Recensione: Read Between The Lines
Al di là dei risultati in termini di successo raggiunto, Jutta Weinhold è indiscutibile che rappresenti una delle colonne dell’hard’n’heavy in gonnella o, per meglio dire, nello specifico, in jeans o pantaloni di pelle. A ottobre di quest’anno la cantante tedesca compirà la bellezza di sessantaquattro anni e, anche se per le Signore non va mai rivelata né chiesta l’età, in questo caso val la pena di fare un’eccezione proprio per sottolineare con il massimo rispetto per la Sua vita dedicata alla musica. Anagraficamente, l’ex Zed Yago – solo per citare una, se non la migliore, delle sue band del passato – mette a sedere le più o meno coeve concorrenti del tempo che fu, leggasi icone della portata di Lita Ford, Ann Boleyn, Doro Pesch e Lee Aaron, senza scomodare le bellezze nostrane.
E’ dell’anno scorso il nuovo capitolo discografico di Jutta, dal profetico titolo di Read Between The Lines. Si, perché probabilmente per riuscire a godere appieno del messaggio contenuto nei solchi dell’album va fatta opera di auto convincimento non da poco in quanto, purtroppo, i passaggi a vuoto non risultano essere pochi, all’interno dei dodici brani in scaletta.
Il lavoro scorre fra incredibili saliscendi in termini di resa al netto, riandando al flavour di alcuni dischi degli anni Settanta e Ottanta ove accanto a canzoni più o meno riuscite risiedevano dei filler da paura. La genesi di Read Between The Lines è proprio questa, probabilmente, con il differenziale che oggi un prodotto nuovo rappresenta il minimo comun propulsore per poter trovare posti ove suonare dal vivo. Nemmeno a livello di liriche si può gridare al miracolo e il booklet insieme con la scelta della copertina conferma la scelta minimalista dell’artista di Magonza.
La proposta musicale è varia e come tale presta il fianco a interpretazioni diverse in base al background e ai gusti di ognuno. Probabilmente gli amanti delle atmosfere legate ai Seventies potranno beneficiare di passaggi piacevoli, mentre il pubblico più legato alle sonorità dure dovrà accontentarsi solamente di qualche scampolo di luce qua e là. In riferimento alla prima casistica prendono quanto basta The Garden Of Love, con un po’ di fantasia accostabile lontanamente ai The Doors trasognanti e l’americanissima A Tired Girl. A chiudere il quartetto d’oro – si fa per dire – l’allegrotta Watch Out, pezzo che pare scritto per risvegliare un manipolo di assopiti ubriaconi svaccati in un fumoso bar degli Stati Uniti del Sud e la successiva Part Of Return, se non altro per l’insistente riff preso in prestito ai Kiss del 1983, album Lick It Up.
La chiave di lettura di una release come Read Between The Lines risiede nel fatto di accettare che un’artista poliedrica come Jutta Weinhold abbia liberato il suo senso artistico senza troppi calcoli né congetture all’interno dei dodici brani del disco, almeno questo si spera nella migliore delle ipotesi. Il tutto alla maniera di una volta: un nugolo di idee – nella fattispecie non per forza chiarissime -, spirito rock’n’roll a profusione , poche menate e via in studio per un paio di giorni al massimo a registrare. Allora spesso uscivano dischi epocali, nel caso specifico un po’ meno, per usare un eufemismo.
Stefano “Steven Rich” Ricetti
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Tracklist:
1. Sex, No Drugs, But Rock ‘n’ Roll
2. Are You Ready Love
3. Nothing Has Changed
4. The Garden Of Love
5. A Tired Girl
6. Watch Out
7. Pont Of Return
8. Heavenly Helpers
9. I Feel Sorry
10. Seven Days
11. Bye Bye Colour TV
12. Rock On – DJ Remix