Recensione: Raises
Il monicker Rimmar rappresenta l’ambizioso progetto solista del chitarrista e compositore italiano Marco Rinaldi. Difatti, più che di una band nel senso tradizionale, Rimmar è un progetto artistico personale, guidato interamente dalla visione creativa del Rinaldi.
Dopo i primi due singoli, “Planet Mars“, potente introduzione all’universo musicale di Rimmar ed “Unreal”, un brano che riflette sul potere purificatore dell’acqua, arriva ora “Mighty Messenger”, nuovo singolo estratto dall’album e impreziosito dalla voce di Fabio Lione.
“Raises” è scritto, arrangiato e prodotto da Marco Rinaldi, con chitarre e voci curate in prima persona, mentre – per il resto – si è circondato di una schiera di artisti di assoluto livello che hanno impreziosito i pezzi con la loro partecipazione.
E così abbiamo la voce di Fabio Lione (ex Rhapsody, Angra) nella già citata “Mighty Messenger” e nella davvero strana “Vortex”, Marco Biuller (Smelly Boggs, J27, 80’s Sunset Strip) nella ipnotica ed evocativa “These Ruins “ e nella synth-popeggiante “Queen of the Gold”, Mattia Fagiolo (White Thunder, Dragonhammer) in “Planet Mars” e “Unreal” (i due singoli di cui sopra), Kyo Calati (MindAheaD) ed Elisa Proietti (Daruma) nella orecchiabilissima “Cruel Summer” e Marco Andreotti (Imagine Dragons tribute) nella robustissima “8th Sin”.
Il risultato è un album che supera i confini di genere, fondendo metal classico, prog e industrial con influenze synthwave ed elettroniche per dar vita ad un suono moderno e ibrido capace di parlare a fan del metal, del rock progressivo e della sperimentazione sonora.
Un concept-album che si snoda in un viaggio concettuale che ruota attorno ai temi della rinascita, della trascendenza e dell’elevazione interiore, melodicamente potente, nostalgico e simultaneamente proiettato nel il futuro, capace di unire l’epicità del power metal tipicamente eightiees, l’audacia concettuale del prog anni ’90 e le trame sintetiche della musica elettronica.
