Recensione: Protean Shield
I greci Protean Shield, al loro debutto su full length, ovviamente per la No Remorse Records, si professano, o quantomeno vengono presentati ufficialmente come adoratori di Visigoth, Eternal Champion, Battleroar, Wrathblade, Manilla Road e The Lord Weird Slough Feg.
Petros Vasiliadis (basso), Odysseas Pasipoularidis (batteria), Yannis Tsiligkakis e Yannis Aktypis (chitarre), Harris Stampoulidis (voce), questi i nomi dei cinque musicisti coinvolti che le cronache danno come attivi dal 2019.
Protean Shield è il titolo del loro disco omonimo, che si compone di nove tracce per quarantaquattro minuti scarsi di ascolto e si accompagna a un libretto di dodici pagine con tutti i testi e curiosamente una foto interna con rappresentati solo quattro dei cinque componenti il gruppo. Una cosa tipo Running Wild dei tempi d’oro, insomma, che sia colpa del fotografo non arrivato in tempo anche stavolta? 😉
La dedizione nei confronti dell’eroica tradotta in Acciaio da parte degli ellenici è evidente anche se c’è ancora molto da lavorare. Quello “che arriva”, anche dopo successive passate, proveniente dalla loro proposta, rientra fatalmente nell’ordinario. Pochi, pochissimi sono i sussulti che Protean Shield riesce a suscitare. Al di là dell’atteggiamento perfettamente inquadrato dalla prima all’ultima nota non basta l’impegno dimostrato da parte di Harris Stampoulidis & Co. per scaldare per davvero il cuore degli appassionati dell’Epic Metal.
Il ripetere sino alla noia i vari cliché del genere, oggi, nel 2023, non basta più. O si è in possesso della magia degli Impending Triumph, tanto per citare la band autrice di uno dei migliori dischi dell’anno, o si è destinati a mangiar la polvere, situazione nella quale pare siano destinati, momentaneamente, i greci.
Alla prossima, Proteans, con fiducia…
Stefano “Steven Rich” Ricetti