Recensione: Octopus

Di Onirica - 12 Maggio 2003 - 0:00
Octopus
Band: Gentle Giant
Etichetta:
Genere: Prog Rock 
Anno: 1972
Nazione:
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90

Benvenuti. Se verrete in contatto con questo disco anche per un solo istante sarete immediatamente abbracciati dalle ventose di otto braccia invadenti, quelle della tradizione progressive rock anni settanta. Come avrete capito, ho l’immenso piacere di presentarvi uno dei capitoli chiave della musica rock di vecchia data, sotto il piccolo grande nome di Gentle Giant: sei personaggi in cerca di successo nel fiorire degli anni settanta, quando le prime tecnologie erano in fase di costruzione e la sperimentazione diventava il principale carattere distintivo tra un gruppo di artisti e l’altro. Un gruppo dove ognuno dei sei membri non suona meno di due strumenti è un gruppo con una quantità di risorse inestimabili, e se a tutto questo si aggiunge un metodo di scrittura tipicamente inglese, semplice e complicato allo stesso tempo, il risultato non potrà che essere un disco progressivo pieno di affascinanti colpi di scena, fresco ed arioso, al passo con i tempi SEMPRE.

Kerry Minnear – all keyboards, vibraphone,
pecussion, cello, moog, lead and backing vocals
Raymond Shulman – bass violin, guitar,
percussion, vocals
Gary Green – guitars, percussion
Derek Shulman – lead vocals, alto saxophone
Philip Shulman – saxophones, trumpet,
mellophone, lead and backing vocals
John Wethers – drums, congas and percussion

Un’orchestra signori. 35 minuti di buon rock affidato alla follia di una mezza dozzina di veri musicisti, dove il dettaglio diventa la cosa più importante all’interno di un dipinto oggi tutt’altro che sbiadito, incorniciato nella melodia dei pezzi e nel songwriting entusiasmante che fa di questa band uno dei capitoli più importanti della storia che noi tanto amiamo. Ci hanno insegnato a scrivere la musica che ci piace ascoltare, ci hanno insegnato che i testi devono avere un significato profondo o comunque un’origine intensamente connaturata nell’ambiente sociale che ci circonda in un determinato periodo storico, quindi nella nostra cultura. All’interno del modesto booklet potrete trovare un piccolo trafiletto sotto ognuno degli otto titoli, ognuno degli otto tentacoli: in alcuni casi viene descritto il libro che ha ispirato il pezzo, troviamo ad esempio riferimenti alla letteratura e alla filosofia di Albert Camus, in quarta posizione abbiamo uno spunto dedicato alla psicologia di Laing, fino al brano conclusivo che tenta di dare vita a diverse atmosfere sfruttando tutti gli artifici elettronici messi a disposizione dallo studio di registrazione in cui questo capolavoro è stato registrato. Da avere e basta.  

Andrea’Onirica’Perdichizzi

TrackList:

01. The Advent Of Panurge
02. Raconteur, Troubadour
03. A Cry For Everyone
04. Knots
05. The Boys In The Band
06. Dog’s Life
07. Think Of Me With Kindness
08. River

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