Recensione: Resurgence

Di Daniele D'Adamo - 23 Ottobre 2021 - 0:00
Resurgence
Band: Massacre
Genere: Death 
Anno: 2021
Nazione:
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76

Fra il novero delle migliori death metal band di sempre, i floridiani Massacre occupano con ogni probabilità il primo posto in fatto di scioglimenti e successive riunioni. Una sequenza impressionante di stop’n’go che, ovviamente, ne ha minato alla base la produzione discografica. Se si riflette sulla circostanza che i Nostri si siano formati nel 1985, la presenza, nel carniere, di soli quattro full-length è davvero indicativa di una carriera irta di difficoltà e martoriata da liti/defezioni/ripensamenti.

A partire dall’ormai leggendario debut-album “From Beyond” (1991), pur’esso arrivato con notevole ritardo rispetto all’altrettanto leggendario, primo demo “Aggressive Tyrant” (1986), si sono susseguiti nel tempo “Promise” (1996), “Back from Beyond” (2014) e, finalmente, “Resurgence”.

Anche se magari noioso, il suddetto riassunto biografico è un atto dovuto per una formazione alla fin fine sfortunata, che non ha praticamente mai potuto mostrare con continuità il suo indubbio valore. Un valore che si è espresso in maniera diversa rispetto ai dettagliati e irremovibili stilemi del death metal nato e cresciuto dalle parti di Tampa e Miami. Sì, perché il suo sound si è evoluto quando il death metal stesso non era ancora stato ben definito nelle sue componenti essenziali. Trovandosi così a emergere dal quella ficina inesauribile di band che praticavano, per essere più estreme possibile, una ribollente mistura di black e thrash metal. Nel caso in ispecie, thrash.

Tanto è vero che anche in questo LP lo stile si assesta su una base decisamente thrashy, pre l’appunto, sulla quale i due superstiti della formazione iniziale, Kam Lee (voce) e Mike Borders (basso), hanno eretto il loro muro di suono. Assolutamente imponente grazie all’apporto di tre chitarre, una delle quali assai nota poiché in mano a Rogga Johansson (anche qui!, NdR). Chitarre, giova evidenziare, entrate nella line-up tutte e tre nel 2020. A dimostrazione che lo spirito del sestetto statunitense è rimasto intatto a prescindere dai terremoti della line-up medesima e che, quindi, Lee e Borders hanno saputo infondere nell’anima dei Massacre targati 2021 lo spirito natìo, il cuore e l’anima di un progetto che avrebbe meritato molto di più – sia in termini di notorietà, sia in termini di prolificità – durante la sua tormentata esistenza.

Elementi che si ritrovano intatti sin a partire dall’opener-track ‘Eldritch Prophecy’, contraddistinta da un sound totalmente pulito e preciso nei suoi dettagli, fra questi quello forse più evidente: un mood crudo e brutale, sì da richiamare, ma solo giusto per dare l’idea, il concetto di horror death metal. Le letture lovecraftiane sono state difatti assimilate, nel corso degli anni, e si sente, come nell’evocativa ‘Ruins of R’Lyeh’. Proprio questa canzone è indicativa di un approccio a chitarre stoppate, nella migliore tradizione thrash (‘Innsmouth Strain’), che, oltre a macinare tonnellate di granitici riff da staccare la collottola, ricamano spesso e volentieri parti soliste dall’ottima fattura ma soprattutto da una foga visionaria tesa a cercare di raffigurare cosa ci sia al di là. Oltre la porta dell’esistenza terrena. Beyond, appunto.

Nonostante il combo a stelle e strisce sia riuscito a iterare con successo lo stile secco e asciutto di trent’anni fa, l’LP non sa assolutamente di vecchio, anzi. Funge da esempio per una tipologia musicale che, pur essendosi sviluppata assieme a tante altre similari, se ne differenzia piuttosto marcatamente. Proprio per aver scatenato la sua potenza in maniera diretta, senza fronzoli né orpelli, in maniera del tutto indipendente da colleghi di… nazione, fra i quali si menzionano, per citarne alcuni, Death, Deicide, Morbid Angel, Atheist e Obituary.

Un songwriting che si ripete unico nella sua struttura, in grado non solo di non modificare la foggia artistica primigenia ma capace, anche, di dar vita a brani sufficientemente variegati ma che, anzitutto, sono in grado di spaccare la schiena guidati dall’ugola stentorea di Lee e dal suo roco growling.

«Tremate, tremate! I Massacre sono tornati!».

Daniele “dani66” D’Adamo

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