Recensione: Overcoming The Pain

Di Daniele D'Adamo - 25 Novembre 2010 - 0:00
Overcoming The Pain
Band: Superbia
Etichetta:
Genere:
Anno: 2010
Nazione:
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76

A volte, se s’inizia dalla fine, si trova quello che molti propongono per prima. Cioè, il meglio. E il meglio di “Overcoming The Pain”, debut-album dei siciliani Superbia, si trova per me nella stupenda “Paranoid Insomnia”, canzone conclusiva, nella quale c’è uno strabiliante break finale (strumentale) dove i musicisti danno tutto se stessi, con i due chitarristi che intrecciano un guitar-solo memorabile.

L’aver escluso, dalla considerazione di cui sopra, il vocalist Gemini V. non ne sminuisce il valore. Tutt’altro. Sempre a parer mio, la sua voce presenta una timbrica così caratteristica da esser riconoscibile fra tante. Non a caso, il tono roco e un po’ nasale la fa somigliare a quella – ipotetica – di un punkeggiante Paul Di’Anno dedito al growling! Non mancando, peraltro, la puntuale esibizione del caratteristico «growling da scarico fognario» (“Embracing The Evil”).
E, sarà ancora un caso, ma nella musica dei Superbia si trova «tanto Iron Maiden». Non fraintendetemi, tuttavia. Il gruppo è tutto, fuorché un clone dei geni inglesi. Anzi, l’aver posto come base un sound che rimanda alla N.W.O.B.M. e quindi aver costruito su di essa una struttura multiforme, impostata su un death contaminato da più tipi extra-metal, ha dato come risultato la creazione di un sound davvero personale e ricco di carattere.

Antonio Randazzo e Tommaso Careri focalizzano questo concetto nel loro guitarwork. Come nella leggendaria coppia Smith/Murray, le chitarre prediligono i toni alti, rincorrendosi in lungo e in largo nei vari brani, sovrapponendosi e raddoppiandosi (“Black Sun”). Un approccio musicale che tradisce l’esteso background culturale dei due, sicuramente abbracciante, anche, la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80. Il riffing, infatti, mostra una struttura quasi più vicina all’heavy (“Lost Life”) che al death (“Silenzio & Vuoto”, con un break finale in pieno stile heavy, comunque).
Anche Dino Fiorenza (che ha collaborato con mostri sacri quali Steve Vai, Paul Gilbert, Jennifer Batten, Prashant Aswani, Slash, Zack Wilde, Yngwie Malmsteen, Billy Sheehan, Andy Timmons, Mistheria et al.) segue questa scuola di pensiero, tratteggiando con il suo basso delle sinuose linee, complesse e dinamiche; basso la cui estremità è attinta in un inchiostro ad alta gradazione heavy. La bravura tecnica del bassista, comunque allineata per qualità con quella degli altri membri dell’ensemble, consente al sound di quest’ultimo di arricchirsi con successo mediante quelle divagazioni stilistiche più sopra menzionate, come funky e fusion (“Before Dying”, “Panta Rei”).   
 
I dieci anni passati assieme, inoltre, hanno fatto sì che i Nostri potessero mettere a fuoco con precisione un proprio, unico sound. Il tempo per quest’affinamento c’è stato, come l’esperienza sia in sede live (date con gente del calibro di Grave e Rotting Christ …), sia in sede di studi di registrazione. Benché “Overcoming The Pain” sia il primo full-length di una serie che, si auspica, possa essere ben numerosa, in passato sono state parecchie le occasioni per produrre una congrua discografia: “Promo Live 2004” (demo, 2004), “Superbia” (demo, 2007), “Support Underground 2008” (doppio CD con la song “Sons of Sin”), “Voices From The Underground – International Compilation – Vol. 4” (CD con la song “My Destructive War”), “Extreme Music Aggression Vol. 1” (CD con la song “My Destructive War”).

Ma torniamo a “Overcoming The Pain” e alle sue canzoni.
Bene o male, le abbiamo già inquadrate tutte o quasi. L’insieme è compatto, con una buona uniformità stilistica e con una discreta continuità nella qualità della composizione. Ne rimangono tuttavia ancora due, da descrivere in modo più approfondito: “Before Dying” e “Alpha & Omega”. Costruite su dei toni un po’ malinconici e dimessi, in esse la melodia e le dissonanze (presenti nella seconda) sono peculiarità degne di nota anche e soprattutto per la presenza di un’ottima voce femminile (Antonella Di Maria), che accompagna il growling straziato di Gemini V..  

Davvero buono, il lavoro dei Superbia. Originale, vario e maturo. Per palati raffinanti, non mancherà d’essere apprezzato sia dagli amanti delle sonorità heavy degli anni ’80, sia da chi è invece più predisposto per il moderno e contaminato death.

Daniele “dani66” D’Adamo

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Track-list:
1. Black Sun 5:10        
2. One Last Time 4:10        
3. Embracing The Evil 3:39        
4. Lost Life 4:00        
5. Silenzio & Vuoto 2:50        
6. Before Dying 6:26        
7. Panta Rei 3:10        
8. Alpha & Omega 5:39        
9. Paranoid Insomnia 4:21

All tracks 39 min. ca.

Line-up:
Gemini V. – Vocals
Antonio Randazzo – Guitars
Tommaso Careri – Guitars
Dino Fiorenza – Bass
Antonio Amodeo – Drums
(Female vocal by Antonella Di Maria)
 

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