Recensione: Planetary Duality

Di Francesco Sorricaro - 1 Dicembre 2008 - 0:00
Planetary Duality
Band: The Faceless
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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75

I The Faceless sono californiani e già dall’album d’esordio Akeldama del 2006 avevano fatto capire di non avere paura, nonostante la giovane età, di sperimentare a tutti i costi suonando la musica che preferivano. La cosa rende loro maggior merito se pensiamo che hanno deciso di attuare questi loro propositi nell’ambito di una musica dai confini spesso blindati come il Brutal Death.
Come prima tra le loro influenze, accanto a più ovvi maestri del genere come Cannibal Corpse e Nile, i ragazzi californiani citano i Cynic, ma della raffinatezza di Paul Masvidal e soci nella loro musica non c’è traccia, perché i cinque vogliono pestare duro nonostante tutto, e i richiami ai maestri del technical death si limitano soprattutto all’uso frequente del vocoder (al limite del plagio a volte) all’interno di molti dei loro pezzi.
 
Sarebbe limitante in effetti parlare di un’unica influenza musicale perché questa band dimostra di voler pescare tra i più svariati stili musicali, dal jazz al black metal, dal progressive al thrash per rendere la propria proposta particolare e non scontata. Il brutal groove che conosciamo, fatto di growl e blast beat, già all’interno del loro debut veniva arricchito di inserti jazzistici, chitarre classiche, frammenti strumentali e tante, tante tastiere a creare un tappeto sonoro dal neanche tanto vago sapore scandinavo. Tantissime idee messe al fuoco dunque, che forse potevano creare un senso di spiazzamento nell’ascoltatore più oltranzista tant’è che a due anni di distanza i nostri tirano fuori questo Planetary Duality che forse inizia ad addrizzare un po’ il tiro.

L’attitudine in your face dei brani non cambia di una virgola e il disco comincia diretto come un tir e continua bene o male su questa falsa riga a dimostrazione che i ragazzi non hanno certo perso l’energia brutale degli esordi. Ma non hanno perso neanche la voglia di sperimentare e anzi la loro malata prerogativa sembra quella sistematica di riuscire ad assemblare, all’interno di ogni brano,  quanti più elementi stilistici diversi sia possibile.  Le tastiere vengono centellinate ed usate più per creare piccoli ricami e brevi intermezzi come nella strumentale Shape Shifters o in Legions of the Serpant dove accanto ad una chitarra classica riecheggiano addirittura le note di un organo hammond.

La voglia di provare ad ogni costo nuove soluzioni traspare anche nei timidi tentativi di inserire piccole parti di voce pulita alternate al growl ed alle screaming vocals incessanti, ma è quando la fanno più semplice e pestano sul serio sui loro strumenti che i The Faceless fanno veramente male. I ragazzi hanno tecnica da vendere e a dimostrarlo ci sono due perle come The Ancient Covenant e XenoChrist che filano dritti come una lama nel burro e dove i cambi di tempo repentini associati interrotti solo dai taglienti solo della coppia Keene “Machine”/Jones travolgono il cervello di chi ascolta come un tornado.

In conclusione: siamo forse di fronte ai nuovi profeti di un Brutal Technical Death made in America?
Io credo che la strada sia ancora molto lunga, anche perché  dall’ascolto di quest’album ho ancora una volta avuto la conferma che quando si vogliono utilizzare troppi ingredienti, non sempre l’intruglio risulta succulento, anche perché in tal caso lo chef dovrebbe avere anche una bella esperienza.  Alcune soluzioni presenti in Planetary Duality potranno di fatto far storcere il naso anche al deathster più aperto per l’accostamento di elementi chimici per lo più difficilmente conciliabili ma in generale i The Faceless sono giovani, bravi ed hanno enormi margini di miglioramento. E per quanto mi riguarda la fantasia e la voglia di improvvisare nuove soluzioni farà sempre bene al metal, in ogni caso.

Francesco ‘Darkshine’ Sorricaro

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Tracklist:

1.Prison Born                        01:59
2.The Ancient Covenant                    04:02
3.Shape Shifters                    00:44
4.Coldly Calculated Design                03:41
5.Xeno Christ                        05:01
6.Sons of Belial                    04:46
7.Legion of the Serpent                    04:27
8.Planetary Duality I : Hideous Revelation        01:34
9.Planetary Duality II : A Prophecies Fruition        05:28

Total playing time                    31:42

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