Recensione: Rising Up

Di Enzo - 17 Luglio 2006 - 0:00
Rising Up
Band: Destynation
Etichetta:
Genere:
Anno: 2006
Nazione:
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78

I Destynation sono una band svedese approdata in casa Sonic Age Records, etichetta greca dedita principalmente ad un intransigente Heavy Metal di culto. Con questo disco la label ellenica si spinge fino in Scandinavia per allargare le proprie competenze artistiche anche in territori più consoni ad un melodic metal riuscendo nella coraggiosa e difficile impresa di promuovere e scommettere su giovani gruppi del tutto sconosciuti (questa è stata sempre una grandissima qualità di questa validissima etichetta).
Autori di un potente Heavy/Power metal, la band si destreggia con naturalezza all’interno di un disco di fattura più che pregevole. La schiacciante track di introduzione, Shadowgate, è un chiaro manifesto della musica che il combo svedese mette in evidenza durante l’arco di tutta la durata del platter: melodic metal dall’ottimo guitar-riffing coadiuvato da un singer che ben si destreggia sulle semplici (ma sempre abbastanza vincenti) costruzioni strumentali. L’album non contiene al suo interno chissà quali grandi componimenti ma riesce nella difficile impresa di confezionaare tra i suoi solchi alcune song di notevole livello tecnico.
L’irruenza della opener riesce ad unire sapientemente una melodia vincente ad un guitar riff sempre aggressivo e carismatico.
Tra i pezzi migliori contenuti nel full lenght troviamo la schiacciante Back In The Dark, anthemico componimento dal refrain di grandissima presa. La band si spinge attraverso melodie più cadenzate e pachidermiche in brani come Freedom e Spirits mentre riesce addirittura nell’incredibile impresa di omaggiare il Malmsteen dell’era Fire & Ice grazie alle costruzioni strumentali contenute in Book of Doom. Tuttavia il vero capolavoro del platter viene a nome di Evil Tonight, impetuoso componimento intento a spaziare nei rocciosi lidi del melodic Heavy Metal grazie ai suoi micidiali refrain. Nel disco c’è anche spazio per le atmosfere sontuose di Signs e per l’infuocato fast Heavy Metal della closer Resign In Flames.

In conclusione un disco davvero valido che riesce a ritagliarsi un posto di notevole rispetto in una scena odierna fin troppo affollata e fin troppo carente di qualità. I Destynation riescono ad unire il loro melodic heavy metal a costruzioni strumentali che, seppur semplici, riescono nella difficilissima impresa di risultare tutt’altro che banali.
Vincenzo Ferrara

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