto rispetto, con il batterista Dennis Röndum e
Niklas Dewerud al basso (entrambi ex Visceral Bleeding) a
sorreggere le strutture e permettere ai chitarristi di fare il bello e il
cattivo tempo, con un Röndum spettacolare non solo nell’accompagnare il resto
della band ma aggiungendo anche piccoli accorgimenti che rendono i brani ancor
più articolati e dinamici. Buona anche la prova del nuovo componente Jonas
Renvaktar
dietro al microfono, che sostituisce lo stesso Röndum, che
si era comunque ben distinto anche come cantante nel gia citato Cabinet.

Per Noctambulant vediamo inoltre la partecipazione di grandi
nomi quali Erik Rutan, che ha curato la produzione del disco (manco a
dirlo in modo praticamente ineccepibile) e Pat O’Brien, che ha benedetto
questi giovani musicisti con un assolo dei suoi (non uno dei migliori, ma sempre
un marchio di fabbrica inconfondibile) in Render My Prey. Dunque un disco
che pare essere un piccolo gioiellino tutto da scoprire se non fosse per la
difficoltà con cui Noctambulant si pone all’orecchio
dell’ascoltatore. Gli Spawn Of Possession hanno a mio avviso puntato
troppo sulla tecnica e sulla “non linearità” dei brani piuttosto che curare
maggiormente il feeling delle composizioni, rischiando di produrre un disco
perfetto ma senza quella carica necessaria propria di un album brutal death; sì
perchè ai primi ascolti Noctambulant non decolla, rimane
imbrigliato nelle sua volontà di essere difficile, frammentato, per certi versi
freddo, quasi un’esibizione strumentale con pochi attimi realmente travolgenti.
Non a caso ho detto quasi, poiché nonostante tutto dopo svariati ascolti si
riesce a comprendere l’anima che pervade il disco, che si rivela solo dopo
un’analisi minuziosa che non permette distrazioni, per non rischiare di perdersi nelle
trame imprevedibili dei nostri. Probabilmente agli Spawn Of Possession manca ancora un
po’ di esperienza per raggiungere l’obiettivo sperato, peraltro gia raggiunto
ampiamente
in alcune tracce di Noctambulant, come ad esempio l’ottava Dead &
Grotesque
e la conclusiva Scorched, segno tangibile che questi
ragazzi sanno giostrarsi alla grande con i mezzi elevatissimi a disposizione.

Sia chiaro, ci troviamo di fronte a un lavoro ben oltre la media della
stragrande maggioranza delle uscite in ambito estremo, che potrebbe fare la
gioia di molti e rappresentare un “fallimento” (fossero tutti così i
fallimenti…) per altri. Pezzi come Lash by Lash o Solemn They Await
sono piccoli ricettacoli di come si dovrebbe suonare in modo ultratecnico,
coinvolgente, e intelligente, inserendo una quantità industriale di variazioni
che altri gruppi avrebbero sfruttato per tutta la durata del disco. Invece gli
Spawn Of Possession sono stati investiti da una fantasia fin troppo
accesa, che ha rischiato di prendere il sopravvento sulla riuscita di canzoni come
Render My Prey
, bella ma discontinua, Eve of Contempt o la cadenzata
Sour Flow, che ricorda vagamente certi stilemi “morbidangeliani” nei riff
gommosi e lenti, tutte songs godibili ma che un pizzico di irrazionalità in più
avrebbe reso ancor più micidiali.

In conclusione non posso che giudicare favorevolmente Noctambulant,
probabilmente un disco di transizione, ottimamente suonato e prodotto da una
band in piena maturazione che abbisogna ancora di esperienza per poter piazzare
definitivamente il colpo di grazia. Un album comunque da prendere in seria
considerazione, da ascoltare quasi a braccia conserte piuttosto che dimenandosi
a più non posso, attenendosi ai dettami predicati dagli Spawn Of Possession
in sede live, mostruosamente perfetti ma immobili e concentrati unicamente sugli
strumenti. Il futuro è nelle loro mani.

Stefano Risso

Tracklis:

  1. Inception
  2. Lash by Lash
  3. Solemn They Await
  4. Render My Prey
  5. Eve of Contempt
  6. Sour Flow
  7. By a Thousand Deaths Fulfilled
  8. Dead & Grotesque
  9. In My Own Greed
  10. Scorched

 

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