Recensione: Parazv Il Zilittv

Di Daniele D'Adamo - 22 Maggio 2018 - 0:00
Parazv Il Zilittv
Band: Summon (Por)
Etichetta:
Genere: Death 
Anno: 2018
Nazione:
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76

Nato due anni fa a Lisbona, il misterioso combo a tre elementi (N. – Voce, chitarra, R. – Chitarra, J. – Batteria) nominato Summon giunge quest’anno a stampare il proprio debut-album, “Parazv Il Zilittv”.

Se avvolta da un alone di nebbia che ne nasconde i componenti, la band portoghese, al contrario, elabora un death metal chiaramente mostruoso, avvicinabile, per dare un’idea, a quello di un altro ensemble invisibile: quello degli australiani Grave Upheaval.

Si tratta di un death metal che non ha altri metri di paragone, in natura, giacché consistente in uno spaventoso coagulo di riff, linee vocali, rimbombi di basso e drumming scatenato di difficile discernimento; giacché il tutto, messo assieme, origina un sound primordiale, cavernicolo, arcaico, vecchio addirittura di eoni.

Spaventosamente, arcaico. Come se fosse stato elaborato da qualche lovecraftiana entità vivente prima dell’avvento della razza umana.

L’impatto che i tre ignoti musicisti iberici riescono a produrre è pazzesco, se commisurato alla consistenza numerica dei medesimi. Lo stile è assolutamente personale, nel senso che risulta arduo trovare altrove, a parte i menzionati Grave Upheaval, qualcosa di più belluino, ferale, che scarifichi l’anima sino ad arrivare ai suoi più reconditi anfratti. Ove vige l’orrore per un’esistenza caduca, inevitabilmente slanciata verso la morte, la tomba, il disfacimento delle carni.

L’orrido suono della voce N. scava, scava, scava sino a raschiare il caos primigenio che, da qualche parte, forse nel DNA, è alla base dell’esistenza dell’Uomo. Le linee vocali, assolutamente indecifrabili, proiettano comunque, per via della loro totale visionarietà, lo sguardo all’interno di sé stessi, via via sempre più approfonditamente sino a scorgere gli atomi costitutivi la base carbonio come pianeti e sistemi solari antichissimi, lontani anni luce.

Un suono così concepito, marea nera che ricopre qualsiasi cosa, sia a livello materiale, sia a livello spirituale, non può che essere totale, nel senso di una compattezza che non presenta alcuna incrinatura, una compattezza la cui vibrazione si accorda con quella dell’esoterico ritmo della vita così come normalmente concepita.

La brutale componente lisergica di “Parazv Il Zilittv” è peraltro da allucinazione visiva, olfattiva, uditiva. Viaggiando fra le sue tracce pare di compiere un percorso in un antro dalle dimensioni sterminate (‘In Odorem Mortis’), buio, freddo, i cui unici movimenti atmosferici coincidono con gli effluvi della carne in decomposizione. Parrebbe essere questo, il punto di arrivo di questo percorso musicale così ipnotico, così distopico.

La mota in cui affogano, a mò di sabbie mobili, le note emesse dalla strumentazione del gruppetto di scellerati, non pare avere soluzione di continuità, in rapporto alla consecutività delle song, simili ciascuna all’altra per un’agghiacciante consapevolezza di essere in una trappola mortale, anche per l’anima. L’insieme dei pezzi, cioè, è rivolto unicamente a rafforzare quanto più fortemente possibile l’idea di un suono inscindibile nelle sue componenti essenziali, più che a costituire un percorso logico, umano. Un suono che ha come obiettivo unico e primario il nulla, il vuoto, la non-esistenza (‘… from Beyond’).

“Parazv Il Zilittv” è un album dalle due facce, senza sfumature: o piace o non piace. Non ci sono vie di mezzo. I Summon vanno presi così come sono. Accettati, oppure no. O si vive, o si muore. Basta scegliere…

Daniele “dani66” D’Adamo

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